2020-05-21
Anche il «Sole 24 Ore» si attacca alla mammella del decreto Liquidità
Il giornale di Confindustria pronto a chiedere i finanziamenti bancari assistiti dal paracadute pubblico. Gli stessi che il neopresidente Carlo Bonomi aveva duramente criticato.Anche il Sole 24 Ore bussa alla porta delle big del credito per avere un prestito garantito dallo Stato. Aggiungendosi, così, alla già lunga lista di società pronte ad approfittare dei finanziamenti bancari assistiti dal paracadute pubblico previsto dal decreto Liquidità. Lo si legge nel resoconto intermedio di gestione al 31 marzo. Dove si fa una premessa: «L'andamento dei diversi mercati di riferimento ha influenzato la complessiva performance del gruppo che ha chiuso il primo trimestre 2020 con ricavi consolidati e margine operativo lordo (ebitda) inferiori rispetto alle attese, solo in parte compensati dalla riduzione dei costi diretti e operativi». Certo, la società «ha reagito in modo tempestivo implementando una serie di azioni volte a mitigarne gli impatti economici e finanziari. In particolare, ha adottato misure di contenimento di costo come l'«attivazione di ammortizzatori sociali e altre forme di supporto pubblico a protezione dei lavoratori emanate in via straordinaria, e riduzione volontaria dello stipendio da parte del management; il ricorso esteso a modalità di lavoro smart working e sospensione di tutti i costi per trasferte e note spese; interventi di riduzione significativa dei costi redazionali, marketing e commerciali; la sospensione di tutti i costi discrezionali e rinegoziazione di numerosi contratti di fornitura di servizi». E per preservare la posizione finanziaria netta, sono stati anche temporaneamente sospesi tutti gli investimenti ritenuti non essenziali e chiesto alle banche finanziatrici di sospendere la rilevazione dei covenants al 30 giugno. Non solo. Il gruppo, al fine di coprire i fabbisogni finanziari di breve termine, ha attualmente la disponibilità di linee di credito utilizzabili per complessivi 50 milioni (tra questi ci sono 28,5 milioni relativi ad una linea «revolving» per cassa concessa da un pool di banche al quale partecipano Intesa Sanpaolo, BancoBpm, Popolare di Sondrio, Mps e Creval con scadenza 31 dicembre). Ma evidentemente il tampone non sarà sufficiente. Così, il gruppo 24 Ore ha anche inviato la richiesta per l'ottenimento da un pool di banche di un finanziamento a medio lungo termine, assistito da garanzia Sace ai sensi del cosiddetto «decreto Liquidità». E ha anche chiesto la proroga della linea di cartolarizzazione dei crediti commerciali oltre la scadenza attualmente prevista al 31 dicembre 2020. Basterà? Nel resoconto viene sottolineato che i risultati di queste azioni, pur essendo state avviate a partire dal mese di marzo, si vedranno «a partire dal secondo trimestre che, tuttavia, si prevede rifletterà gli effetti negativi legati al Covid-19 con maggiore intensità». Di certo, nei primi tre mesi dell'esercizio l'ebitda è negativo per 1,6 milioni, (positivo per 2,4 milioni al 31 marzo 2019) e il risultato netto è negativo per 5,9 milioni (-1,7 milioni al 31 marzo 2019). Giù anche il fatturato, sceso del 13,7% a 43,3 milioni, e i ricavi pubblicitari che nel solo mese di marzo, a seguito dell'emergenza Covid, hanno registrato una flessione del 23,7 per cento. La trimestrale è l'ultima firmata dal gruppo editoriale controllato con il 61% da Confindustria durante la «reggenza» del presidente Vincenzo Boccia. Che ieri ha passato ufficialmente il testimone a Carlo Bonomi: l'assemblea degli industriali per eleggere presidente e vice fino al 2024 si è riunita a porte chiuse (per quella pubblica bisognerà aspettare la fine di settembre) nella grande sala Pininfarina della sede romana dell'Eur con il voto espresso su una piattaforma dedicata e interventi via video. Lo scorso 3 aprile, quando ha presentato la sua «squadra», Bonomi ha criticato il governo per il «caotico susseguirsi di misure incerte e contraddittorie» con cui si sta definendo la fase 2. E attaccato la scelta di puntare sul credito per sostenere un sistema produttivo soffocato dalla crisi di liquidità: così, avverte, si innesca un iper-indebitamento delle imprese che apre la strada anche al rischio di una «inaccettabile campagna di nazionalizzazioni». Chissà che ne pensa Bonomi della richiesta dei prestiti con garanzia pubblica chiesta dal quotidiano di riferimento di Confindustria. E se avrebbe preferito che il governo aprisse meno un paracadute in meno per tagliare qualche tassa in più. E sempre a proposito del Sole, oggi dovrebbe riprendere il processo penale a Roberto Napoletano. L'ex direttore è stato rinviato a giudizio il 29 ottobre 2019 per false comunicazioni sociali e manipolazione del mercato, per le presunte false dichiarazioni delle vendite del quotidiano politico, economico e finanziario. Il Tribunale di Milano ha fissato l'udienza per stamattina alle 11, dopo il rinvio di quella in calendario per il 16 aprile, saltata a causa del lockdown. Il processo, cominciato il 16 gennaio, è ancora nella fase della costituzione delle parti civili tra cui ci sono alcuni dipendenti, giornalisti ed ex dipendenti, azionisti.