2020-10-06
Anche Lorenzin e Merlo positivi. Più contagi nei Palazzi che a scuola
Beatrice Lorenzin (Stefano Montesi - Corbis/Getty Images)
Saltano commissioni Esteri e Bilancio. Test a tutti i deputati a contatto con la dem e il sottosegretario. Quattro casi nella Consulta. Mentre solo lo 0,021% degli studenti e lo 0,047% dei docenti è positivo.Covid senza confini. Dal Parlamento italiano a quello europeo si fa la conta dei contagiati dal virus anche nei palazzi istituzionali. Nel mondo della politica ieri la prima ad annunciare la sua positività è stata l'ex ministro della Salute Beatrice Lorenzin: «Sì, sono positiva. Ai primi sintomi ho subito effettuato il tampone che ha confermato la positività al Covid. Se me lo sono presa io che sto sempre attenta, uso sempre la mascherina, devo dire che il Covid è una brutta bestiaccia. Ho un po' di febbre e mal di gola ma le altre funzioni sono sotto monitoraggio e la situazione è tranquilla. Comincio le cure. Grazie all'aiuto di medici e infermieri sono sicura che vincerò. Essere contagiati è veramente più facile di quello che pensiamo. Un abbraccio va alle persone che in questo momento si trovano nella mia condizione. Io ho figli e marito negativi. Ma c'è il problema di come organizzare la famiglia, l'isolamento, la quarantena, non è facile per nessuno, prestiamo tutti particolare attenzione e un abbraccio a tutti», ha twittato la deputata Pd. Dopo lo stop dei lavori a Palazzo Madama per la sanificazione necessaria a causa dei due senatori pentastellati Francesco Mollame e Marco Croatti risultati positivi, anche alla Camera è stato attivato il protocollo di sicurezza, con quarantena fiduciaria, tamponi e l'annullamento della riunione della commissioni Bilancio, di cui la Lorenzin è una componente, dove che doveva discutere del Recovery Fund. Bloccata anche la commissione Esteri, tutti i componenti sottoposti a tamponi, dopo l'accertamento della positività del sottosegretario agli Esteri, Riccardo Merlo. «Sono positivo al coronavirus, contagiato probabilmente dal mio autista, lui ha avuto la febbre e poi l'ho avuta io», ha detto l'esponente del M5s, aggiungendo che anche sua figlia di otto anni è risultata positiva. «La prima cosa che ho fatto è stata avvertire Fassino», presidente della commissione Esteri, «anche in macchina io indosso sempre la mascherina ma la macchina è piccola. Bisognerebbe iniziare a fare come i taxi, mettere cioè una barriera tra autista e passeggero». Domenica era stato il senatore del Maie, eletto in Argentina, Adriano Cario ad annunciare su Facebook di essere stato contagiato e di aver iniziato la quarantena: «A tutti voi massima cautela, perché solo rispettando tutti insieme le indicazioni che ci vengono date potremo avere la meglio su questo virus». Il presidente della Camera, Roberto Fico, ha assicurato che l'Aula proseguirà i suoi lavori. Udienza del lunedì rinviata invece a Palazzo della Consulta per quattro casi di positività. L'annuncio in un comunicato stampa: «L'udienza pubblica della Corte Costituzionale (riguardava anche le unioni civili tra due donne e, in particolare, se il figlio concepito con fecondazione assistita all'estero, ma nato in Italia, possa avere due «madri») già fissata per il 6 ottobre 2020 è rinviata a nuovo ruolo. Lo stabilisce un decreto del presidente della Corte Costituzionale, Mario Rosario Morelli, sentito il collegio. Il rinvio si è reso necessario in via cautelare a causa del protrarsi dei tempi per i tamponi rino-faringei effettuati a giudici e personale della Corte e alla luce delle linee guida sanitarie che, come misura prudenziale, raccomandano ai contatti stretti di chi sia risultato positivo un isolamento fiduciario di 14 giorni, anche quando l'esito del proprio test immunologico sia negativo. Nel rispetto delle richiamate linee guida, prosegue l'attività ordinaria della corte costituzionale e dei suoi uffici». Ieri erano 159 i casi positivi al Covid tra lo staff della Commissione europea. E così, è in isolamento fiduciario fino a martedì, malgrado l'ultimo test effettuato sia negativo e non presenti alcun sintomo, anche la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen che lavora normalmente da casa, ma non parteciperà alla plenaria del Parlamento europeo, né presiederà il collegio dei commissari, né sarà al vertice Ue-Ucraina, dove sarà rappresentata dall'Alto rappresentante, Josep Borrell. Tornando in Italia, anche oggi resta chiusa la sede della Stampa a Torino per una sanificazione urgente, dopo che il direttore Massimo Giannini con un tweet ha comunicato di essere positivo: «Dopo un sabato di tosse, ieri ho fatto un tampone e sono positivo al Covid 19. Ringrazio tutti per l'affetto, al giornale ci stiamo organizzando e domani ci saremo, come sempre e più di sempre».Ieri il ministro dell'Istruzione, Lucia Azzolina, ha reso nota la situazione del contagio nelle scuole: gli studenti positivi sono 1.492, il personale docente che risulta contagiato è pari a 349 persone positive, sono 116 i casi di positivi tra il personale non docente: per gli studenti la percentuale è dello 0,021, per i docenti dello 0,047. «Dalle prime valutazioni fatte è emerso che, ad oggi, la scuola non ha avuto impatto sull'aumento dei contagi generali, se non in modo molto residuale», ha commentato Azzolina al termine del confronto con l'Istituto superiore di sanità e con il Comitato tecnico scientifico » Intanto, secondo il bollettino diffuso ieri, in calo, come ogni lunedì, il numero di nuovi contagi: 2.257 contro i 2.578 di domenica, ma con 60.241 tamponi. Lieve calo dei decessi, 16 contro i 18 di domenica. I pazienti ricoverati con sintomi sono 3.487, di cui 323 in terapia intensiva. In isolamento domiciliare si trovano 55.093 nostri connazionali, domenica erano 53.839. Anche ieri boom di casi in Campania, 431, molti di più della Lombardia con 251, del Lazio con 248 e del Veneto con 230.
