2023-10-15
Cestinata una valanga di denunce contro le follie di Conte e Speranza
Giuseppe Conte e Roberto Speranza (Ansa)
Il tribunale dei ministri ha archiviato migliaia di esposti sulla gestione del Covid. Gli atti, che chiedevano conto di piano pandemico, vaccini, pass, Cts e lockdown sono stati liquidati: «Nessun riscontro scientifico».Il 4 ottobre, il tribunale dei ministri di Roma ha disposto l’archiviazione di un procedimento penale che raccoglie migliaia di denunce da tutta Italia per la gestione della pandemia Covid. Secondo i giudici, sarebbero carta straccia. Presentate nel biennio 2020-2021 e proseguite fino a quest’anno, erano contro rappresentanti del governo Conte e Draghi. Per l’esattezza, accuse a carico dell’ex premier Giuseppe Conte e degli allora ministri Roberto Speranza (Salute), Lucia Azzolina (Istruzione), Luciana Lamorgese (Interni), Lorenzo Guerini (Difesa), Luigi Di Maio (Esteri), Roberto Gualtieri (Economia), Alfonso Bonafede (Giustizia), Paola De Micheli (Infrastrutture e trasporti), Sergio Costa (Ambiente). La Procura della Repubblica di Roma a giugno aveva richiesto l’archiviazione nei confronti di tutti gli indagati, ritenendo le notizie di reato infondate. Il tribunale dei ministri «non può che condividere la richiesta del pm», si legge nell’ampio documento, purtroppo zeppo di argomentazioni vaghe e che non danno riposta. Eppure, le denunce e gli esposti confluiti nel tempo in un enorme calderone erano così articolati, da occupare ben 25 pagine del decreto di archiviazione a firma del presidente del collegio giudicante, Maria Teresa Cialoni, affiancata da Donatella Casari e da Valeria Cerulli. Si chiedeva conto del mancato aggiornamento del piano pandemico, del ritardo del governo nell’adottare misure idonee al contenimento, della secretazione dei verbali del Comitato tecnico scientifico, dell’indebito utilizzo dei dpcm. Venivano contestati l’emanazione da parte del ministero della Salute di protocolli medici risultati inadeguati, l’attendibilità dei tamponi, l’obbligo del green pass, la sicurezza dei vaccini anti Covid e molto altro.Tra le tante denunce, anche quella di 2.074 cittadini di ogni parte del Paese sull’inopportunità delle esternazioni inizialmente rassicuranti sui rischi del Covid 19 da parte di alcune figure istituzionali; in merito al regalo delle mascherine alla Cina quando in Italia mancavano; sulla scelta di disincentivare le autopsie in decessi di pazienti Covid.I poderosi dossier presentati, assieme a denunce ed esposti pure di Codacons e associazioni varie dei consumatori, non sembrano interessare il tribunale dei ministri che rinuncia a svolgere proprie valutazioni. Si limita a trascrivere passaggi delle motivazioni rese dalla Corte costituzionale nelle sentenze 14-15-16 del 2023 in merito alla legittimità dell’imposizione dell’obbligo vaccinale, in particolare nei confronti del personale sanitario.Perché i giudici decidono di archiviare una valanga di richieste di avvio di un procedimento penale, per individuare i presunti colpevoli di una fallimentare gestione della pandemia? Sostengono che i dati che vennero forniti dalle autorità sanitarie istituzionali, che sono serie, infallibili, intellettualmente oneste, sarebbero stati esatti. Quanto agli studi scientifici prodotti in quattro anni ed esibiti a corredo delle denunce, per il solo fatto che non provengono dalle autorità sanitarie istituzionali e a prescindere da qualsiasi verifica tecnica mai effettuata né dalla Procura di Roma, né tanto meno dal tribunale dei ministri di Roma, non possono essere neppure presi in considerazione al fine di disporre l’espletamento di indagini scientifiche super partes.Nel decreto di archiviazione, si legge che «le tesi dei cosiddetti negazionisti non hanno trovato neppure nelle fasi iniziali della pandemia alcun riscontro nella letteratura scientifica accreditata a livello mondiale, ma neanche nelle fonti ufficiali di informazione o nelle posizioni delle autorità politiche nazionali ed internazionali». Questo sarebbe il criterio di valutazione del tribunale dei ministri. Ogni denuncia, presentata da cittadini e associazioni, viene respinta. Là dove si contestavano lockdown, confinamenti arbitrari, misure quali la certificazione verde, la sconcertante risposta è stata: «Con riferimento ai reati di violenza privata, sequestro di persona, minaccia, stalking, da un lato è evidente l’insussistenza di condotte di violenza», da parte del governo e delle autorità sanitarie, «dall’altro le condotte di minaccia non possono certamente esser fatte coincidere con la previsione di sanzioni penali e/o amministrative, disciplinate con atto normativo giuridico finale dall’autorità di governo, al momento dell’imposizione di alcune limitazioni comportamentali».Asfaltate, con due parole, le rivendicazioni di diritti costituzionali calpestati durante lo stato di emergenza. Proseguono, le signore giudici: «Non vi è stata, quindi, alcuna inerzia da parte del presidente del Consiglio e dei ministri pro tempore, ma l’emissione di provvedimenti frutto di complesse scelte discrezionali nel contenuto e nella tempistica […] ciò che conduce ad escludere la possibilità di una rilevanza penale, potendo al più fondare una responsabilità di tipo politico».Pensate un po’, la questione sarebbe politica. Non di abuso di potere, di misure imposte senza fondamento scientifico, di improvvisazione alla base di scelte che hanno pesantemente condizionato la salute, il lavoro, le relazioni sociali di milioni di cittadini.Il tribunale dei ministri di Roma trasforma in una farsa anche l’accusa di epidemia colposa nei confronti di ex premier e ministri per condotte negligenti, imprudenti, imperite. «Si deve premettere, in punto di diritto, che l’accezione giuridica di epidemia è più circoscritta di quella scientifica, poiché il legislatore ha limitato la punibilità al solo evento epidemiologico causato da una condotta tipizzata da una precisa modalità di realizzazione, vale a dire attraverso la diffusione dei germi patogeni».Tutto questo per dire che cosa? «Appare di tutta evidenza che né il presidente del Consiglio, né i ministri avessero il possesso del virus, né tantomeno lo hanno diffuso». Sic.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.