
Il presidente di Anafe, Umberto Roccatti: «La norma sulla vendita delle e-cig online spazza via un settore rispettoso delle leggi e non contrasta il mercato illegale».La Camera ha dato il via libera, in prima lettura, alla delega fiscale approvando un emendamento che mette in ginocchio l’e-commerce delle e-cig. Da un lato, introducendo il divieto di vendita online dei liquidi per le sigarette elettroniche con provenienza o approvvigionamento da paesi extra Ue; dall’altro lato escludendo l’invio a domicilio dei prodotti europei acquistati via internet e prevedendo esclusivamente l’obbligo di consegna presso tabaccherie, negozi di e-cig o farmacie e parafarmacie autorizzate da Adm. Un provvedimento che, sebbene intenda contrastare il mercato illecito, tutelare la salute dei minori e le entrate erariali, non risulta affatto efficace nel raggiungere tali finalità.Secondo Umberto Roccatti, presidente Anafe - Confindustria, l’associazione nazionale dei produttori di fumo elettronico: «È ingiustificabile che lo Stato spazzi via una filiera industriale autorizzata e lecita solo perché non riesce a trovare soluzioni efficaci per contrastare chi vende sul web senza rispettare le regole. La norma, così come formulata, non farà altro che alimentare il mercato nero online. Senza considerare i conseguenti ingenti danni per l’erario, nonché l’elevato pericolo per la salute dei consumatori, soprattutto dei più giovani».Anafe, pur condividendo le finalità dell’emendamento in questione, da anni avanza soluzioni differenti di controllo e di enforcement che non vadano a detrimento della vendita legale online, come ad esempio l’obbligo di verifica dei documenti di identità non solo al momento dell’acquisto ma anche della consegna.Per quanto concerne, invece, il contrasto al mercato illecito e di tutela delle entrate erariali, secondo Anafe, sarebbe stato più efficace l’introduzione di un’imposta di consumo sugli aromi con la relativa implementazione di tutto il quadro regolamentare previsto per i prodotti liquidi da inalazione senza nicotina, tra cui il regime di deposito fiscale.«Voglio ricordare che il nostro comparto è da sempre impegnato nel contrasto al mercato illecito e nella tutela della salute dei minori. Anafe, in più occasioni, ha fattivamente collaborato con le autorità per segnalare siti online e profili social che commercializzano prodotti illegali e di contrabbando. Alla luce di queste considerazioni, rinnoviamo al governo la nostra piena disponibilità al confronto e alla collaborazione» conclude Roccatti.
Un volo breve, un dirottatore Naif e un mistero ancora irrisolto. Ecco la storia del terrorista a bordo di Northwest 305.
Volodomyr Zelensky e Kyriakos Mitsotakis (Ansa)
Prima è stato in Grecia, oggi va a Parigi e domani in Spagna: il presidente ucraino ha la faccia tosta di pretendere gas, fondi e aerei dopo che i suoi hanno sperperato svariati miliardi per farsi i water d’oro.
Non indossa il saio del pentimento anche se assomiglia sempre più a Fra Galdino impegnato in una questua perenne. È Volodymyr Zelensky che ieri è andato in Grecia, oggi sarà a Parigi e domani in Spagna a chiedere soldi, energia e armi. Come il frate cercatore del Manzoni dice: noi siam come il mare che riceve acqua da tutte le parti e la torna a distribuire ai fiumi. Solo che i suoi fiumi sono gli oligarchi e gli amici dello stesso Zelensky, che si sono spartiti tangenti miliardarie mentre gli ucraini continuano a morire di guerra e di freddo. Lo scandalo sulla corruzione – che l’Europa conosceva dal 2021 attraverso una denuncia della sua Corte dei conti, ma che Ursula von der Leyen ha scelto di ignorare – non si placa e il presidente ucraino, mentre va in giro a fare la questua, ha annunciato profonde modifiche negli assetti istituzionali a cominciare da un radicale cambiamento della e nella Commissione per l’energia e ai vertici delle aziende di Stato, che ha chiesto al governo di presentare con urgenza alla Verkovna Rada, il Parlamento.
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Una tassa su chi non vota. L’idea l’ha lanciata il direttore della Stampa, Andrea Malaguti, per arrestare il calo della partecipazione popolare alle elezioni, sintomo - a suo dire - del declino della democrazia.
L’articolo 48 della Costituzione dice che votare è un dovere civico, cioè una specie di impegno morale, ma non un obbligo. Per l’illustre collega, invece, si dovrebbe essere costretti a partecipare alle elezioni. «Si va», ha spiegato, «con la forza». Non mi è chiaro se Malaguti preveda l’intervento dei carabinieri o, visto che «chi non va alle urne fa un danno alla collettività», quello degli esattori del fisco, per monetizzare il diritto a non esercitare un diritto (di voto). Quali che siano le procedure che il collega intende adottare per risolvere i problemi della crisi della democrazia, segnalo che il fenomeno dell’astensionismo riguarda ogni Paese occidentale.
Ansa
A San Siro gli azzurri chiudono in vantaggio i primi 45 minuti con Pio Esposito, ma crollano nella ripresa sotto i colpi di Haaland (doppietta), Nusa e Strand Larsen. Finisce 1-4: il peggior - e più preoccupante - biglietto da visita in vista dei playoff di marzo. Gattuso: «Chiedo scusa ai tifosi». Giovedì il sorteggio a Zurigo.






