2022-02-01
Altra bufera sul calcio. se ne va Dal Pino
True
Nuova bordata sul pallone italiano, abituato a navigare in acque tempestose: Paolo Dal Pino, presidente della Lega Serie A, si è dimesso. Motivi privati, si legge nel comunicato diffuso ieri, culminati con la decisione di trasferirsi armi e bagagli con la famiglia negli Stati Uniti d'America.«In gennaio ho trasferito in California il centro della mia vita professionale e familiare. È pertanto impossibile continuare nel mio ruolo di presidente della Serie A», esordisce l'ormai ex numero uno di via Rosellini a Milano, riferendosi all'azienda di cui è amministratore delegato, la Telit, che gli ha chiesto un impegno a tempo pieno oltreoceano. Non lesinando dettagli sull'incarico ricoperto negli ultimi, turbolenti due anni: «Ho cercato di affrontare i temi critici della governance della Serie A e dell’innovazione, portando avanti la creazione di una media company e l’ingresso nel capitale dei fondi privati. Il primo progetto è stato realizzato nei fatti con il centro Ibc di Lissone grazie al lavoro della struttura della Lega e spero che a breve avvenga anche la trasformazione della governance con un modello di public company. La proposta dei fondi si è invece arenata per i motivi che conoscete. La bontà del progetto è stata poi purtroppo certificata da altri, con la Liga spagnola che ha concluso un accordo con il private equity che aveva iniziato tutto con noi e con altre leghe europee che stanno portando avanti la stessa visione strategica».Leggendo tra le righe, Dal Pino snocciola le difficoltà incontrate: «Ho provato a proporre idee e innovazione in un contesto resistente al cambiamento. Sono orgoglioso di aver lavorato con una strettissima unità di intenti con la Figc e ringrazio il Presidente Federale Gabriele Gravina, gentiluomo, amante di questo sport e guida ispirata del calcio italiano e dei principi di correttezza e lealtà sportiva con cui ho condiviso due anni di battaglie per sopravvivere alla pandemia e per cercare di rilanciare il calcio italiano». Ora si prevede la bufera. Gli stadi sono ancora a mezzo servizio a causa del Covid, i bilanci delle società tremano, le tensioni latenti tra potentati ruggiscono sottotraccia. Proprio la Figc dell'amico Gravina suona la carica delle riforme, e alcuni presidenti di Serie A storcono il naso. Uno dei cambiamenti stabiliti dalla Figc riguarda il quorum delle delibere, che possono ora essere assunte a maggioranza semplice, e non più di almeno due terzi dei votanti. Proposta accolta con favore da Serie B e Serie C, ma non dalla Serie A, con - si mormora - il presidente della Lazio Claudio Lotito pronto a giocare la parte del leone d'opposizione assieme ad altri sodali. Una lettera a nome delle 20 società del massimo campionato (in realtà non sottoscritta da tutti i club e non approvata da Dal Pino) è stata inviata al presidente del Coni Malagò e alla sottosegretaria allo sport Valentina Vezzali, esprimendo contrarietà alla riforma e aprendo di fatto una spaccatura netta con la Figc. In passato, a dilaniare il pallone nazionale, c'erano stati altri scontri. Come sul proposito, citato da Dal Pino nella sua lettera, di cedere una parte della Serie A, quella relativa ai diritti televisivi, a fondi di investimento stranieri. Idea poi accantonata, ma che potrebbe tornare a galla con le nuova norme sul quorum delle delibere.La Federcalcio ha concesso 15 giorni alla Lega per aggiornare lo statuto con le recenti regole. In caso contrario, si sceglierebbe un commissario ad acta per gestire la questione. Ma non è da escludere nemmeno - se non si eleggesse alla svelta il successore di Dal Pino - la nomina di un commissario per gestire tutto il massimo campionato nazionale.
Giancarlo Tancredi (Ansa)
Ecco #DimmiLaVerità del 17 settembre 2025. Il nostro Giorgio Gandola commenta le trattative nel centrodestra per la candidatura a presidente in Veneto, Campania e Puglia.
Francesco Nicodemo (Imagoeconomica)