
Scuole nei guai da Milano a Napoli. Presidi appesi alla piattaforma-flop del Miur.A scuola tutto bene, almeno così ripete il ministro Patrizio Bianchi. Eppure in tutta Italia continuano a mancare migliaia di cattedre con insegnanti che denunciano di essere stati scavalcati da docenti con meno esperienza e punteggio minore. La piattaforma non funziona, ma il Miur fa finta di nulla e continua a utilizzarla per assegnare le risorse, producendo sempre gli stessi errori. Gli uffici scolastici cercano di risolvere, ma le procedure sono lunghe. Sono moltissimi i docenti che si ritrovano senza un posto nonostante abbiano carte in regola e punteggi alti. Nella lista di scorrimento di Milano, ad esempio, decine di insegnanti non sono stati convocati e si sono visti sorpassare da punteggi più bassi. In molti casi le risorse che arrivano nelle scuole rifiutano l'incarico o non si presentano, lasciando classi scoperte e presidi nei guai. A Milano ci sono ancora 800 cattedre scoperte, a Roma si sfiora il migliaio di posti vacanti, mentre a Napoli ci si orienta su un numero che va dalle 1.200 alle 1.500 cattedre non assegnate per l'anno scolastico in corso, con alcuni istituti che ancora vanno a orario ridotto. I presidi hanno le mani legate, devono aspettare le assegnazioni degli uffici scolastici tamponando la situazione con il personale interno e con supplenze chiamate «fino ad aventi diritto», che durano pochi giorni o settimane. I ragazzi in questo modo vivono grosse difficoltà che si sommano a situazioni storicamente critiche. Il Programme for international student assessment (Pisa) documenta, ad ogni sua edizione, che gli studenti italiani di 15 anni si collocano al di sotto della media Ocse in lettura, matematica e scienze. Questi dati difficilmente miglioreranno se si continua ad andare in questa direzione.Gli insegnanti rifiutano gli incarichi per fragilità legate al Covid o perché l'assegnazione è troppo lontana dal domicilio o per motivi legati al costo della vita. In altri casi gli incaricati fanno un secondo lavoro e quindi pesano ogni opportunità prima di scegliere. Questo perché in Italia il mestiere dell'insegnante non viene trattato come una carriera. Non esiste valutazione degli insegnanti e non si fa formazione. Ma è soprattutto un problema di domanda e offerta: al Sud ci sono più insegnanti e al Nord, con un costo della vita più alto, invece non ce ne sono. Lo stipendio dei docenti va dai 22.000 ai 29.000 euro annui, risultando più basso del 15% rispetto alla media Ocse. In manovra si sta discutendo se aumentarlo, ma basterà?Settembre con le cattedre scoperte è sempre stata una costante, ma l'algoritmo quest'anno ha condotto la crisi molto oltre. «Il meccanismo è infernale e lo è da sempre, con la differenza che quest'anno ci era stato garantito di partire con tutti i docenti già da metà settembre, ma la situazione è peggiore del solito», denuncia Mario Rusconi, presidente dell'Associazione nazionale presidi di Roma. «Ci aspettavamo qualcosa di diverso, ma non sembra che le cose stiano andando meglio. Mario Draghi ha speso molte parole per i giovani e i ragazzi, ma bisogna aiutarli adesso, non fra trent'anni». Non sorprende che poi i risultati dei test Invalsi siano costantemente inferiori alle attese. Il segretario regionale di Uil Scuola per il Lazio, Saverio Pantuso, è molto duro: «L'algoritmo non aiuta né le famiglie, né i presidi né i docenti, noi vorremmo che le cose tornassero alla gestione precedente». Anche con il calendario scolastico le cose non erano perfette, ma adesso è perfino peggio. «Grazie all'algoritmo siamo arrivati a novembre con le cattedre vuote. A questo punto sarei d'accordo che gestissero tutto i dirigenti scolastici in autonomia». Questa apertura dei sindacati è un segno che l'operato del ministero fa acqua da tutte le parti.Mancano insegnanti di sostegno, insegnanti delle prime elementari, degli ultimi anni dei licei e questo accade ovunque in Italia. Tutto a causa dell'enorme burocrazia. A rimetterci sono gli studenti, i giovani cui il governo dice di tenere molto. Presidi senza armi gestiscono scuole allo sbando, vittime di un sistema che non accenna a semplificarsi, mentre le famiglie sono allo stremo. Le riforme per la scuola del Pnrr verranno annunciate nel 2022 e si spera che siano mirate e puntuali perché nonostante i proclami di Bianchi, la scuola va di male in peggio. Draghi ha promesso di costruire scuole nuove, tutte uguali, che magari saranno bellissime e funzionali, ma senza un sistema che cammina, rischiano di divenire l'ennesima cattedrale nel deserto.
