2019-01-14
Altro che Prozac. Se la vita ha smesso di sorridervi il rimedio è un diario
Non abusate di farmaci. La depressione si può combattere in modi più efficaci. Per esempio scrivendo pensieri positivi.Perché la nostra vita migliori dobbiamo metterci dentro il più possibile di cose che ci danno gioia. Quante volte ci siamo svegliati al mattino dicendo: oggi farò in modo che sia una giornata speciale? Proviamo a svegliarci al mattino e dirci: farò tutto il possibile, qualsiasi cosa succeda, per essere contento. Le solite istruzioni di pensieri positivi suonano un tantino ingenue, per non usare termini più crudi. Certo la psicanalisi freudiana, con le sue strane affermazioni, il complesso di Edipo, il bambino perverso polimorfo, è molto più esplosiva. Ha decisamente un'aria più intelligente. Il pensiero positivo sono i consigli che può dare la vecchia zia saggia, la portinaia; il motivo per cui mi sono messa a distribuire gli stessi consigli è il fatto che ho sperimentato di persona che funzionano. Ingenuo, che vuol dire semplice, non vuol dire stupido. Per aumentare la nostra capacità di apprezzamento, occorre esercitarla. Tengo corsi online di ottimismo, le persone che li seguono hanno l'obbligo di spedirmi tutte le sere una mail e in questa mail devono scrivere le tre cose migliori che sono successe nella loro giornata. Questo esercizio (sperimentato dallo psichiatra Martin Seligman negli Usa sistematicamente sui suoi studenti, i familiari, gli amici e tutti quelli che è riuscito a raggiungere e convincere a questa autodisciplina), da solo, ha cambiato la vita delle persone. Dopo due o tre mesi di questa pratica costante, le cose cambiano, perché cambia la maniera di guardarle.I motivi per cui un esercizio così banale ha un successo strepitoso sono tre. Primo, le persone sono costrette per la prima volta in vita loro a tenere l'attenzione concentrata su quello che nella loro vita funziona. Per quanto una giornata possa essere stata disastrosa, ci sono tre momenti meno peggiori degli altri; e nell'entusiasmo di raccontarli, perché qualcuno dall'altra parte del computer li leggerà, istintivamente, inconsciamente, si continuano a cercare ogni giorno di più cose piacevoli da poter scrivere. Il secondo punto fondamentale è che il terapeuta si rende conto delle straordinarie potenzialità degli scriventi. Certo, vede la loro vita da un punto di vista molto favorevole, da una mail dove loro sono stati costretti a scrivere solo quello che funzionava, ma questo permette al terapeuta di rendersi conto delle potenzialità e, quindi, di rimandare al paziente tutta la sua infinita fede nelle potenzialità. Terzo: per la prima volta nella vita, si sperimenta una cosa straordinaria, cioè la possibilità di attirare l'attenzione su di noi, stando bene.La mia mamma era molto depressa, a volte era persa dentro la sua tristezza. Per attirare la sua attenzione, mi ammalavo, non simulavo, mi ammalavo sul serio, ho passato metà della mia infanzia stando male, ne avevo sempre una. Ho rischiato anche di perdere un anno scolastico, di dover ripetere la quinta elementare, tanto alto era il numero di assenze che avevo fatto. Stavo male e la mia mamma si ricompattava, perdeva lo sguardo nel vuoto, ricominciava a guardarmi, mi raccontava fiabe, spremeva arance, faceva le cose che in genere si fanno quando i bambini sono malati. Tutti noi abbiamo sperimentato che aumentiamo la nostra visibilità lamentandoci, stando male; questo è lo schema del vittimismo. Per la prima volta, la persona attirerà l'attenzione del terapeuta, invece, raccontandogli quello che funziona. Se smette di farlo, se si lamenta, se non manda una mail una sera, il terapeuta l'abbandonerà: abbiamo invertito lo schema. L'esercizio funziona. Potete farlo mandando la mail a qualcuno; questo è molto interessante perché rafforza la nostra volontà, ci impedisce di mollare e c'è sempre la giornata buia dove abbiamo la tentazione di non fare l'esercizio, ma possiamo farlo anche da soli. Per inciso, la sera prima di andare a letto devo leggere la lunga lista delle cose andate bene, che le persone mi scrivono una dopo l'altra nelle loro mail. È bellissimo! Mi dispiace molto che, per motivi di segreto professionale, distruggo immediatamente queste mail, perché leggerle una dopo l'altra è veramente bellissimo e sarebbe strepitoso raccoglierle in un libro. Quando ho finito di leggere, spengo la luce e mi addormento sorridendo.La medicina e la psicologia hanno il compito di curare i malati e i malati sono coloro che hanno una percezione sbagliata della realtà. Ritorniamo alla vecchia distinzione tra nevrotici e psicotici: lo psicotico crede che due più due faccia cinque, il nevrotico sa che fa quattro, ma non gli piace. Se la percezione della realtà è alterata, la necessità di aiuto è assoluta e questi sono i casi dove medicina, psicologia e psichiatria hanno ottenuto i risultati più brillanti. Se la nostra percezione della realtà è corretta, allora cominciamo a mettere in conto di poter fare da soli. Se proprio non riusciamo, allora forse abbiamo bisogno di brevi e circoscritti periodi di un aiuto esterno, che è appunto un aiuto. Il capitano della sua anima resta il paziente, non deve mai diventare il terapeuta. Tutte le volte che il paziente percepisce il terapeuta come l'unico salvatore della sua vita, c'è qualcosa di eccessivo. La famiglia del paziente, disfunzionale finché si vuole, è comunque il gruppo che l'ha tenuto in vita, che