2021-09-14
Gli infermieri: «Siamo vaccinati. Però tra noi è boom di infezioni»
I sindacati degli ormai ex «angeli del Covid» denunciano: «In un mese, 1.848 di noi, quasi tutti già inoculati, si sono infettati. Le Asl lo nascondono per non dare argomenti ai dubbiosi». Nuova prova che il pass è inutileLi hanno chiamati gli angeli del Covid, per ciò che hanno fatto durante la prima e la seconda ondata della pandemia. Sergio Mattarella ne ha pure premiati alcuni, nominandoli cavalieri della Repubblica. Tuttavia, di loro, cioè di infermieri ( e infermiere che da un anno e mezzo assistono i malati di Covid, a volte fino allo sfinimento, senza badare all'orario di lavoro e alla fatica, poi si sono dimenticati tutti molto in fretta. Così, mentre si sollecita la sospensione di medici e operatori sanitari che ancora non si sono sottoposti al vaccino (senza sapere peraltro come rimpiazzarli), si tende a sottovalutare un fenomeno che da settimane si registra nelle corsie di diversi ospedali. Nell'ultimo mese, sarebbero stati in 1.848 a essersi contagiati e in massima parte, a risultare positivo al coronavirus, sarebbe il personale già immunizzato. La notizia l'ha diffusa ieri uno dei sindacati della categoria, Nursing Up, ma di infermieri che si sono ammalati nonostante abbiano ricevuto prima e seconda dose di siero si parla da settimane, solo che finora la faccenda era sempre stata ignorata. Se fino al mese scorso i numeri sembravano ristretti a poche decine di casi, giustificati come una percentuale inevitabile e dovuta principalmente alla variante Delta, adesso la situazione pare un po' più complicata, perché se questo è il trend significa che ogni giorno almeno una cinquantina di infermieri si contagia e tutto ciò non vuol dire nulla di buono, né per gli operatori sanitari né per la campagna di immunizzazione. Non solo, il sindacato che ha sollevato il velo parlando del fenomeno, sospetta che le aziende sanitarie stiano cercando di tenere nascosti i casi, per non spaventare troppo le persone e soprattutto per non dare argomenti a chi dubita dell'efficacia dei vaccini. I dati però sono inconfutabili. A luglio il personale contagiato raggiungeva in totale 250 persone tra medici e infermieri, ad agosto, nonostante le ferie, si è arrivati a poco meno di 2.000. Il fenomeno, a dire il vero, era già stato notato negli Stati Uniti dove, come è noto, la campagna vaccinale era partita in anticipo, addirittura nel mese di dicembre. Grazie al siero anti Covid, il numero del personale medico e paramedico infetto all'inizio era sceso a tutta velocità, ma poi, tra marzo e giugno, i contagiati in camice bianco e verde erano tornati a salire. In principio non in maniera preoccupante, cioè una trentina al mese, ma poi nel mese di giugno in modo più sensibile, soprattutto con l'arrivo delle varianti e con la decisione di alcuni Paesi di abolire l'obbligo di indossare le mascherine. Così, a luglio le infezioni sono cresciute rapidamente, anche tra persone già vaccinate. Il sospetto è che l'efficacia del siero si riduca dopo alcuni mesi, ma soprattutto che non tutti i vaccini rispondano allo stesso modo e alcuni passino dal 90% e oltre promesso a poco più del 65%, aprendo dunque un varco al virus.Che gli angeli del Covid si ammalino nonostante il vaccino, tuttavia, non è solo preoccupante per la categoria, ma anche per tutti gli altri, in quanto smentisce una delle certezze propalate in queste settimane, ossia che il certificato vaccinale sia uno strumento di protezione, che restituisce ai vaccinati la libertà di tornare a una vita normale. Come abbiamo raccontato nei giorni scorsi, citando i casi di alcuni manager vaccinati che si sono contagiati e hanno contagiato i familiari, ma anche ciò che è accaduto al professor Battista Sangineto, potersi incontrare, senza precauzioni e senza rischio grazie all'immunizzazione, è una falsa promessa. E lo dimostra proprio ciò che accade nelle corsie degli ospedali. Dunque, perché raccontare, come ha fatto il ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi, che in classe se si è tutti vaccinati ci si può togliere la mascherina? Perché accreditare la bufala che basti un certificato (magari con una sola dose) per sentirsi al sicuro? È evidente da quel che sta accadendo anche in Paesi più avanti di noi nelle vaccinazioni, che il passaporto non basta a garantire di essere esenti dal rischio di ammalarsi. Anzi, il green pass, oltre a dividere gli italiani in cittadini di serie A e di serie B, può ottenere l'effetto contrario, cioè far venir meno le misure precauzionali. Vi chiedete, oltre a indossare la mascherina, che cosa servirebbe per evitare quarte o quinte ondate? Beh, forse in un anno e mezzo un passo avanti per migliorare la circolazione dell'aria nelle scuole italiane si poteva fare e allo stesso tempo qualche misura per i mezzi di trasporto che non fosse la presa in giro dei controllori era possibile. Invece, il trio composto da Speranza (Salute), Bianchi (Istruzione) e Giovannini (Trasporti), negli ultimi sei mesi non ha fatto nulla di tutto questo. Risultato, nonostante oltre 40 milioni di italiani si siano vaccinati con prima e seconda dose, vale a dire che il 74% della popolazione con più di 12 anni sia stata immunizzata, ieri, con 120.000 tamponi (meno della metà di quelli del giorno prima), il tasso di positività è risalito al 2,3%, con 36 morti. A questo punto è legittimo porsi una domanda: forse qualche cosa di ciò che ci è stato raccontato finora non va?
Fabrizio Pregliasco (Imagoeconomica)
Beppe Sala (Imagoeconomica)
Giancarlo Giorgetti e Matteo Salvini (Imagoeconomica)
Nino Cartabellotta (Imagoeconomica)