Massimo Doris (Imagoeconomica)
Secondo la sinistra, Tajani sarebbe contrario alla tassa sulle banche perché Fininvest detiene il 30% del capitale della società. Ma Doris attacca: «Le critiche? Ridicole». Intanto l’utile netto cresce dell’8% nei primi nove mesi, si va verso un 2025 da record.
Nessun cortocircuito tra Forza Italia e Banca Mediolanum a proposito della tassa sugli extraprofitti. Massimo Doris, amministratore delegato del gruppo, coglie l’occasione dei conti al 30 settembre per fare chiarezza. «Le critiche sono ridicole», dice, parlando più ai mercati che alla politica. Seguendo l’esempio del padre Ennio si tiene lontano dal teatrino romano. Spiega: «L’anno scorso abbiamo pagato circa 740 milioni di dividendi complessivi, e Fininvest ha portato a casa quasi 240 milioni. Forza Italia terrebbe in piedi la polemica solo per evitare che la famiglia Berlusconi incassi qualche milione in meno? Ho qualche dubbio».
Giovanni Pitruzzella (Ansa)
Il giudice della Consulta Giovanni Pitruzzella: «Non c’è un popolo europeo: la politica democratica resta ancorata alla dimensione nazionale. L’Unione deve prendere sul serio i problemi urgenti, anche quando urtano il pensiero dominante».
Due anni fa il professor Giovanni Pitruzzella, già presidente dell’Autorià garante della concorrenza e del mercato e membro della Corte di giustizia dell’Unione europea, è stato designato giudice della Corte costituzionale dal presidente della Repubblica. Ha accettato questo lungo colloquio con La Verità a margine di una lezione tenuta al convegno annuale dell’Associazione italiana dei costituzionalisti, dal titolo «Il problema della democrazia europea».
Ansa
Maurizio Marrone, assessore alla casa della Regione Piemonte in quota Fdi, ricorda che esiste una legge a tutela degli italiani nei bandi. Ma Avs la vuole disapplicare.
In Italia non è possibile dare più case agli italiani. Non appena qualcuno prova a farlo, subito si scatena una opposizione feroce, politici, avvocati, attivisti e media si mobilitano gridando alla discriminazione. Decisamente emblematico quello che sta avvenendo in Piemonte in queste ore. Una donna algerina sposata con un italiano si è vista negare una casa popolare perché non ha un lavoro regolare. Supportata dall’Asgi, associazione di avvocati di area sorosiana sempre in prima fila nelle battaglie pro immigrazione, la donna si è rivolta al tribunale di Torino che la ha dato ragione disapplicando la legge e ridandole la casa. Ora la palla passa alla Corte costituzionale, che dovrà decidere sulla legittimità delle norme abitative piemontesi.
Henry Winkler (Getty Images)
In onda dal 9 novembre su History Channel, la serie condotta da Henry Winkler riscopre con ironia le stranezze e gli errori del passato: giochi pericolosi, pubblicità assurde e invenzioni folli che mostrano quanto poco, in fondo, l’uomo sia cambiato.
Il tono è lontano da quello accademico che, di norma, definisce il documentario. Non perché manchi una parte di divulgazione o il tentativo di informare chi stia seduto a guardare, ma perché Una storia pericolosa (in onda dalle 21.30 di domenica 9 novembre su History Channel, ai canali 118 e 409 di Sky) riesce a trovare una sua leggerezza: un'ironia sottile, che permetta di guardare al passato senza eccessivo spirito critico, solo con lo sguardo e il disincanto di chi, oggi, abbia consapevolezze che all'epoca non potevano esistere.