ha permesso la sua sopravvivenza, che ha pagato il suo cibo e - spesso - che sta pagando la psicoterapia. Una psicoterapia che pretenda una presenza costante del terapeuta è sempre pessima: sta creando una dipendenza.Ci sono terminologie che mi terrorizzano. La pretesa della psicanalisi di andare «nel profondo», smontare il paziente e poi rimontarlo. Ci sono patologie gravissime, guarite grazie all'amore e alla felicità. E ora rispondo all'obiezione: nessuno può essere felice se stanno per bruciarlo vivo. Molti martiri cristiani lo erano, sono andati al rogo cantando e hanno continuato a cantare mentre bruciavano. Lo stesso vale per molti catari bruciati come eretici. Gli ebrei avrebbero potuto evitare i roghi di Tomás de Torquemada, se avessero rinunciato alla loro fede e non lo hanno fatto. Il dialogo di Giordano Bruno prima di essere bruciato vivo è di una potenza e di una serenità sconvolgenti. La mente umana può tutto.La sera prima di andare a letto fate il ripasso di tutte le cose belle che vi sono successe durante la giornata e decidete qual è quella per cui siete più grati. Questo consiglio cambia la nostra vita se applicato sistematicamente. Occorrono dai tre ai sei mesi perché cominci a funzionare. Per coloro che siano rigidamente atei, assolutamente abbarbicati alla teoria biochimicamente inverosimile, che la vita si sia creata da sola per aggregazione spontanea di atomi, c'è l'opzione B: sostituire la gratitudine con la semplice contentezza, ma è più difficile. La gratitudine è meglio. Ci dà l'assetto di neurotrasmettitori assolutamente perfetto. Chi è grato delle cose che la vita (Dio, il caso, il destino, il partito) ci ha dato, il letto dove dormiamo, il cibo che mangiamo, il respiro, sì insomma tutto il resto, vivono meglio e sono più sani. Gli uomini che provano gratitudine tutte le volte che urinano, si ammalano con minore frequenza di ipertrofia prostatica. Quali sono i vantaggi di questa tecnica? Migliore sonno.Io sono stata una depressa cronica per decenni, sempre scontenta, un consumatore perenne del mitico Prozac, che onestamente non è questo granché. La notte la serotonina si abbassa e la melatonina si alza in tutti noi. Di notte tutti i gatti sembrano neri, cioè tutto sembra difficile, tutto sembra insopportabile. Che sia come pagare imposte e tasse o la situazione mondiale, non ci pensate di notte. Se normalmente ho una leggera depressione e la mia serotonina si abbassa mentre mi addormento, arriverò a una depressione media; se già prima di addormentarmi sono nella depressione più nera, la notte diventerà angoscia, l'angoscia mi terrà sveglia, avrò gli occhi sbarrati nel buio e l'orrore riempirà la mia mente. Prima di addormentarmi quindi faccio l'esercizio descritto nel piccolo e ingenuo corso di psicologia positiva: ripensa a cosa ti è successo di bello da questa mattina.Migliore veglia.I giorni successivi si farà molta attenzione a tutte le cose positive, così da facilitare l'esercizio, cioè si sposterà l'attenzione dalle cose che non amiamo a quelle che amiamo. Far scrivere ai pazienti le tre cose migliori che sono successe accelera la terapia e il cambiamento. Occorre autodisciplina, un'autodisciplina eroica, occorre farlo per mesi, sempre, anche nei giorni in cui è arrivata la notizia che non volevamo arrivasse, anche quando non ne abbiamo nessuna voglia. La felicità occorre volerla, perché si raggiunge con l'autodisciplina. I risultati sono stati spettacolari. In sei mesi tutti i partecipanti hanno cambiato la loro maniera di vedere la vita e di viverla. Abbiamo detto di mettere cose positive nella nostra vita. Quindi, esaminiamo più da vicino cosa intendiamo per «cose positive». È evidente che le cose che sono positive per qualcuno, non lo sono per altri. Ci sono, però, alcune cose che sono buone per tutti, anzi indispensabili per tutti.Almeno un'ora di passeggiata al giorno, con qualsiasi tempo, soprattutto in inverno, quando di ultravioletti ce ne sono di meno e quindi occorre restare all'aperto di più per avere la nostra quota. Camminare produce serotonina, l'azione del sole sulla pelle produce serotonina. Sei depresso? Alzati e cammina. Uno dei motivi per cui la depressione è aumentata del 1.200% è che ci siamo allontanati dal movimento e dal sole.Antiossidanti, omega 3, sotto forma di alimenti o di capsule, aiuteranno le nostre arterie e le arterie fanno sempre comodo e sono un antidepressivo naturale. E poi spremute di arancia rossa e mirtilli, olio di oliva, semi di girasole e sesamo, qualche noce tutti i giorni.Infine, moltissima acqua. Queste regole, applicate con fanatica regolarità, possono cambiare la nostra vita, già nel giro di qualche settimana. E poi l'ultimo pilastro: la generosità. Moltiplicare il pane e i pesci, che ce ne sia per noi e per gli altri. Siamo generosi con la gratificazione: diciamo grazie a chiunque ci abbia fatto una gentilezza o un favore, a chiunque ci abbia reso un servizio, anche un servizio per cui era pagato, che era suo dovere darci. Siamo generosi con il denaro: è lo schema del miliardario filantropo. Dando un po' del mio denaro, segnalo al mio io inconscio che sono ricco, forte, me lo posso permettere. L'io inconscio userà tutta la sua potenza per farmi guadagnare ancora.
Papa Leone XIV (Getty Images)
Sergio Mattarella con la mamma di Willy Monteiro Duarte (Ansa)
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L'amministratore delegato di Mediobanca Alberto Nagel (Imagoeconomica)