2025-08-21
E Anelli gioca a fare il pluralista: «Ok al confronto. Ma al Nitag no...»
Filippo Anelli (Imagoeconomica)
Il presidente dei medici finge di essere aperto al dibattito sui sieri. Poi si contraddice.Il dottor Filippo Anelli, presidente (riconfermato) della Federazione nazionale degli Ordini dei medici (Fnomceo) ha mai letto Karl Popper? Gli farebbe bene perché il principio di falsificabilità lo aiuterebbe a capire che le sue affermazioni sulla scienza zoppicano. Scriveva Albert Einstein - scienziato grande ma forse non vaccinato - a Max Born: «Nessuna quantità di esperimenti può dimostrare che ho ragione; un unico esperimento potrà dimostrare che ho sbagliato». Ma al tetragono medico di Noicattaro, nel Barese, la scienza appare come una prassi burocratica piuttosto che il principio per cui una teoria per essere scientifica deve essere confutabile. Questo nostro medico vive solo di granitiche certezze. Per esempio: nel Nitag. il gruppo consultivo sui vaccini, ci devono stare i medici di base. Il resto è polemica estiva. Ai tempi del Covid, Anelli ha invitato gli Ordini alla delazione; mise su una sorta di Stasi della puntura sospettando che vi fossero almeno 30.000 camici bianchi che non si erano vaccinati. Rivendicò come un grande successo l’espulsione di quasi 2.500 sanitari renitenti all’iniezione e la creazione della categoria dei «marrani» in camice bianco - i convertiti a forza al siero - dicendo: più di 3.000 si sono vaccinati! Ieri è tornato a suonare la grancassa dell’Rna messaggero affermando che: «Il Nitag non può essere luogo di confronto sulla validità o meno dei sieri. Si tratta di un tavolo tecnico e operativo che serve a dare indicazioni su come disciplinare la somministrazione dei vaccini. Non deve decidere se servono o non servono. Devono esserci le figure concretamente coinvolte nel campo delle vaccinazioni». Ha quindi ripreso la polemica sul ministro della Salute Orazio Schillaci che ha cacciato scienziati non graditi dalla commissione vaccinale solo perché ponevano scientificamente dei dubbi: «È una polemica estiva. Una cosa è sicura, il Nitag era monco perché mancavano molte figure, una parte delle quali ieri ha chiesto di essere giustamente inserita nella futura composizione. Mi riferisco a farmacisti, medici di famiglia, pediatri, infermieri», pontifica Anelli. Loro sì che ci devono stare perché sono l’esercito del siero che non pone dubbi, ma ha una sola certezza: la puntura. Semmai «ci devono essere altre sedi dove discutere sui vaccini. Anni fa si fece un percorso sull’omeopatia e oggi abbiamo degli obblighi di legge, dobbiamo verificare i percorsi formativi fatti e i colleghi che prescrivono i farmaci omeopatici sono iscritti in un albo speciale. Lo stesso percorso lo si può fare sui vaccini all’Istituto di sanità, ma non nel Nitag». Anche perché l’iniezione non si discute. «Tutti gli studi indicano che i vaccini ci hanno permesso di superare la pandemia ed evitare milioni di morti. Il confronto va benissimo, ma deve essere scientifico, non su opinioni personali. La scienza si basa sulle evidenze e sui dati». Appunto: ci sono dati che dicono che i sieri anti Covid hanno fatto danni. Ma per un posto nel Nitag meglio non sollevare troppi dubbi.
Edoardo Raspelli (Getty Images)
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