2020-09-22
Altro flop per Pd e M5s uniti. Il centrodestra stravince in Liguria
Giovanni Toti si riconferma governatore e sbaraglia il candidato unitario dei giallorossi: come in Umbria, l'accordo si rivela un disastro.Per la maggioranza giallorossa la disfida ligure tra giornalisti è finita male. Anzi, malissimo: molto peggio di quanto fosse prevedibile. Giovanni Toti, governatore uscente per il centrodestra ed ex direttore di Studio Aperto e del Tg4, ha sconfitto di 15 punti Ferruccio Sansa, l'inviato speciale del Fatto quotidiano scelto dal Movimento 5 stelle e dal Partito democratico come candidato comune. In base ai voti di 849 sezioni scrutinate su 1.759, Sansa si è fermato al 40%, mentre Toti ha stravinto con il 55,2%. Quindi la coalizione di centrodestra non solo conserva la Regione che nel maggio 2015 aveva strappato al centrosinistra (e che incidentalmente ha dato i natali al fondatore del M5s, Beppe Grillo), ma si rafforza di oltre dieci punti rispetto al 34,4% raggiunto cinque anni fa. L'accordo per un candidato unitario da parte del Pd e del M5s, che in questa tornata elettorale era stato raggiunto solamente in Liguria, non è servito ai giallorossi. Sulla carta la scelta era promettente, visto che la somma tra i consensi ottenuti nel 2015 dalla candidata del centrosinistra Raffaella Paita (27,8%) più quelli della grillina Alice Salvatore (24,8%) era superiore di oltre 18 punti al risultato di Toti. Ma nessun voto si ripete mai come somma aritmetica dei risultati precedenti, e nella campagna 2020 Pd e M5s hanno dovuto fare i conti con un dato nuovo ed evidentemente insuperabile: e cioè quel 62% di liguri che valuta positivamente l'amministrazione di centrodestra. Così, se già i sondaggi d'inizio settembre lasciavano presagire una discreta vittoria di Toti, il risultato finale è stato molto più netto. E l'alleanza tra democratici e grillini in Liguria ha fatto un flop disastroso, esattamente com'era accaduto lo scorso ottobre alle elezioni regionali in Umbria (centrodestra al 57,6% contro giallorossi al 37,5%).La popolarità di Toti ha messo le ali anche al movimento che il governatore ha fondato nell'agosto 2019, uscendo da Forza Italia: «Cambiamo!» ha preso il 23,5% e oggi è il primo partito della Liguria. Al secondo posto si piazza il Pd, con il 20,5% (in brusco calo rispetto al 25,6% del 2015), e al terzo la Lega, con il 16,4% (era il 20,2% nel 2015, ma in Liguria il partito di Matteo Salvini arretra soprattutto rispetto al record assoluto delle europee del 2019, quando aveva preso il 33,9%). Seguono nell'ordine: Fratelli d'Italia con il 10,3% (dal 3,1% di cinque anni fa), il M5s con l'8,4% (dal 22,3%), Forza Italia con il 4,8% (dal 12,7%). L'alto gradimento del governatore trae origine da alcuni buoni risultati della sua amministrazione: l'efficienza con cui è stata affrontata l'emergenza sanitaria del Covid-19, la gestione dell'emergenza dopo il crollo del Ponte Morandi e soprattutto la velocissima ricostruzione del viadotto, inaugurato lo scorso 3 agosto a meno di due anni dal disastro. Sansa ha ammesso la sconfitta verso le 18,30: «L'avventura è finita, ma le battaglie si combattono anche quando sono difficili o impossibili», ha detto. Poi, in cerca di giustificazioni, ha aggiunto: «Abbiamo avuto 50 giorni di campagna con agosto di mezzo, il ponte strumentalizzato, l'emergenza sanitaria…». Quasi nello stesso istante, Toti ha dichiarato: «Questa è una vittoria del buongoverno di questi cinque anni, mentre la sinistra nell'unico esperimento che ha coalizzato le forze di governo ha perso molti punti rispetto alla somma del 2015. Grazie, Liguria! Ora altri cinque anni insieme per rendere meravigliosa la nostra regione».
Matteo Salvini (Imagoeconomica)
La stazione di San Zenone al Lambro, dove il 30 agosto scorso un maliano ha stuprato una 18enne (Ansa)