2019-10-15
Altro allarme attentato nella polizia. Parigi trema: jihad dentro lo Stato
Tensione a un corso per agenti. Segnalata arma non autorizzata, fermato un uomo. Intanto si allarga la rete del killer della prefettura: cinque arresti. Turista francese assassinato in Tunisia al grido di «Allah akbar»Dopo l’attentato alla prefettura di Parigi, la polizia francese è diventata un’istituzione sorvegliata speciale. Ieri gli uomini del Raid e della brigata Bri - due unità d’élite della polizia d’Oltralpe - sono intervenuti addirittura in un centro di formazione della polizia stessa. I fatti sono avvenuti a Lognes, nel dipartimento della Seine-et-Marne, a est di Parigi. Le Parisien ha dato per primo la notizia, segnalando che attorno al centro c’erano diversi veicoli della polizia e delle forze d’intervento. L’azione è scattata dopo che, verso le 8.30 del mattino, agli addetti alla sicurezza all’ingresso dell’edificio, è sembrato di riconoscere la sagoma di una pistola in una borsa. Nel frattempo però l’individuo che la portava si era mescolato alla folla dei partecipanti ai corsi.Alle 13.37, un tweet dell’account ufficiale della polizia della Seine-et-Marne confermava: «Un’operazione di polizia è in corso al centro di formazione del ministero dell’Interno a Lognes, in seguito ad un allarme». Il testo precisava anche che si trattava di un’operazione «per levare i dubbi» circa l’eventuale presenza di un terrorista. Quasi nello stesso momento, il ministero dell’Interno precisava a Le Parisien che «nessun sospetto è stato identificato, né è stata trovata un’arma. Nessuno colpo è stato sparato». Il ministero conferma anche che «nulla impedisce a dei poliziotti di venire in formazione in possesso della propria arma di servizio. Tutto dipende dalle formazioni da essi seguite. A Lognes, non c’è solamente del personale amministrativo».Durante tutto il pomeriggio, gli uomini dei reparti speciali della polizia hanno continuato a setacciare tutta l’area del centro di formazione. Attorno alle 15 sono entrati in azione anche gli artificieri con le unità cinofile, questo per ispezionare l’auto di un uomo fermato. Un fermo che invalidava le parole del ministero dell’Interno di un paio d’ore prima. Un altro segno della confusione che sembra regnare nel ministero guidato da Christophe Castaner. Alle 17 è arrivato un ulteriore colpo di scena. Un uomo è stato effettivamente fermato. L’individuo - che non era armato - è stato portato per accertamenti al commissariato di Meaux. Mentre chiudeva questa edizione non erano disponibili altre informazioni sull’individuo fermato.Tutto questo è accaduto solo tre giorni dopo il sequestro delle armi di servizio a due poliziotti sospettati di essersi radicalizzati, come ha scritto La Verità. L’intervento di ieri al centro di formazione della polizia ha mostrato quanto la tensione sia alta all’interno delle forze dell’ordine francesi, a causa delle possibili infiltrazioni islamiste. Tra gli stessi poliziotti si è insinuato il dubbio che il collega di pattuglia o di ufficio possa improvvisamente trasformarsi in un macellaio pronto ad uccidere per conto di una organizzazione terroristica islamica.Nel frattempo, continuano le indagini nell’entourage di Mickaël Harpon, il terrorista originario della Martinica, convertito all’islam. Ieri, fonti vicine alle indagini, riprese dai media transalpini, hanno indicato che cinque persone a lui vicine sono state arrestate nel nord della regione parigina. Gli arresti sono avvenuti a Gonesse, Sarcelles e Le Thillay. Gli inquirenti non hanno rivelato le identità di quattro dei cinque arrestati. L’unico nome a circolare è stato quello di Ahmed Hilali, che fino a una settimana fa era uno degli imam di Gonesse. Hilali è stato arrestato verso la mezzanotte di domenica dagli uomini della direzione generale della sicurezza interna. Il religioso islamico aveva dichiarato il 9 ottobre scorso a Franceinfo di non aver mai parlato con il terrorista entrato in azione dentro la prefettura. Poi si era sprecato in giustificazioni dicendo che Harpon era «molto discreto», che non sapeva che lavoro facesse né dove abitasse. Quindi l’ex imam aveva assicurato il proprio sostegno a Emmanuel Macron che, dopo l’attentato, aveva detto che bisogna sconfiggere l’«Idra islamista».Nonostante i tentativi da parte di Hilali di relativizzare la propria vicinanza al mondo salafita, subito dopo l’attentato, hanno iniziato a circolare voci sulle frequentazioni dell’assassino e sull’ex imam di Gonesse. Si è appreso che questi in passato aveva ricoperto l’incarico di iman nella cittadina di Sarcelles dove, nel 2015, era stato raggiunto da un provvedimento di espulsione a causa delle sue prediche e frequentazioni radicali. Come spesso avviene in Francia - dove regna il politicamente corretto - le voci sono state bollate come attacchi ai musulmani. Peccato che durante l’audizione all’Assemblea nazionale, lo stesso Castanter abbia chiarito che, effettivamente, il religioso aveva ricevuto un «obbligo di lasciare il territorio francese», ma che questo «non è stato eseguito» anche perché gli è stato «accordato un titolo [di soggiorno, ndr] valido perché ha un figlio ed è sposato». Va anche detto che tanto i dirigenti della moschea di Sarcelles quanti quelli della moschea di Gonesse (dopo l’attentato) hanno licenziato Hilali. Francia nel mirino islamista anche in Tunisia: ieri Biserta, 65 chilometri a nord di Tunisi, un turista francese è stato ucciso con una pugnalata al grido di «Allah akbar» da un giovane tunisino che ha ferito anche un militare prima di darsi alla fuga.
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