2024-03-23
Amadou Abdramane: «Grazie Italia, in Niger basta con i francesi»
Il colonnello Amadou Abdramane (Ansa)
La voce della giunta militare del Paese: «I vostri soldati stanno addestrando egregiamente il nostro esercito. Siamo aperti a cooperazioni in campo migratorio. Americani via da Niamey, non ci rispettano. Senza Parigi combatteremo meglio i terroristi».La visita del capo del Comando operativo del vertice interforze Francesco Paolo Figliuolo e del Segretario Generale della Farnesina Riccardo Guariglia in Niger, la settimana scorsa, ha visto la conferma dell’impegno militare italiano nel Paese africano. L’incontro con il ministro della Difesa ed il ministro degli Esteri nigerino è stato definito molto positivo dal generale Figliuolo e sono già riprese le operazioni di addestramento delle forze nigerine da parte del contingente italiano formato da 350 militari inquadrati nell’operazione Missione bilaterale di supporto alla Repubblica del Niger (Misin) attiva dal 2018. Il Niger è uno stato chiave per la stabilità del Sahel e la presa di potere di una giunta militare ha profondamente cambiato gli equilibri. Il colpo di Stato che ha rovesciato il presidente Mohamed Bazoum aveva provocato una reazione internazionale di condanna e la Francia aveva per settimane cercato di convincere la Comunità economica dell’Africa Occidentale (Ecowas) a intervenire militarmente. Nel frattempo a Niamey si erano scatenate le proteste contro Parigi arrivando ad assaltare l’ambasciata francese e a chiedere all’ambasciatore di lasciare il paese. Dopo di lui era stato il turno dei militari francesi a dover abbandonare il Niger. Il Consiglio nazionale per la Salvaguardia della Patria, questo il pomposo nome della giunta militare, nel dicembre scorso aveva annunciato la fine di tutti gli accordi di difesa e cooperazione anche con l’Unione Europea ed in una rapida escalation pochi giorni fa è stato il turno degli americani caldamente invitati a lasciare lo stato africano. Il portavoce dei militari al potere a Niamey, il colonnello Amadou Abdramane, è il volto pubblico del Consiglio nazionale per la Salvaguardia della Patria ed appare alla televisione nazionale ogni settimana per informare il popolo nigerino su ciò che accade.Colonnello Abdramane perché avete deciso di espellere i soldati americani dal Niger? «Non vogliamo che se ne vadano solo i militari, deve andarsene anche il personale civile perché questo è il volere del popolo nigerino. Gli Stati Uniti hanno offeso il nostro Paese facendo arrivare a Niamey una delegazione guidata dal vice-segretario di Stato per gli affari africani Molly Phee senza nessun invito ufficiale. Non hanno rispettato le regole della diplomazia e poi ci hanno minacciato di ritorsioni se non avessimo permesso agli americani di restare in Niger. Devono abbandonare subito la grande base aerea di Agadez e lasciare il nostro Paese».Un incidente diplomatico è sufficiente ad interrompere i rapporti con gli Stati Uniti?«La presenza dei militari americani non è utile al Niger e questa è la dimostrazione che non rispettano la volontà del nostro popolo. Tutti i soldati statunitensi da oggi sono presenti illegalmente sul nostro territorio, la collaborazione è finita e chiedo con forza che i 1.100 soldati di Washington lascino il paese. Abbiamo tollerato molte mancanze da parte degli Stati Uniti, ma i nostri sforzi sono stati inutili. La delegazione arrivata unilateralmente voleva far cambiare i piani del governo nigerino, ma noi siamo saldi nelle nostre scelte così come quando abbiamo cacciato i francesi». L’esercito del Niger si trova in una situazione difficile soprattutto nell’area dei tre confini dove il terrorismo islamico imperversa. Come riuscirà ad arginare quest’offensiva? Chiederete aiuto al Wagner Group?«Il Niger è uno Stato sovrano che può collaborare con chi vuole e non ha bisogno del permesso di nessuno. Noi facciamo parte dell’Alleanza del Sahel, un solido piano di sostegno militare portato avanti con i nostri fratelli di Mali e Burkina Faso ed insieme possiamo sconfiggere il pericolo del terrorismo islamico. Lo combatteremo veramente non fingeremo come facevano i francesi soltanto per farci credere che la loro presenza fosse indispensabile. Sono stati nel Sahel per anni e le cose sono andate sempre peggiorando, ma oggi la Francafrique non esiste più e aspettiamo che tutti gli Stati dell’Africa occidentale si uniscano a noi». È un caso che fosse presente il vice-ministro degli esteri russo Yunus-bek Yevkurov proprio nei giorni in cui i militari americani venivano sfrattati?«La visita del vice-ministro russo era programmata e rispettava tutti i canoni diplomatici. Il governo nigerino ha ottimi rapporti con la Federazione Russa così come li hanno i nostri vicini (il leader della giunta Abdourahmane Tchiani è stato fra i primi a congratularsi con Putin per la vittoria elettorale ndr)». Avete invece confermato l’impegno con le forze armate italiane che sono in Niger da quasi 6 anni.«La delegazione italiana è stata accolta con grande piacere a Niamey perché i suoi soldati stanno lavorando egregiamente nell’addestramento del nostro esercito. L’Italia porta avanti diversi progetti di cooperazione che noi apprezziamo e che vogliamo confermare. Conosciamo bene la differenza fra la Francia e l’Italia e sappiamo che non tutti gli europei sono come i francesi che hanno sempre e soltanto sfruttato il Niger. Il governo nigerino è aperto ad incontrare chi rispetta il nostro popolo e chi capisce che il colonialismo ed il neo-colonialismo sono finiti». Il Niger potrebbe lavorare con l’Italia a nuovi progetti di cooperazione anche a livello di gestione migratoria?«Ripeto il Niger è uno Stato sovrano che può collaborare con chi ritiene che faccia i propri interessi nel modo migliore. L’Italia è un Paese importante e noi siamo disposti ad ascoltare tutti».
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