2023-09-16
Mascherine farlocche, il mediatore patteggia e mette nei guai Arcuri
Domenico Arcuri (Imagoeconomica)
Il cinese Zhongkai verso l’accordo con i pm. Se concesso, sancirebbe la responsabilità politica dell’ex commissario.Il procedimento della Procura di Roma sulla maxicommessa da 800 milioni di mascherine, costate 1,2 miliardi di euro, potrebbe registrare un primo successo. Sembra infatti che uno dei principali imputati sia pronto a patteggiare. Ieri nel tribunale capitolino, a distanza di quasi un anno e mezzo dalla chiusura delle indagini, ha avuto finalmente inizio l’udienza preliminare davanti al Gup Mara Mattioli. Dopo poco più di mezz’ora, la discussione è stata aggiornata al 9 febbraio prossimo, dopo che la difesa di Cai Zhongkai, detto «Marco», cinese residente a Roma nel quartiere Tuscolano aveva preannunciato una richiesta di patteggiamento. Il legale dell’ex commissario Covid Domenico Arcuri ha invece presentato una richiesta di rito abbreviato. Cai è in qualche modo l’uomo chiave della vicenda. Era lui il tramite, attraverso Jorge Solis, uno dei mediatori della maxicommessa, con i tre consorzi cinesi che hanno fornito le mascherine che la Procura ritiene difettose. E le lettere di accompagnamento dei contratti delle forniture indirizzate dalle società cinesi all’ex commissario Arcuri erano firmate dalla moglie di «Marco». Di Cai è anche lo scambio di mail con l’altro imputato Solis, nel quale i due ricostruiscono il totale delle provvigioni divise con gli altri mediatori, facendolo schizzare alla stratosferica cifra di 203,8 milioni di euro. Ed è sempre al cinese trasferito a Roma che la Procura contesta di aver depositato al Comitato tecnico scientifico «le certificazioni utili alla validazione delle forniture irregolari». Il suo ruolo ha portato Cai a collezionare accuse per: traffico di influenze, frode in pubbliche forniture, falso in atto pubblico. Con il rischio di pene pesanti. Da qui, probabilmente, la scelta di annunciare la richiesta di patteggiamento. Che, in caso di accoglimento, al netto delle possibili valutazioni del gup sulle ricadute rispetto alle posizioni degli altri imputati, sancirebbe definitivamente le responsabilità politiche legate alla maxicommessa. Sul piano giudiziario, il gup, in base ai contenuti dell’ammissione di responsabilità di Cai, potrebbe ordinare ai pm ulteriori accertamenti per verificare se ad Arcuri o a altri imputati siano addebitabili altre ipotesi di reato. Va detto che nel capo di imputazione di abuso di ufficio contestato all’ex commissario, lo stesso pm fa esplicito riferimento alle forniture di Cai «rivelatesi largamente inidonee» circostanza di cui, per l’accusa, Antonio Fabbrocini, braccio destro di Arcuri e rup della fornitura, era venuto a conoscenza e «ciononostante avendo agito per validare all’uso sanitario». Ma Fabbrocini, che come Cai è accusato di falso in atto pubblico, non ha mai informato Arcuri? Al momento non risulta, ma la scelta di Cai di uscire dal processo potrebbe aprire scenari nuovi. Va però ricordato che, come ricostruito nei mesi scorsi dalla Verità, sulla posizione di Arcuri incombe la riforma della giustizia all’esame del Parlamento, che prevede la cancellazione del reato di abuso d’ufficio. L’approvazione della riforma prima di febbraio metterebbe fine al processo contro l’ex commissario che, se il reato contestatogli venisse cancellato durante il dibattimento, si fermerebbe, per Arcuri, alla prima udienza utile. Ad incombere sul processo è anche la prescrizione. A marzo saranno infatti trascorsi quattro anni dall’acquisto dei dispositivi e per i reati con la pena più lieve, la prescrizione durante l’eventuale processo di primo grado ormai è quasi una certezza.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.