2024-07-11
Approvato alla Camera il ddl Nordio su abuso d’ufficio e intercettazioni
Carlo Nordio (Imagoeconomica)
Iv e Azione favorevoli, il ministro: «Un segnale per la separazione delle carriere».Centonovantanove voti a favore e 102 contrari. Il ddl Nordio sull’abuso d’ufficio e sulle intercettazioni è diventato legge ieri in tarda mattinata alla Camera, dopo essere stato approvato a Palazzo Madama a febbraio, ma il dato numerico ha assunto anche un significato politico, perché al centrodestra si sono aggiunti i partiti dell’ex-Terzo Polo (Iv e Azione) e Più Europa, lasciando presagire, come peraltro ha sperato il Guardasigilli Carlo Nordio, in una convergenza anche più importante quando in aula arriverà la separazione delle carriere, punto principale della riforma della giustizia annunciata dal governo. Tornando al provvedimento approvato ieri, va detto che anche in seno al Pd, in tempi non sospetti, l’abolizione del reato di abuso d’ufficio era stata sostenuta a gran voce da alcuni sindaci dem, a partire dall’ex-primo cittadino di Bari ed ex-presidente dell’Anci Antonio Decaro, oltre che dall’ex-sindaco di Pesaro Matteo Ricci. Il clima politico «frontista», però, ha portato i parlamentari del Nazareno sulle posizioni del M5s, e le dichiarazioni di voto lo hanno confermato.Entrando nel merito del provvedimento, questo si compone di nove articoli, ma le parti più rilevanti, come è noto, sono quelle che riguardano l’abuso d’ufficio e la nuova disciplina per le intercettazioni. Il reato di abuso d’ufficio viene abrogato, ma a parziale compensazione viene il «peculato per distrazione», reato che per gli abusi patrimoniali dei pubblici ufficiali prevede una pena da 6 mesi a 3 anni, se si danneggiano terzi o ci si avvantaggia destinando somme di cui è in possesso a finalità diverse da quelle previste dalla legge. Si restringe l’ambito di applicazione del traffico di influenze: la mediazione viene ritenuta illecita se finalizzata a far compiere un reato ad un pubblico ufficiale. Per quanto riguarda le intercettazioni, non dovranno essere riportate le conversazioni e i dati relativi a soggetti non coinvolti dalle indagini, se non considerati rilevanti per il procedimento. Inoltre, nella richiesta di misura cautelare del pm e nell’ordinanza del giudice non dovranno essere indicati i dati personali dei soggetti diversi dalle parti, salvo che ciò sia considerato indispensabile per l’esposizione degli elementi rilevanti. Il giudice dovrà quindi stralciare le intercettazioni che contengono dati relativi a soggetti diversi dalle parti, se non essenziali. «L’approvazione di questo ddl», ha dichiarato Nordio, «rappresenta una svolta nel rafforzamento delle garanzie per gli indagati e una mano tesa a tutti i pubblici amministratori, che non avranno più paura di firmare. Di questo importante risultato», ha aggiunto, «desidero ringraziare tutti i parlamentari, i colleghi di Governo e l’intero staff del Ministero». Una particolare attenzione il ministro l’ha riservata alle forze di opposizione che hanno votato a favore, sperando in una maggioranza più ampia per tutte le riforme legate alla giustizia: «Sarebbe auspicabile», ha detto che anche le forze che oggi hanno votato, seppure da parte dell’opposizione, a favore di questo disegno di questa legge, possano convergere anche sulla separazione delle carriere come hanno detto altre volte». Nel corso del dibattito, per Azione e Iv erano intervenuti rispettivamente Enrico Costa e Roberto Giachetti, affermando in sostanza che il ddl è solo un punto di partenza e che bisogna avanzare con la riforma dell’ordinamento giudiziario. Tra le voci della maggioranza, quella di Giorgio Mulè, di Fi: «È l’avvio di una stagione che si completerà con la separazione delle carriere dei magistrati», mentre sul fronte giustizialista si segnalano i toni duri usati dal M5s con l’ex-procuratore Federico Cafiero De Raho, per il quale «questa legge non serve alla Giustizia, che non viene né accelerata né rafforzata, ma nuoce ai cittadini, che perdono strumenti di difesa contro le angherie e le prevaricazioni del potere pubblico e occasioni di conoscenza dei sistemi illegali».