2019-07-21
Algeria campione d’Africa, tumulti in Francia
I magrebini hanno vinto la coppa continentale: come già nel resto del torneo, anche dopo la finalissima migliaia di esagitati hanno scatenato violenze a Parigi e nelle principali città transalpine. Oltre 200 arresti, Rassemblement national: «Intollerabile». L'Algeria vince la Coppa d'Africa. Porta a casa il titolo battendo nella finalissima del Cairo il Senegal con un gol dell'attaccante Bounedjah, segnato neppure due minuti dopo il fischio d'inizio. In realtà si è trattato di un'autorete perché la palla calciata da Bounedjah ha sbattuto sulla gamba del difensore Sané prendendo una traiettoria ad arco per poi abbassarsi di colpo e insaccarsi alle spalle del sorpreso portiere Gomis. Hanno vinto ed erano 29 anni che le «Volpi del deserto» non si imponevano nel torneo africano, comunque chi l'ha vista dice che non è stata una bella partita.Ma soprattutto non è bello quello che è successo durante i festeggiamenti seguiti alla vittoria. Non è accaduto al Cairo e neppure ad Algeri ma in Francia. Soprattutto a Parigi e Marsiglia, la città più magrebina d'Europa, con una popolazione al 40% musulmana: 300.000 su meno di 900.000 abitanti. Qui migliaia di sostenitori della squadra africana volevano far festa al Vecchio Porto, ma la polizia li ha bloccati, scatenando una reazione a suon di lanci di pietre e bottiglie.Doveva essere una festa e non lo è stata, piuttosto si può parlare di una insurrezione macchiata da violenze e disordini fino a notte inoltrata. Il bilancio finale è di 102 tifosi fermati soltanto nella capitale francese, di cui 86 trattenuti dalla polizia, e di 96 fermati nel resto del Paese da Marsiglia a Lille, da Strasburgo a Tolosa, con 91 in custodia cautelare.Tutto è cominciato con i classici caroselli d'auto e fuochi d'artificio che hanno animato le città della Francia, una nazione in cui il 6% della popolazione è nato nel Maghreb o ha parenti originari del Nordafrica. Per poi degenerare in automobili e scooter dati alle fiamme, vetrine spaccate, negozi saccheggiati, sassaiole contro i poliziotti e un ricco campionario di atti vandalici. A Parigi decine di migliaia di ultrà delle «Volpi del deserto» si sono radunati in Place de l'Etoile e attorno agli Champs Élysées. E se i disordini non sono sfociati in tragedia è solo perché c'erano schierati 2.500 agenti delle forze dell'ordine a cercare di fermare l'orda dei supporter algerini. Il livello d'allarme era infatti già alto, dopo gli scontri che avevano caratterizzato le gazzarre precedenti, quelle per la qualificazione dell'Algeria alla semifinale e poi alla finale, centrata la sera del 14 luglio in piena festa nazionale francese. Domenica scorsa 282 persone erano già state arrestate per violenze e saccheggi. E durante il trionfale percorso del team algerino verso la vittoria c'è scappato pure un morto a Montpellier: una donna di 42 anni, investita nel quartiere della Mosson dall'auto di un tifoso che faceva lo slalom a forte velocità tra la folla. Il figlio neonato è stato trasportato d'urgenza all'ospedale ed è tuttora in gravi condizioni, la figlia di 17 anni ha riportato fratture multiple agli arti inferiori. Invece a Parigi varie decine di tifosi algerini avevano attaccato, all'urlo «one, two, three, vive l'Algerie», tre negozi di moto tra cui quello della Ducati sulla Avenue de la Grande-Armée, fracassando le vetrine e rubando motociclette, caschi e accessori fino all'intervento della gendarmeria. Tanto per capire il clima barbaro della festa, Le Parisien racconta che un cane è stato deliberatamente lanciato da un immigrato su un agente, che gli ha sparato ferendogli la zampa. Dopo i disordini la cittadina di Montbéliard ha addirittura decretato il coprifuoco in diversi quartieri per i minori di 14 anni non accompagnati. A Tours, nel centro del Paese, un gruppo di ultrà ha tentato di sostituire la bandiera francese con quella algerina nella piazza centrale della città. Li hanno fermati in tempo.Insomma, nei giorni scorsi la Francia è stata presa in ostaggio dai suoi cittadini, quelli francesi ma di origine algerina. E si sono riviste le stesse scene del 1° dicembre quando i gilet gialli avevano messo a ferro e fuoco la nazione, tuttavia il ministro dell'Interno, Christophe Castaner, si è limitato a definire in un tweet «inaccettabili» gli incidenti. Questo nonostante si contino danni per milioni di euro, almeno 30 feriti anche tra i poliziotti, costretti a sparare lacrimogeni per difendersi un po' in tutte le città francesi. Gli unici ad alzare la voce, chiedendo un immediato intervento, sono stati già dopo i primi scontri gli esponenti del Rassemblement national di Marine Le Pen. Il partito conservatore chiedeva al presidente Emmanuel Macron di vietare l'accesso dei tifosi algerini proprio agli Champs Élysées, il celebre viale parigino, tra Place de la Concorde e l'Arco di Trionfo. Per il Rassemblement National era «intollerabile che la sede della parata militare per la festa nazionale del 14 luglio diventi una marea di bandiere algerine e teatro di assembramenti e derive da parte di individui che si richiamano ad un Paese straniero». Nessuno ha ascoltato l'appello e in occasione del 14 luglio, come in quella della finale vittoriosa contro il Senegal, gli Champs Élysées non solo brulicavano di bandiere algerine, che sarebbe il male minore, ma soprattutto di tifosi che non avevano certo in mente di festeggiare pacificamente la conquista della Coppa. C'è da aggiungere anche lo sberleffo del giocatore algerino Riyad Mahrez, stella del Manchester City: quando ha segnato su punizione al 95° contro la Nigeria, portando così le Volpi del deserto in finale, ha voluto dedicare il gol con sarcasmo a Julien Odoul, esponente del Rassemblement national che si era permesso di criticare i festeggiamenti violenti dei tifosi algerini. «Questo calcio di punizione è per te, il calcio è più grande dell'odio», ha postato sui social il calciatore. Ma non una parola di rimprovero sull'odio portato in piazza dai suoi connazionali.