
L'Ente, fondato dall'allora presidente dell'Agenzia spaziale, Roberto Battiston, è ora al verde. Tutto tace sulla denuncia per irregolarità di gestione presentata alla Corte dei conti.Non è un periodo facile per il settore dell'aerospazio in Italia. Dopo che la dalemiana Simonetta Di Pippo e il prodiano Roberto Battiston sono stati esclusi dalla corsa per la direzione generale di Esa, inizia a preoccupare la situazione economica della fondazione Amaldi. Un ente pubblico nato nel 2017 - con l'obiettivo di promuovere e sostenere la ricerca scientifica finalizzata al trasferimento tecnologico nel settore aerospaziale – che riceve finanziamenti dall'Asi; alla sua nascita il presidente pro tempore di Asi, Battiston, si era autonominato presidente della fondazione; nel primo ruolo proponeva un finanziamento che poi incassava nel suo secondo ruolo. I bilanci, essendo una fondazione, non sono pubblici. Sin dall'inizio non è stato mai del tutto chiarito il suo vero obiettivo. Tutt'ora sul sito internet, oltre a una lunga lista di incarichi e promesse, non è dato sapere quale sia davvero l'obiettivo per cui è nata, se non organizzare congressi o alcune pubblicazioni su ricerche scientifiche. Peraltro l'obiettivo «formale» è identico a quello istituzionale dell'Asi come ente pubblico generando quindi un'evidente doppione.Di sicuro c'è che la Fondazione è ospitata nella palazzina dell'Asi, dove i 15 funzionari hanno a disposizione un intero piano e anche la palestra in comodato d'uso gratuito con a carico della fondazione un contributo di 35.000 euro all'anno, per le spese di reception e vigilanza. Ma a quanto risulta alla Verità dentro le casse non sarebbe rimasto più neppure un euro. Tanto che la fondazione avrebbe già avvertito l'Asi che anche quest'anno l'affitto non sarà pagato. Il contratto scade il 31 dicembre del 2020 Strano verrebbe da dire. Perché a maggio, nella relazione che il consigliere Franco Massi della Corte dei Conti aveva stilato sull'Asi, evidenziava che erano «stati sottoscritti dalla Fondazione 22 progetti, di cui 8 regionali, 8 nazionali e 6 Esa-Eu, con un valore complessivo dei progetti R&S nel settore aerospaziale pari a 42,3 milioni di euro». Non solo. «Questa Corte» si legge «ha inoltrato una richiesta istruttoria sui motivi dei ritardi delle attività citate. L'Ente ha reso noto che i ritardi sono imputabili alle operazioni di valutazione e conseguente affidamento da parte di Enti terzi (europei, nazionali e regionali) che gestiscono i bandi». Questo significa che i progetti indicati non erano affatto stati acquisiti ma la fondazione aveva soltanto partecipato alla selezione per ottenerli; e se di soldi non ce ne sono più significa che qualcosa non ha funzionato per il verso giusto e che la relazione della corte dei conti era forse «troppo ottimista».Per di più è proprio dal 2018 che la Amaldi ha iniziato a creare non poco imbarazzo tra gli addetti ai lavori. Anche perché Battiston è stato bipresidente per quasi 2 anni consecutivi. C'è chi se ne è accorto decidendo di inviare una segnalazione sempre alla Corte dei Conti per le irregolarità nella gestione. La lettera, inviata allo stesso consigliere Massi, magistrato di controllo dell'Asi, è del 25 gennaio del 2019. A due anni di distanza viene da domandarsi come mai la magistratura contabile non si sia ancora mossa (notizie di archiviazione non ne sono arrivate) anche perché l'esposto del subcommissario Giovanni Cinque è molto circostanziato e con tutta probabilità potrebbe anche essere di interesse sia della Procura della Corte dei conti che della Procura di Roma. Cinque scrive che l'incarico di presidente di Asi non è compatibile con quello di presidente della fondazione Amaldi, in quanto ente di diritto privato regolato e finanziato dall'Agenzia spaziale italiana medesima. Cinque indica anche come la nascita della fondazione sia stata anomala, sia perché nata grazie alla fusione con il consorzio Hypathia che si è sempre occupato di ambiente, mai di spazio. In più la Amaldi non ha mai pagato gli spazi dove è ospitata dall'Asi, anche se erano stati offerti a un prezzo di appena 35.000 euro all'anno, a fronte di un utilizzo di superficie quantificato in 130.500 euro.
Da sinistra: Piero De Luca, segretario regionale pd della Campania, il leader del M5s Giuseppe Conte e l’economista Carlo Cottarelli (Ansa)
La gabella ideata da Schlein e Landini fa venire l’orticaria persino a compagni di partito e possibili alleati. Dopo la presa di distanza di Conte, il dem De Luca jr. smentisce che l’idea sia condivisa. Scettici anche Ruffini (ex capo dell’Agenzia delle entrate) e Cottarelli.
«Continuiamo così: facciamoci del male», diceva Nanni Moretti, e non è un caso che male fa rima con patrimoniale. L’incredibile ennesimo autogol politico e comunicativo della sinistra ormai targata Maurizio Landini è infatti il rilancio dell’idea di una tassa sui patrimoni degli italiani. I più ricchi, certo, ma anche quelli che hanno già pagato le tasse e le hanno pagate più degli altri.
Jannik Sinner (Ansa)
All’Inalpi Arena di Torino esordio positivo per l’altoatesino, che supera in due set Felix Auger-Aliassime confermando la sua solidità. Giornata amara invece per Lorenzo Musetti che paga le fatiche di Atene e l’emozione per l’esordio nel torneo. Il carrarino è stato battuto da un Taylor Fritz più incisivo nei momenti chiave.
Agostino Ghiglia e Sigfrido Ranucci (Imagoeconomica)
Il premier risponde a Schlein e Conte che chiedono l’azzeramento dell’Autorità per la privacy dopo le ingerenze in un servizio di «Report»: «Membri eletti durante il governo giallorosso». Donzelli: «Favorevoli a sciogliere i collegi nominati dalla sinistra».
Il no della Rai alla richiesta del Garante della privacy di fermare il servizio di Report sull’istruttoria portata avanti dall’Autorità nei confronti di Meta, relativa agli smart glass, nel quale la trasmissione condotta da Sigfrido Ranucci punta il dito su un incontro, risalente a ottobre 2024, tra il componente del collegio del Garante Agostino Ghiglia e il responsabile istituzionale di Meta in Italia prima della decisione del Garante su una multa da 44 milioni di euro, ha scatenato una tempesta politica con le opposizioni che chiedono l’azzeramento dell’intero collegio.
Il sindaco di Milano Giuseppe Sala (Imagoeconomica)
La direttiva Ue consente di sforare 18 volte i limiti: le misure di Sala non servono.
Quarantaquattro giorni di aria tossica dall’inizio dell’anno. È il nuovo bilancio dell’emergenza smog nel capoluogo lombardo: un numero che mostra come la città sia quasi arrivata, già a novembre, ai livelli di tutto il 2024, quando i giorni di superamento del limite di legge per le polveri sottili erano stati 68 in totale. Se il trend dovesse proseguire, Milano chiuderebbe l’anno con un bilancio peggiore rispetto al precedente. La media delle concentrazioni di Pm10 - le particelle più pericolose per la salute - è passata da 29 a 30 microgrammi per metro cubo d’aria, confermando un’inversione di tendenza dopo anni di lento calo.






