2024-07-19
Sigarette elettroniche: «Vietare gli aromi favorirebbe il crimine»
Direttiva Ue vuol bandire i «gusti». Roccatti (Anafe): così si va verso tabacco e contrabbando.Un’impresa paragonabile a una tappa del Giro d’Italia quella organizzata da Anafe ieri in un’andata e ritorno tra Torino e Sestriere di 200 km per 2.500 metri di dislivello. La «Ride 4 Vape», è un viaggio simbolico in bicicletta nato nel 2020 per sensibilizzare l’opinione pubblica sui danni della sigaretta tradizionale e sul rischio ridotto di quella elettronica. Umberto Roccatti, Presidente di Anafe Confindustria e Vicepresidente di Ieva, ex fumatore per 15 anni e attuale vaper, ne è un testimone incredibile. Anche quest’anno infatti è tornato in sella per concludere l’impresa, possibile grazie ai benefici fisici riconquistati dopo l’abbandono del fumo tradizionale, riuscito a grazie al passaggio alla sigaretta elettronica. Secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità, ancora oggi, un italiano su quattro è fumatore (24%). Un dato distante dall’obiettivo fissato dalla Commissione europea di ridurre il tasso di fumatori al 5% entro il 2040. Inoltre si stima che siano attribuibili al fumo di tabacco più di 93.000 decessi con costi diretti e indiretti pari a oltre 26 miliardi di euro (Tobacco Atlas - VI edizione).La scienza però ha ampiamente dimostrato che l’utilizzo delle e-cig è un’alternativa preferibile per la stragrande maggioranza dei fumatori che non riescono o non vogliono smettere di fumare (91% secondo Eurispes). Studi scientifici indipendenti rilevano una riduzione della tossicità delle e-cig di almeno il 95% rispetto alle sigarette tradizionali. Inoltre, una revisione del gruppo di ricercatori indipendente Cochrane, pubblicata a gennaio, conferma le potenzialità delle e-cig come strumento efficace per smettere di fumare, evidenziando la loro superiorità rispetto ai prodotti farmaceutici comunemente consigliati nelle tradizionali terapie di cessazione del fumo. «Flavour ban fuels crime» è il claim della quinta edizione che quest’anno pone l’attenzione sui pericoli di un eventuale divieto degli aromi nei liquidi per e-cig che potrebbe essere introdotto con la revisione della Direttiva europea sui prodotti del tabacco (Tpd).«I flavour», ha spiegato Roccatti, «sono essenziali per aiutare i fumatori adulti ad abbandonare le sigarette tradizionali, permettendo loro di disassuefarsi gradualmente dal gusto delle sigarette tradizionali». Non lo dice solo il presidente di Anafe perché il recente studio statunitense del National Bureau of Economic Research intitolato «The Effect of E-Cigarette Flavor Bans on tobacco Use» ha dimostrato che vietare gli aromi diversi dal tabacco nei liquidi per sigaretta elettronica ha come conseguenza indesiderata l’aumento dei tassi di fumo soprattutto tra i fumatori più giovani. Inoltre, il «flavour ban» ha già prodotto risultati negativi in tutti i mercati in cui è stato adottato. «I consumatori, inclusi i minori, hanno continuato ad acquistare questi prodotti sul mercato nero, che in alcuni casi arriva a rappresentare fino al 90% del totale. In Italia, il loro divieto creerebbe il più grande contrabbando dopo la cannabis e avrebbe un impatto negativo sulle entrate fiscali, che attualmente ammontano a circa 200 milioni di euro tra imposta di consumo e Iva» ha aggiunto Roccatti. Sigarette elettroniche più grande mercato illegale dopo quello delle droghe e secondo Anafe il flavour ban in sostanza lo favorirebbe non aiutando di contro né le imprese, né l’erario, né i consumatori, che, oltretutto, rivolgendosi al mercato nero andrebbero più facilmente incontro all’utilizzo di prodotti non controllati e quindi rischiosi dal punto di vista della salute. «Quello che il settore auspica», ha concluso Roccatti, «è che le Istituzioni europee si ispirino a politiche virtuose ed efficaci su questo tema, come quella italiana che ha scelto nel 2023 di regolamentare gli aromi, anche dal punto di vista fiscale, garantendo tra l’altro maggiori entrate erariali».
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