2020-07-09
«Anziani costretti al contagio dalla quarantena»
L'epidemiologo Roberto Volpi: «Le categorie più a rischio si sono ammassate in ospedale. Non è normale tanto potere alla Protezione civile». Sin dall'inizio della pandemia hanno provato a farci credere che sarebbe andato tutto bene. Eppure, c'è chi è convinto del contrario, come l'epidemiologo Roberto Volpi, autore insieme al pediatra Eugenio Serravalle del libro appena edito Coronavirus - No! Non è andato tutto bene (Il Leone verde, 2020).Dottor Volpi, nel suo libro definisce quella causata dal coronavirus una pandemia «piena di misteri». Sembra colpire di più gli anziani e gli individui di sesso maschile. Come si spiega questa disparità così marcata?«Misteri sono e misteri restano. Spiegazioni scientifiche in senso proprio non se ne vedono ancora all'orizzonte, anche se si possono azzardare delle ipotesi. Nessuno ha dato spiegazioni sul perché vengano colpiti meno i bambini. Di solito un virus nuovo colpisce i sistemi immunitari più acerbi, quelli cioè che non sanno chi è loro “amico" o “nemico". Questo dato è emerso chiaramente sin dall'inizio, quando l'età media dei positivi era risultata di 62 anni, anche se poi è scesa gradualmente con l'inizio della “fase 2". Oggi un contagiato su due ha meno di 50 anni, durante il lockdown il rapporto era uno a 10».Perché?«Stiamo assistendo a una diversità nel comportamento del virus, perché nella fase iniziale abbiamo avuto a che fare con un patogeno in una situazione di costrizione massima. È la prima volta, d'altronde, che viene applicato il lockdown a livello globale. Nessun virus ha mai circolato in queste condizioni, che anzi rappresentano l'opposto rispetto alla normalità. Già nella “fase 2", invece, ha iniziato a infettare anche i più giovani. Anche rispetto alla proporzione tra maschi e femmine, il divario si sta riducendo. Sono incongruenze, chiamiamole così, che tendono a smorzarsi rispetto alla fase del blocco totale».Nel testo critica duramente il lockdown, definendo un errore la «quarantena di per sé».«È stata una fase sbagliata, e le nazioni come l'Italia che hanno applicato il lockdown ora sono messe male. Pensi solo che letalità del virus nella fase in cui era in vigore il blocco era del 27%, mentre nelle temutissime due settimane successive è scesa al 6,5%. Non era cambiato nulla, se non il fatto che non si stava più chiusi nelle case. Abbiamo abbandonato la stupidità del lockdown».Perché parla di stupidità?«Nella prima fase, il virus ha contagiato nelle situazioni chiuse, ha contagiato i più deboli (anziani e soggetti con più patologie) che hanno affollato gli ospedali e le terapie intensive. Questo però è successo a causa del lockdown. La quarantena ha costretto i più deboli, i più a rischio, a essere infettati. Guardi gli Stati Uniti, che pure sono tanto contestati: hanno lasciato più libero il virus di circolare e ora hanno una mortalità più bassa, come tutti i Paesi nei quali il lockdown è stato più blando».Eppure, nella relazione pubblicata a febbraio a seguito della visita in Cina, l'Organizzazione mondiale della sanità elogiava la risposta di Pechino all'ondata di contagi.«Ma non bisogna dimenticare che l'Oms cambia parere spesso. Pensi al plauso nei confronti della Svezia, quando si pensava potesse contenere l'epidemia senza applicare alcuna misura. L'Oms ne ha dette tante, e contraddette altrettante: l'uso delle mascherine, i guanti, il contagio da parte degli asintomatici, la diffusione per via aerea. Più che l'esempio suggerito dall'Oms, l'Italia ha deciso di affidarsi ai pareri molto stringenti del Comitato tecnico scientifico. Ho visto un governo totalmente schiacciato verso quest'organo, e nessuna autonomia della politica rispetto ai giudizi scientifici. Così, siamo stati forse il primo Paese al mondo, subito dopo la Cina, ad attuare in una maniera così rigida il lockdown».Sta dicendo che l'esecutivo ha sbagliato?«Dico che non c'è stata nessuna discussione. Le sembra normale affidare tutti questi poteri alla Protezione civile? Praticamente hanno esautorato il ministero della Salute e messo in sottordine le modalità con cui intervenire nella pandemia. La Lombardia ha pagato un tributo che io definisco di “generosità" perché ha pensato di poter applicare un modello efficiente, ma in realtà c'è stato un errore a monte». Quale? «Bisognava territorializzare di più e mandare solo i malati più importanti in ospedale. Questa possibilità di ragionare in termini sanitari è stata quasi esclusa all'inizio, quando si è affidata la gestione della pandemia alla Protezione civile. Ma la pandemia non è un terremoto. Non c'è stata nessuna discussione, nessun confronto, nessun dibattito, assolutamente nulla, tutto è stato ridotto al silenzio. Da un momento all'altro si è entrati in una fase che nessuna ha discusso. Siamo stati travolti dal virus, che veniva dalla Cina, ma anche dalla metodologia cinese».Veniamo al futuro. Ci sarà questa fantomatica seconda ondata?«Sa su quali basi ragionano i sostenitori della seconda ondata? Sul fatto che i virus influenzali si ripresentano in autunno. Perciò, quando fa comodo il Covid è paragonabile all'influenza, e quando invece non fa comodo no? Semmai si presenta come un virus simil-influenzale, ma nessuno di noi ha la sfera di cristallo».Quale può essere secondo lei un errore da non ripetere, e viceversa una misura da attuare che non è stata intrapresa?«Non bisogna partire dal lockdown, ma dalla fase 2: mascherine, distanziamento e rispetto delle norme igieniche. E poi dobbiamo tenere le scuole aperte, se non vogliamo rovinare una generazione. Un Paese con le scuole chiuse è un Paese morto. È vergognoso vedere i cani liberi e i bambini reclusi dentro le case».