2023-01-31
Cospito a Milano per blindare il 41 bis
L’anarchico che gambizzò un manager e piazzò due bombe in una scuola carabinieri rifiuta ancora il cibo: nel nuovo carcere sarà seguito meglio dai medici. Auto della polizia in fiamme nel capoluogo lombardo e a Roma. E arriva la lettera-appello degli artisti.Alfredo Cospito è stato trasferito ieri dal carcere di Sassari a quello di Opera, a Milano, dove è arrivato alle 18. Il detenuto anarchico si trova al 41 bis, è in sciopero della fame da 103 giorni, ha perso 40 chili. «Cospito», spiega il suo avvocato, Flavio Rossi Albertini, «sarà ricoverato nel padiglione del Servizio assistenza intensificata della struttura carceraria meneghina di Opera in considerazione del suo stato di salute». L’altro ieri il suo medico di fiducia, Angelica Milia, aveva sostenuto che il detenuto era a «rischio fibrillazione», in considerazione del suo calo ponderale, e ne aveva sollecitato il trasferimento. La richiesta è stata accolta, ma il governo guidato da Giorgia Meloni non ha intenzione di deragliare dalla linea della fermezza, mentre in Italia e all’estero l’universo anarchico si sta infiammando, con attentati e proteste: «Credo», ha ribadito ieri la Meloni, «che lo Stato non si debba fare intimidire da chi pensa di minacciare i suoi funzionari». La decisione di trasferire Cospito a Opera sembra più che altro un modo per evitare la morte dell’anarchico, con la conseguente trasformazione in un martire. «Non accetterà somministrazioni di cibo», precisa il suo legale, «e continuerà sicuramente lo sciopero della fame. L’unica novità di questo trasferimento è che nella struttura di Opera hanno specialisti in grado di intervenire tempestivamente in caso di emergenza». Traduzione: se si renderà necessario, a Opera hanno gli strumenti per alimentare Cospito con flebo e sondini. Alfredo Cospito è nato a Pescara il 14 luglio 1967, ed era residente a Torino, dove ha scalato i vertici del terrorismo anarchico-insurrezionalista. Già dal 1996 il suo nome era noto alle forze dell’ordine, ed è considerato uno dei capi della Fai, la Federazione anarchica informale, catalogata tra le associazioni per delinquere con finalità di terrorismo. È in galera dal 14 settembre 2012, quando è stato arrestato e condannato a 10 anni e otto mesi per la gambizzazione dell’amministratore delegato di Ansaldo Nucleare, Roberto Adinolfi. Su Cospito, mentre era in carcere, è piovuta un’altra condanna, pesantissima, per l’attentato del 2006 contro la Scuola carabinieri di Fossano, in provincia di Cuneo. Due ordigni furono nascosti all’interno di due cassonetti all’ingresso dell’edificio, e fatti esplodere uno a distanza di 25 minuti dall’altro durante la notte: per fortuna, non ci furono né morti né feriti. Per questo episodio Cospito è stato condannato in appello a 20 anni con l’accusa di strage, mentre 16 anni e sei mesi sono stati inflitti alla sua compagna, Anna Beniamino. Lo scorso dicembre il Tribunale di sorveglianza ha respinto il reclamo avanzato dai suoi difensori contro il regime di carcere duro. Decisione contro la quale i legali hanno fatto appello in Cassazione: l’udienza è in programma il 7 marzo. I legali di Cospito hanno anche presentato una istanza per chiedere la revoca del 41 bis al ministro della Giustizia, Carlo Nordio: il termine per l’eventuale risposta del Guardasigilli scade il 12 febbraio, se non ci sarà nessun riscontro il ricorso verrà considerato respinto. È atteso per i prossimi giorni un parere in merito da parte della Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo. Intorno al destino di Cospito si è scatenata la lotta degli anarchici di tutta Europa, con molteplici attentati. Lo scorso dicembre, ad Atene, è stata data alle fiamme l’auto di Susanna Schlein, primo consigliere dell’ambasciata italiana in Grecia e nelle stesse ore, a Torino, sono stati incendiati i cavi di una torre-ripetitore. Venerdì scorso un’auto con targa diplomatica è stata incendiata a Berlino, mentre alcune sculture e vetrate all’ingresso del consolato di Barcellona sono state distrutte. Sabato scorso a Roma ci sono stati scontri tra un centinaio di anarchici e forze dell’ordine, il lancio di una molotov contro un commissariato di polizia, con 41 denunciati e un agente ferito. Ieri a Roma sono state incendiate cinque auto aziendali nel piazzale della sede Telecom di via Val di Lanzo, quartiere Montesacro, mentre a Milano sono state date alle fiamme due auto della polizia locale in viale Tibaldi. Su questi episodi indaga l’antiterrorismo, mentre ieri pomeriggio il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha informato il Consiglio dei ministri delle iniziative adottate dalla Farnesina per garantire la sicurezza delle sedi diplomatiche. Informative sulla vicenda sono state effettuate anche dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e della Giustizia Carlo Nordio, che ha spiegato che il trasferimento a Opera è avvenuto «a fronte di un quadro clinico in evoluzione». Fonti del governo specificano comunque che la linea sul 41 bis non cambia. Il carcere duro non sarà ammorbidito: «Tutelata la salute del detenuto, perché dovremmo?»A Milano è stato aperto anche un fascicolo per indagare sulla busta con proiettile e con la A di anarchia recapitata a fine dicembre al procuratore generale di Torino Francesco Saluzzo. A favore dell’anarchico arriva il solito appello dei cosiddetti intellettuali: una lettera a Nordio affinché intervenga «prima che sa troppo tardi», è stata sottoscritta da un gruppo di attori e registi, tra i quali Valerio Mastandrea, Jasmine Trinca, Michele Riondino e Paolo Calabresi.
(Ansa)
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Carlo Nordio, Matteo Piantedosi, Alfredo Mantovano (Ansa)