2022-04-12
Allarme rosso, la Cina arma la Serbia
L’incendio appiccato da Vladimir Putin e alimentato da Usa e Ue rischia di allargarsi. Xi Jinping ha spedito sei aerei carichi di moderni sistemi missilistici al rieletto presidente Aleksandar Vucic, molto vicino a Mosca. Però l’Occidente continua ad alzare i toni e a snobbare la via diplomatica. Persino due americani su tre bocciano la strategia adottata da Joe Biden nella crisi ucraina.Un sondaggio di Cbs news, uno dei grandi network televisivi degli Stati Uniti, segnala che il 55 per cento degli americani disapprova l’operato di Joe Biden per quanto riguarda la guerra in Ucraina. Tuttavia, all’inquilino della Casa Bianca va anche peggio quando si parla delle ricadute del conflitto, ovvero dell’inflazione in crescita e in particolare dell’aumento del prezzo della benzina. Il 69 per cento degli intervistati ritiene che Sleepy Joe stia sbagliando l’approccio e solo un terzo condivide le sue decisioni. Certo, i sondaggi valgono fino a un certo punto. Però segnalano una tendenza e cioè che la maggioranza degli americani guarda con preoccupazione alle mosse del suo commander in chief. E, per quanto ci riguarda, non possiamo che darle ragione. Nella speranza di recuperare un po’ di consenso, che da quando è stato eletto pare in caduta libera, Biden è alla ricerca di una visibilità internazionale che faccia riconquistare agli Stati Uniti un prestigio che, dopo la fuga dall’Afghanistan, hanno perduto. Per lui è fondamentale riprendere quota e, soprattutto, riprendersi la Camera con le elezioni di midterm. Ma invece di risalire nel gradimento, il presidente sembra avere imboccato una strada senza uscita. O meglio: un percorso che pare portare in una sola direzione, ovvero verso un conflitto mondiale.Sin dal primo momento, ovvero da quando l’Occidente non si è limitato a tentare una soluzione diplomatica, ma ha deciso di inviare armi a Kiev, la nostra principale preoccupazione è stata l’estensione della guerra. Mettere a disposizione degli ucraini un arsenale può certo aiutarli a respingere i russi, ma considerando che questa è una battaglia che Vladimir Putin non può perdere, pena un indebolimento di Mosca sul piano internazionale, concedere missili e lanciarazzi all’esercito di Volodymyr Zelensky non può che portare a un prolungamento del conflitto e renderlo estremamente pericoloso. A un mese e mezzo dall’invasione, la contabilità dei morti non è nota, perché dall’una e dall’altra parte tendono a nascondere le perdite. Tuttavia, è evidente che le vittime sono diverse migliaia e tra queste si tratta in maggioranza di civili. Intere città sono rase al suolo e nelle prossime settimane, con l’offensiva finale nel Donbass e nel Sud del Paese, potrebbe andare anche peggio.Josep Borrell, capo della politica estera della Ue, di fronte all’inasprimento dello scontro ha risposto promettendo armi pesanti e lo stesso hanno fatto Biden e Johnson. Insomma, America ed Europa si preparano a sostenere ancor più decisamente la resistenza ucraina, inviando nuovi mezzi e questa volta non più allo scopo di difendere il Paese dall’invasione. Ovviamente, i russi non l’hanno presa benissimo, al punto che il ministro degli Esteri di Putin, Sergei Lavrov, ha alzato i toni, dicendo che le decisioni degli Stati Uniti e della Ue cambiano le regole del gioco. Il messaggio è chiaro: se fino a ieri, pur appoggiando Kiev, la Nato si era tenuta fuori dal conflitto, giorno dopo giorno è sempre più coinvolta. In pratica, siamo sull’orlo della guerra. L’Europa si arma e si prepara ad accogliere nell’Alleanza atlantica Svezia e Finlandia, un gesto non proprio di pacificazione nei confronti di Mosca. E il ministro degli Esteri austriaco, in vista di un incontro fra il premier del suo Paese e Putin, gli ha recapitato un pizzino a mezzo conferenza stampa che può grosso modo essere riassunto così: «I russi hanno moralmente perso la guerra». Ma le cose stanno davvero così e il mondo - e dunque anche gli italiani - può dormire sonni tranquilli?In realtà a noi non sembra. Forse l’armata russa ha dovuto ripiegare sul Donbass, rinunciando alle mire su Kiev e all’idea di sostituire Zelensky con un presidente del Consiglio fantoccio (anche se le strategie del Cremlino non sono mai chiarissime). Ciò nonostante, più Putin pare messo con le spalle al muro e più, a nostro parere, i pericoli di un’estensione del conflitto aumentano. Nessuno è infatti in grado di calcolare quale possa essere la sua reazione in caso di un rovescio militare. Ma soprattutto, nessuno è davvero in condizione di prevedere che cosa potrebbe fare la Cina. Finora tutti si sono consolati all’idea che Xi Jinping non sia certo pronto a morire per Putin e questo è senz’altro vero, fosse solo per il fatto che il mondo occidentale, comprando prodotti made in China, contribuisce a tenere in piedi il Pil di Pechino. Però, allo stesso tempo, la tigre asiatica non può certo rimanere a guardare mentre gli Usa si rafforzano o riaffermano il loro ruolo di superpotenza. Stare al balcone mentre la Russia viene umiliata potrebbe voler dire rinunciare alle pretese su Taiwan e sulle isole Senkaku, oggi territorio giapponese, ma ultimamente nel mirino di Xi Jinping. Sarà un caso, tuttavia sabato mattina a Belgrado, uno dei pochi Paesi che solidarizzano con la Russia, sono atterrati sei aerei carichi di sofisticati sistemi antiaerei. Ufficialmente si tratta di missili di difesa. Ma da chi deve difendersi la Serbia? Di certo non da Mosca. Forse dalla Nato, che oltre 20 anni fa la bombardò?