2023-03-01
«Rischio di una saldatura tra anarchici e Br»
La relazione del Dis, il Dipartimento delle informazioni per la sicurezza, evidenzia «nei ristretti ambienti dell’estremismo marxista-leninista» le iniziative «dirette a richiamare l’attenzione sui “prigionieri politici” delle Br-Pcc» sottoposti al 41 bis.Torino in grande allerta per la chiamata internazionale al corteo a sostegno di Alfredo Cospito.Lo speciale contiene due articoli.Per gli esponenti del Partito democratico, quella di Alfredo Cospito è una questione umanitaria. Ma per la nostra intelligence quella anarco-insurrezionalista è «qualificata» come «la più concreta e vitale» minaccia sul «fronte eversivo interno», con tanto di rischio di saldatura con quello che resta delle Brigate rosse. Un rischio caratterizzato «da componenti militanti determinate a promuovere, attraverso una propaganda di taglio fortemente istigatorio, progettualità di lotta incentrate sulla tipica “azione diretta distruttiva”» e che ha «registrato nuovo slancio sulla scia dei diversi pronunciamenti giudiziari emessi nel corso dell’anno a carico di militanti anarchici e, soprattutto, in relazione all’applicazione del regime carcerario del 41 bis al leader della Federazione anarchica informale/Fronte rivoluzionario internazionale (Fai/Ffri) Alfredo Cospito, da ottobre in sciopero della fame». L’ultima relazione del Dis, il Dipartimento delle informazioni per la sicurezza, censisce complessivamente 31 azioni eversive di stampo anarco-insurrezionalista: 14 contro obiettivi del settore tecnologia-comunicazione-trasporti, sei contro istituti di credito e Poste, cinque contro il settore delle forze dell’ordine, della Giustizia e delle carceri e due contro obiettivi militari. Ma non mancano azioni contro il car sharing Enjoy, l’industria marmifera, un partito politico e una rappresentanza politica estera in Italia. Particolare attenzione viene data «all’attentato incendiario compiuto ad Atene, nella notte del 2 dicembre, ai danni dell’autovettura privata di una rappresentante diplomatica italiana, rivendicato in lingua greca sul web, in solidarietà a Cospito, dall’evocativa sigla «Nuclei di vendetta Carlo Giuliani»». Un sito internet dell’area anarco-insurrezionalista aveva poi pubblicato la versione tradotta della rivendicazione e una nota che identificava il bersaglio: «Susanna Schlein, sorella maggiore della deputata Elly Schlein (in corsa nelle primarie del 2023 per la leadership del Partito democratico, ndr) e in procinto di intraprendere una brillante carriera diplomatica, è il Primo consigliere dell’Ambasciata d’Italia in Grecia». Il sito racconta nei dettagli l’attentato: «L’automobile privata della diplomatica, una Bmw parcheggiata nel garage della casa situata nel quartiere ateniese di Papagos, è rimasta distrutta a causa di un ordigno incendiario che, dopo essersi innescato, ha fatto scoppiare il serbatoio e gli pneumatici del veicolo. Un’altra bottiglia incendiaria, collocata sotto la seconda automobile della diplomatica, il veicolo di servizio, presumibilmente non si è innescata in tempo ed è stata ritrovata a seguito dell’incendio della prima automobile». Per le nostre barbe finte si tratta di «uno scenario che ha avvalorato valutazioni d’intelligence circa l’estensione e l’intensità dei collegamenti internazionali anarco-insurrezionalisti in grado di agire da moltiplicatore delle capacità offensive». La campagna a sostegno di Cospito ha fatto breccia anche «nei ristretti ambienti dell’estremismo marxista-leninista» dove «pur non emergendo concreti segnali di una riattivazione operativa, si sono continuate a rilevare, in termini di studio e propaganda, velleità di riproposizione della passata esperienza brigatista». Le «realtà d’area, anche estere, hanno aderito alla citata mobilitazione anarchica a sostegno di Cospito, con iniziative dirette a richiamare l’attenzione pure sui «prigionieri politici» delle Br-Pcc, anch’essi sottoposti al «carcere duro»». Nella galassia antagonista invece «si è assistito a […] azioni d’imbrattamento di opere d’arte, di sedi istituzionali e di aziende del comparto energetico, nonché, in alcuni casi, foriere di turbative all’ordine pubblico, come blocchi alla viabilità extraurbana». Sul fronte opposto, quello dell’estrema destra, a suscitare particolare allarme è «un pericolo in costante crescita», ovvero «l’attivismo sul web delle reti internazionali del suprematismo e dell’accelerazionismo, diffusori d’impulsi antisistema d’impronta razziale in grado di esaltare sentimenti di rancore sociale e d’incitare a una risposta violenta e indiscriminata contro il «sistema»». Gli analisti non hanno tralasciato i pericoli provenienti dai flussi migratori. «L’attenzione dell’Intelligence», spiegano, «si è soffermata sull’analisi delle principali rotte dell’immigrazione irregolare, sull’attivismo di trafficanti e facilitatori che, individualmente o in forma associativa, alimentano i trasferimenti irregolari verso l’Italia e l’Europa». E, soprattutto, «analoga attenzione è stata rivolta a eventuali infiltrazioni di estremisti nei flussi migratori». Poi individuano alcuni «network criminali». «La rotta del Mediterraneo centrale, caratterizzata da flussi che originano prevalentemente dalle coste libiche e tunisine, si conferma la principale direttrice di trasferimento via mare di irregolari in Italia». Il primo Paese di partenza è la Libia, dove viene segnalata «la presenza di strutturate reti criminali con proiezioni