2019-02-21
Oltre a Tridico, all’Inps arriva il sub commissario Verbaro
I gialloblù trovano l'accordo. Il creatore del reddito di cittadinanza diventerà il numero uno, mentre l'ex segretario generale del ministro Maurizio Sacconi sarà il secondo. La coppia fra 60 giorni sarà confermata come presidente e vice.È andata diversamente da come molti si aspettavano. Fino a pochi giorni fa le nomine Inps per la successione di Tito Boeri sarebbero dovute essere più blu che gialle. Invece l'accordo definitivo si è trovato ieri e vede come numero uno dell'istituto Pasquale Tridico e come suo vice Francesco Verbaro, già segretario generale del ministero del Lavoro e poi consigliere giuridico dell'allora ministro Maurizio Sacconi. Verbaro ha dato la sua disponibilità per il periodo di commissariamento dell'Istituito a ricoprire il ruolo di sub commissario, perché quello di vice non è previsto dallo statuto. «Basta uomini soli al comando», ha commenta il sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon, sottolineando che la riforma dell'Inps con la ricostituzione del consiglio di amministrazione «punta a ridare la giusta collegialità» all'Istituto. La partita nel governo era rimasta aperta dopo il no di Mauro Nori, in un primo momento candidato della Lega per la presidenza, a ricoprire il ruolo di numero due: soluzione sfumata perché lo stesso ex direttore generale dell'Inps non sarebbe stato disponibile ad accettare l'incarico di sub commissario. Ieri mattina il vicepremier, Matteo Salvini, aveva glissato dicendo di essere al corrente della partita. A seguire la vicenda sono stati infatti altri rappresentanti della Lega, i quali sarebbero orientati già oggi a finalizzare le nomine tramite decreto ministeriale congiunto di Mef e Lavoro per poi portare la coppia fra 60 giorni in consiglio dei ministri. Con l'obiettivo di trasformare commissario e sub commissario in presidente e vice. In pratica la figura di Verbaro sembra essere destinata a durare nel tempo. Non tanto perché in Italia nulla è più definitivo del provvisorio, ma anche perché fra due mesi i partiti di governo avranno altre nomine da contendersi e tematiche decisamente più calde come la stesura del Def. Infine Verbaro è molto apprezzato dalla Lega e pure dalla struttura. E la sua presenza sarà fondamentale per gestire la macchina. Anche per questo motivo, la coppia Tridico-Verbaro risponde alla fretta di mettere una guida immediata all'Inps.Sulla necessità di fare presto e bene nelle ultime ore hanno incalzato i sindacati e lo stesso Consiglio di indirizzo e vigilanza, composto attualmente da 22 membri che rappresentano le forze sociali e che ha il compito di fissare gli obiettivi strategici e di approvare i bilanci. Boeri è infatti scaduto lo scorso sabato. Sull'ordinaria amministrazione, ha rimarcato il direttore generale, Gabriella Di Michele, l'istituto «va avanti tranquillamente», come sta facendo con le domande e i conteggi per quota 100 anche, ma certo per «gli interventi strategici aspettiamo i nuovi vertici». Al di là dei nomi, per l'istituzione della figura del vicepresidente, che «già c'è stata negli anni di Sassi», ha ricordato l'attuale direttore generale, basta un emendamento al cosiddetto decretone e poi «il regolamento d'organizzazione» dell'Inps andrà rivisto». La serenità espressa dalla Di Michele deriva anche da una certa tranquillità. L'ipotesi che Nori possa rientrare nella partita ad aprile dopo la nomina del cda appare poco reale. Spetterà invece alla dirigente, fino a pochi giorni fa considerata una delle fedelissime di Boeri, fare da collante tra le vecchia e la nuova gestione. Inutile dire che dalla settimana prossima alla professionalità di Verbaro, che è docente stabile presso la scuola superiore della Pa, si aggiungerà lo stile di Tridico. Nato in provincia di Cosenza, 43 anni, era il candidato numero uno per diventare ministro del Lavoro in quota grillina, ma l'uscita dal contratto di governo Lega-M5s della riforma dell'articolo 18, lo ha fatto desistere. È diventato consigliere di Luigi Di Maio per le questioni legate al lavoro e alla previdenza, dal reddito di cittadinanza, al decreto Dignità. Il professore è un sostenitore delle politiche keynesiane e un convinto oppositore delle misure di austerity. «Alla base del nostro declino economico non ci sono solo le politiche di austerità ma anche la precarizzazione del posto di lavoro», ha detto in passato. Ora, se vorrà sorvegliare la l'andamento del reddito di cittadinanza, dovrà affrontare n mare di sfide. Dovrà rendere efficace la rete dei centri per l'impiego se vuole evitare che la sua creatura resti solo un sussidio e non si trasformi mai in un reddito d'inclusione molto più evoluto.
Lo ha dichiarato il presidente del Consiglio europeo in occasione del suo incontro con il premier greco Kyriakos Mitsotakis.
Antonella Bundu (Imagoeconomica)