2021-08-31
L’app di Bianchi è già un fallimento
Bocciata l'autocertificazione, ma i presidi restano privi di database online per i controlli. Allarme supplenti per i 100.000 docenti senza pass, contro cui è pronto un ricorso al Tar.Si riaprono domani i portoni degli istituti scolastici per gli esami di recupero degli studenti con debiti formativi. Poi il 13 settembre (in un paio di Regioni il 6) suonerà la prima campanella per tutti gli alunni, dopo praticamente due anni di didattica a distanza causa Covid-19. Eppure anche questa volta la riapertura sarà un banco di prova: perché tra controllo del green pass, obbligatorio per il personale scolastico, quarantene, tamponi e tracciamenti, la scuola è in alto mare. Il primo nodo sono proprio i controlli del passaporto verde che, malgrado le lamentele e le problematiche sollevate dai presidi, rischiano di essere effettuati a mano, almeno nella prima settimana di lezione. Previsione ottimistica perché se il via libera del Garante della privacy alla piattaforma informatica, cui potranno accedere i presidi per controllare la certificazione vaccinale dei docenti, è previsto entro oggi, servirà poi un provvedimento ad hoc, forse un dpcm, per rendere il sistema operativo a livello nazionale. Naturalmente servirà un po' di rodaggio per mandare a regime il sistema e quindi nessun automatismo «dell'app dai primi giorni di scuola», come aveva assicurato il ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi. «Per gli esami di riparazione dal primo settembre faremo i controlli singolarmente, con la normale app. Non prevediamo grandi disagi perché parliamo di 10-20 docenti per scuola, però aspettiamo la piattaforma che avevamo sollecitato», ha detto Mario Rusconi, presidente dell'Associazione nazionale presidi di Roma. Infatti, mentre Anief, il sindacato che non ha sottoscritto il protocollo sulla sicurezza a scuola contestando soprattutto l'obbligo del green pass, conferma lo sciopero il primo giorno di lezione in ogni Regione, le associazioni dei presidi aspettano la piattaforma, curata da Sogei e ministero della Salute, cioè il collegamento telematico con la banca dati del Gpsu, cui dovranno accedere per controllare automaticamente ogni mattina la situazione di ciascun insegnante, piattaforma che visualizzerà un bollino verde per chi ha completato il ciclo vaccinale, azzurro per chi ha un pass valido solo in Italia e non nell'Ue e rosso per chi non s'è vaccinato. In questo caso, se il prof non farà subito un tampone, scatterà la procedura di sospensione dal lavoro e dallo stipendio al quinto giorno. Di conseguenza, subentrerebbe il problema delle supplenze, anche di un solo giorno, se il docente sospeso si presentasse il giorno dopo con una certificazione valida. Spiega il presidente dell'Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli: «È impensabile che un supplente accetti una chiamata di sostituzione senza avere indicazioni certe sul temine di durata del contratto. Si potrebbe stabilire in sede di conversione del decreto un numero di giorni di sospensione minimo e tale da rendere appetibile la supplenza per chi deve assumerla. Serve però prima la conversione in legge altrimenti al rientro rischiamo di trovarci a dover gestire 100.000 docenti senza green pass un giorno e dover perdere 350.000 ore di lezione, calcolate su una media di tre ore e mezzo di lezione per docente». E mentre resta esclusa la presentazione dell'autocertificazione, ieri il presidente del Veneto Luca Zaia ha rilanciato il progetto delle «scuole sentinella»: «Ho sentito il generale Figliuolo che mi ha detto che a livello nazionale si mutua il nostro progetto già testato lo scorso anno. Abbiamo acquistato quasi un milione di tamponi molecolari salivari, le microbiologie sono in rete e ovviamente li abbiamo acquistati con la formula “alla bisogna", cioè pago se li uso sennò non li porto a casa». La fornitura dei tamponi alle Regioni verrà fatta direttamente dalla struttura commissariale. Intanto, ieri c'è stata una manifestazione davanti al ministero dell'Istruzione indetta dal Coordinamento nazionale docenti e Ata, con tanto di aggressione a un giornalista. A parte il gesto violento riprovevole, al centro della protesta c'erano l'edilizia scolastica, le classi pollaio e l'insufficiente numero di docenti per l'inizio dell'anno scolastico, nonché i canali di reclutamento e il precariato, oltre all'obbligo del Gp. «Il governo Draghi ha istituito il green pass per scaricare le responsabilità dei mancati interventi per la sicurezza delle scuole su docenti, Ata e studenti non vaccinati, alimentando l'odio sociale», hanno detto i manifestanti. Inoltre, il Codacons, insieme all'Associazione per la difesa dei diritti civili della scuola, raccoglie, già da ieri, le adesioni di docenti e personale scolastico a un ricorso collettivo al Tar del Lazio contro l'obbligo del green pass, «una misura che risulta contraria alle norme europee e si traduce di fatto in un trattamento sanitario obbligatorio per una specifica categoria di lavoratori, con una evidente discriminazione tra cittadini», spiega il presidente Carlo Rienzi.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)