transnazionali». Qui è possibile trovare «un’offerta di «servizi» per i migranti irregolari estremamente flessibile in grado di adattarsi velocemente sia al quadro politico-securitario sia alla stagionalità delle condizioni meteo marine». Secondo gli analisti, «rilevante appare anche l’esistenza di un coordinamento tra trafficanti attivi nell’Ovest e nell’Est del Paese, con particolare riferimento all’afflusso di egiziani, nonché tra reti criminali libiche e reclutatori/facilitatori dei Paesi di origine e transito dei migranti. Sono stati rilevati collegamenti anche tra gruppi criminali libici [..] e trafficanti tunisini». Dalla Tunisia, però, le partenze verrebbero organizzate da «gruppi criminali prevalentemente autoctoni, non strutturati». Mentre il pericolo jihadista in Europa viene collegato a un attentato avvenuto nel giugno scorso a Oslo, capitale della Norvegia, rilevante per «il target selezionato», ovvero «la locale comunità Lgbtqia+». Si tratta di un obiettivo, spiegano gli analisti, «annoverato dalla narrativa jihadista tra i simboli della decadenza occidentale e, quindi, da colpire». Un focus, poi, è stato dedicato alla mafia nigeriana che, secondo il Dis, «si distingue nel panorama delinquenziale etnico per una spiccata efficienza operativa. Ciò, vale in particolare per i gruppi «cultisti», denominazione che identifica i sodalizi nigeriani maggiormente strutturati». Preoccupa anche la criminalità digitale: in aumento quelle riferibili a soggetti privati dei settori delle infrastrutture dei servizi, dei trasporti e del bancario. Infine, il conflitto russo-ucraino e i collegati sconvolgimenti internazionali, «tra cui l’utilizzo dell’energia», secondo il Dis, come arma da parte di Mosca», che «hanno determinato un’estrema volatilità dei prezzi delle commodity energetiche». L’analisi del Dis è allarmante: «Il perdurare o l’intensificarsi della crisi energetica impatterà, da un lato, il Centro-Nord sui piani occupazionale e della continuità aziendale, dall’altro, il Centro-Sud, su nuclei familiari e piccole realtà industriali, considerati i più bassi livelli reddituali e di concentrazione industriale».<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/anarchici-br-attentati-2659484447.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="a-firenze-gli-antifa-si-accodano-a-sindacati-e-pd" data-post-id="2659484447" data-published-at="1677674991" data-use-pagination="False"> A Firenze gli Antifa si accodano a sindacati e Pd Cgil, Cisl e Uil di Firenze hanno indetto una manifestazione, sabato 4 marzo, con l’intento di condannare la presunta «violenza squadrista» andata in scena lo scorso 18 febbraio fuori dal liceo Michelangelo, episodio a cui ha fatto seguito un pubblico scontro tra la preside dell’istituto e il ministro Giuseppe Valditara. L’iniziativa nasce come risposta all’appello delle Rsu delle scuole fiorentine, che hanno diramato un comunicato in cui chiedono «alle organizzazioni sindacali e a tutte le realtà democratiche e antifasciste di questa città e di questo Paese di schierarsi al nostro fianco». Bastano un episodio isolato e il richiamo retorico all’antifascismo per riaccendere gli animi nostalgici della sinistra che fu. E infatti nelle scorse ore è stata ufficializzata la partecipazione al corteo anche di Pd e M5s. Che sia questo un primo segnale di avvicinamento tra il nuovo partito di Elly Schlein e il movimento guidato da Giuseppe Conte? Senz’altro il Pd, ormai tutto diritti civili ed ecologismo, non aspettava altro che rievocare il buon vecchio nemico esterno: un’ondata di antifascismo è il richiamo periodico che serve a non far scappare la vecchia guardia. Che il clima non sia dei migliori lo testimonia anche il fatto che pare siano state riattivate alcune chat Telegram di studenti cosiddetti antifa. In particolare, su un canale chiamato Antifa Fi si parlerebbe espressamente di contrastare la presenza di neofascisti sul territorio, allertando l’intera comunità in caso di «avvistamento» di volantinaggi o attacchinaggi a ogni ora e in qualsiasi occasione, in modo da intercettare e rispondere «anche in modo violento contro la presenza neofascista». La preoccupazione maggiore, però, questo sabato non sarà a Firenze - dove pure si sta fomentando un clima piuttosto teso -, bensì a Torino, in cui nelle stesse ore sfilerà un corteo di anarchici contro la conferma del 41 bis per Alfredo Cospito. Per l’occasione, l’invito è stato esteso anche alle diverse cellule del movimento anarchico a livello internazionale. L’allerta, dunque, non può che essere alta. Nell’ultimo volantino firmato da Fai/Fri (Federazione anarchica informale/Fronte rivoluzionario internazionale), divulgato in seguito alla sentenza della Cassazione, è scritto: «A colpi di sentenze vengono seppelliti uomini e donne nelle galere e mutilati i loro rapporti di amicizia e amore. A colpi di esplosivi saranno colpite le strutture e mutilati gli uomini del potere». E prosegue: «Non saremo frettolosi. Ma, anzi, cauti e lucidi nell’affinare le nostre tecniche per colpire sempre più forte il potere». In questi anni alcune forze politiche hanno abusato molto del termine responsabilità. Ora ci chiediamo: è responsabile gettare benzina sul fuoco evocando, a fronte di un episodio isolato, un nemico inesistente, quando si è appena riacuita - in seguito alla scelta di un ministro della Giustizia sostenuto anche da loro, Marta Cartabia - la minaccia anarchica? Ci sono davanti anni di opposizione per raccogliere voti.