Ilaria Salis e László Dudog (in foto piccola) Ansa
Ilaria Salis (Imagoeconomica)
Donald Trump (Ansa). Nel riquadro il suo post pubblicato su Truth con cui ha annunciato il raggiungimento dell'intesa tra Israele e Hamas
Nella notte raggiunto l'accordo tra Israele e Hamas per il cessate il fuoco e la liberazione dei prigionieri. Il presidente americano: «Giornata storica». Le truppe israeliane lasceranno la Striscia, tranne Rafah. Guterres: «Tutti rispettino l’intesa».
È stato Donald Trump, poco prima dell’una italiana, ad annunciare il raggiungimento di un accordo tra Israele e Hamas per una tregua nella Striscia di Gaza e la liberazione degli ostaggi ancora in mano al gruppo islamista. «Sono molto orgoglioso di comunicare che Israele e Hamas hanno entrambi firmato la prima fase del nostro piano di pace», ha scritto il presidente americano su Truth, definendo quella di oggi «una giornata storica».
Secondo le prime ricostruzioni dei media israeliani, la firma ufficiale dell’intesa è prevista alle 11 italiane. L’accordo prevede il ritiro dell’Idf, l’esercito israeliano, da gran parte della Striscia di Gaza, con l’eccezione di Rafah, e il rilascio degli ostaggi sopravvissuti entro la fine del fine settimana, probabilmente tra sabato e domenica. Il piano, frutto di settimane di mediazione tra Stati Uniti, Qatar, Egitto e Turchia, stabilisce anche la liberazione di circa duemila detenuti palestinesi in cambio del rilascio dei prigionieri israeliani. Lo scambio dovrà avvenire entro 72 ore dall’attuazione dell’accordo.
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha confermato la notizia in un comunicato del suo ufficio, parlando di «una conversazione molto emozionante e calorosa» avuta con Trump subito dopo l’annuncio. «I due leader si sono congratulati per lo storico risultato ottenuto con la firma dell’accordo per la liberazione di tutti gli ostaggi», si legge nella nota. Netanyahu ha ringraziato Trump «per la sua leadership e per gli sforzi a livello globale», ricevendo a sua volta le lodi del presidente americano per «la sua guida determinata». Trump, parlando poi con Axios, ha rivelato di aver ricevuto un invito ufficiale a recarsi in Israele. «Probabilmente nei prossimi giorni visiterò il Paese e potrei rivolgermi alla Knesset. Vogliono che tenga un discorso, e se lo desiderano, lo farò sicuramente», ha detto. E ha aggiunto: «Per raggiungere questo accordo si sono uniti gli sforzi di tutto il mondo, compresi Paesi ostili. È un grande risultato. La mia chiamata con Netanyahu è stata fantastica, lui è molto contento, e dovrebbe esserlo». In un altro messaggio pubblicato sui social, il presidente americano ha voluto ringraziare i mediatori regionali: «Tutte le parti saranno trattate equamente. Questo è un grande giorno per il mondo arabo e musulmano, Israele, tutte le nazioni circostanti e gli Stati Uniti d’America. Benedetti gli operatori di pace!».
Da Gaza, Hamas ha confermato la propria adesione, sottolineando che l’accordo «prevede la fine della guerra, il ritiro dell’occupazione, l’ingresso di aiuti e uno scambio di prigionieri». Il movimento islamista ha ringraziato «i mediatori di Qatar, Egitto e Turchia» e «gli sforzi del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che mira a porre fine definitivamente alla guerra». Hamas ha poi chiesto ai mediatori internazionali di «costringere Israele ad attuare pienamente i requisiti dell’accordo e a non permettergli di eludere o ritardare quanto concordato». Secondo la Bbc, resta invece fuori dall’intesa la richiesta di Hamas di includere nel piano lo storico leader palestinese Marwan Barghouti, la cui scarcerazione è stata respinta da Israele.
La notizia dell’accordo ha provocato scene di entusiasmo nella Striscia: i media israeliani riferiscono che migliaia di palestinesi sono scesi in strada a Gaza, tra clacson, canti e fuochi d’artificio, dopo l’annuncio del presidente americano. Il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, ha accolto con favore la svolta: «Accolgo con favore l’annuncio di un accordo per garantire un cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi a Gaza, sulla base della proposta avanzata dal presidente degli Stati Uniti. Elogio gli sforzi diplomatici di Stati Uniti, Qatar, Egitto e Turchia nel mediare questa svolta disperatamente necessaria». Guterres ha poi invitato «tutti gli interessati a rispettare pienamente i termini dell’accordo», sottolineando che «tutti gli ostaggi devono essere rilasciati in modo dignitoso» e che «deve essere garantito un cessate il fuoco permanente».
Intanto, sui social, i familiari degli ostaggi hanno diffuso un video di ringraziamento rivolto a Trump: «Il presidente ce l’ha fatta, i nostri cari stanno tornando a casa», affermano alcuni di loro. «Non smetteremo di combattere finché non tornerà l’ultimo dei 48 ostaggi». Se i tempi saranno rispettati, la giornata di oggi potrebbe segnare la fine di una guerra durata quasi un anno, costata decine di migliaia di vittime e un drammatico esodo di civili. Un accordo che, nelle parole dello stesso Trump, «è solo il primo passo verso una pace forte e duratura».
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