2023-01-18
Andrea Crippa: «Inchieste a orologeria anti Lega per gettare fango contro Salvini»
Il vicesegretario del Carroccio: «Sovente, a ridosso delle elezioni, sono partiti attacchi dalla magistratura e da ambienti vicini poi rivelatisi infondati. Dal Pd ci dicevano corrotti. E loro si facevano pagare a Bruxelles».Un’invenzione per danneggiare l’ascesa elettorale di Matteo Salvini: questo è stata l’inchiesta sui presunti soldi dalla Russia alla Lega per la quale ora la procura di Milano ha chiesto l’archiviazione. Lo dice Andrea Crippa, deputato leghista e vice segretario federale del partito.Che aria si respira nella Lega? Eravate preoccupati?«Eravamo già tranquilli prima, perché sapevamo che l’inchiesta era fondata sul nulla e nelle casse della Lega non è mai arrivato un rublo. C’è anche soddisfazione, perché il tempo è galantuomo, come ha detto Salvini, e le verità vengono a galla».Quindi tutto bene?«Certo che no. C’è anche profonda amarezza per la narrativa di alcuni giornali e di alcuni media in questi anni tesa a infangare la Lega. In campagna elettorale hanno tenuto banco finti dossier su soldi mai esistiti. Ora tutto cade nel nulla ma il tentativo di danneggiarci non si cancella».A chi si riferisce?«Nella scorsa legislatura per due anni esponenti del centrosinistra, soprattutto del Pd e dei 5 stelle, ci hanno additati come un partito corrotto dai russi. Poi effettivamente sono stati trovati dei soldi: erano a Bruxelles nelle valigie di uomini della sinistra e di loro collaboratori, mentre le inchieste sulla Lega vengono archiviate. Constatiamo che nei nostri confronti, soprattutto quando ci sono campagne elettorali, vengono inventate inchieste ad hoc mentre dall’altra parte i soldi si prendono per davvero».Nel 2019, quando scoppiò lo scandalo, voi eravate al governo con Conte e avevate appena vinto le elezioni europee. Rappresentavate un’incognita per il governo europeo.«Siamo sempre stati considerati scomodi dai massimi sistemi italiani ed europei, un granello di sabbia che scardina l’ingranaggio perfetto».Un’indagine a orologeria?«Come tutte quelle che ci colpiscono: scattano in vista delle campagne elettorali, quando la Lega è forte o quando sta per cambiare governo. Questo ci fa riflettere sul ruolo di una parte della magistratura e su quello di alcuni media». La notizia fu data dall’Espresso, lo stesso che ha costruito dal nulla un personaggio come Soumahoro senza poi prenderne le distanze quando la magistratura si è interessata degli affari di famiglia.«L’Espresso, Repubblica, il Fatto quotidiano: sono curioso di leggere che cosa scriveranno adesso sul caso Metropol e se pubblicheranno la notizia dell’archiviazione chiesta dal pm. S’inventeranno qualcos’altro pur di darci contro. Non c’è equilibrio nell’informazione. Restano comunque i fatti: l’inchiesta è destinata all’archiviazione, Salvini è estraneo - ma su questo ci mettevamo tutti la mano sul fuoco - e intanto l’europarlamentare del Pd Panzeri è in prigione, i suoi collaboratori idem, e s’indaga su altri europarlamentari del Partito socialista europeo. Da parte nostra l’onestà e la correttezza nei confronti dei cittadini e degli elettori è provata da trent’anni a questa parte». Pare che la registrazione dell’incontro di Mosca sia stata consegnata da un avvocato massone: ci sono anche altri poteri coinvolti?«Poteri oscuri e conniventi con il sistema».Ha sentito Salvini?«Ci siamo visti nel pomeriggio, era contento e soddisfatto perché era emersa la verità che abbiamo sempre proclamato». Anche lei era stato trascinato nelle polemiche.«Al tempo ero coordinatore del movimento giovanile del partito e avevo organizzato un incontro a Mosca con i coordinatori e i rappresentanti del movimento di Russia Unita».Il partito di Putin.«Erano tempi molto diversi dagli attuali. Avevamo firmato un patto di amicizia su alcuni valori, come quello della famiglia tradizionale, che avremmo portato avanti assieme. Per quell’unico incontro anch’io fui additato come emissario dei russi e intermediario per fare arrivare soldi da Mosca alla Lega».Lei però non fu mai coinvolto in inchieste giudiziarie.«Certo che no. Però ho subito pesanti attacchi personali che poi si sono rivelati infondati per quell’unico incontro. Poco fa Matteo mi ha ricordato quell’episodio dicendo che il tempo è galantuomo e le verità vengono sempre a galla».C’è fiducia nella magistratura?«Ci sono tantissimi magistrati eccellenti, ma non tutti sono così. Non possiamo cancellare i fatti: negli ultimi anni, a ridosso delle campagne elettorali, ci sono arrivati attacchi dalla magistratura e da ambienti vicini che poi si sono rivelati infondati. E i giornali che infangavano noi non si sono accorti che esponenti del Pd e dei socialisti europei prendevano i soldi dal Qatar o dai servizi segreti del Marocco».Il voto sui membri laici del Csm può essere l’inizio di una nuova fase?«Deve esserlo. Una fase in cui la magistratura non emette sentenze a orologeria e nel Csm le nomine dei magistrati vengono decise in base a meriti e capacità e non ad appartenenze politiche».Il caso Palamara ha rivelato una situazione inquietante.«Dalle intercettazioni abbiamo saputo come funzionava il Csm. E Salvini doveva essere ostacolato perché portava avanti idee sull’immigrazione diverse dal politicamente corretto. Adesso rischia 15 anni per sequestro di persona. Sono processi politici a una persona che da ministro ha portato avanti idee scomode per un certo tipo di sistema».
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