2019-08-30
Anche il bello di «Notting Hill» contro Bojo: «Rovini il futuro dei miei figli»
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Alle 18 di ieri (le 19 italiane, ndr.) il numero delle firme continuava ad aumentare a ritmo vertiginoso. In meno di un giorno sono stati oltre un milione e mezzo i cittadini inglesi che si sono presi la briga di sottoscrivere la petizione presentata per fermare il blocco della Camere, che di fatto suona come una corsa verso il No Deal per Brexit. Nel testo si chiede che il Parlamento non sia «sospeso o sciolto a meno che e fino a quando il periodo dell'articolo 50 non sia stato sufficientemente esteso», in riferimento alla parte del Trattato di Lisbona sulle modalità con cui un paese può lasciare l'Ue, «o l'intenzione del Regno Unito di ritirarsi dall'Ue sia stata annullata».Un segno evidente che la mossa del primo ministro e l'assenso di Sua Maestà non hanno messo tutti d'accordo. Questa petizione parlamentare, che dovrà essere discussa a breve alla Camera, infatti, raccoglie solo i consensi dei cittadini britannici, ma on line ne sono lanciate almeno altre due. La piattaforma Change.org ha presentato un'istanza con un testo analogo che ha ottenuto altre 248.000 firme, mentre il parlamentare David Lammy, supporter della campagna People's Vote, che ha portato in piazza contro la Brexit migliaia di cittadini negli scorsi mesi, ha proposto un'altra petizione che in poche ore ha raccolto 60.000 consensi. In questa ridda di proteste, si è inserito con ieri pomeriggio anche l'attore Hugh Grant. Smessi i panni da bravo ragazzo che fa innamorare, Grant ha deciso di diventare protagonista a livello politico e ha lanciato un tweet contro Bojo che ha davvero lasciato di stucco gli appassionati del libraio di Notting Hill. «Tu non puoi rovinare il futuro dei miei figli, non puoi distruggere la libertà che mio nonno ha difeso combattendo due guerre mondiali» ha scritto Grant. Che in realtà al posto di distruggere e rovinare ha usato verbi più coloriti e per segnalare il suo disappunto ha apostrofato in modo volgare il primo ministro, definendolo come un «giocattolo di gomma da vasca da bagno troppo sopravvalutato». Un duro attacco, quello della star cinematografica, che ha ovviamente scatenato da un lato i consensi e dall'altro le polemiche. Con una bella fetta di inglesi che sono rimasti basiti per i suoi toni. Ma nella giornata di ieri in tanti hanno preso posizione contro la strategia del primo ministro rivelando uno stile inconsueto. Anche Philip Pullman, scrittore best seller, si è espresso in modo inusuale, considerando il suo stile misurato. In un tweet lanciato alle 9.35 ha scritto: "«Quando sento il nome "Boris Johnson" per qualche ragione mi vengono in mente le parole corda e palo della luce più vicino». Accusato di aver inneggiato alla violenza contro il primo ministro, dopo qualche ora, ha vergato un altro messaggio via social. «Il tentativo di Johnson di silenziare il Parlamento è un punto basso nella storia politica della nostra nazione… Solo per chiarezza: io non ucciderei il primo ministro e non voglio che nessun altro lo faccia. Ma non mi scuserò per la rabbia che provo (per la sua decisione, ndr); al massimo per l'intemperanza con cui l'ho espressa». Una presa di posizione che aggiusta il tono, ma mantiene l'insofferenza. Nelle ultime ore, poi, sono stati presentati due ricorsi legali contro la decisione di Johnson. Una richiesta urgente all'Alta Corte è stata avanzata da Gina Miller, che già nel 2016 era riuscita attraverso i tribunali ad imporre un passaggio in Parlamento prima dell'attivazione dell'articolo 50 per l'uscita dall'Unione. L'altra è stata avviata ad Edimburgo dal partito nazionalista scozzese.Da Nord a Sud, la mossa del primo ministro sta scatenando reazioni. E sabato la gente scenderà in strada per protestare a Glasgow, Leeds, Liverpool, Manchester, Newcastle, Nottingham, Oxford, Sheffield e York. Il loro grido di battaglia è comune: «Se tu blocchi il Parlamento, noi bloccheremo le strade!».