2018-05-11
La Lega: «Alfie era italiano. Si faccia chiarezza sulla sua morte»
Matteo Salvini e Simone Pillon chiedono di aprire un'indagine sui medici inglesi: «Il padre non si è ancora arreso, ci ha chiesto di fare giustizia».Alfie Evans non è arrivato a due anni: li avrebbe compiuti il 9 maggio. Il bambino è morto il 28 aprile all'Alder Hey Hospital di Liverpool a seguito di un'eutanasia di Stato decisa dalle autorità britanniche contro la volontà dei genitori. Alfie non parlava e il giudice che ha ordinato ripetutamente di staccare il respiratore nel «migliore interesse del bambino» ha definito la sua vita «futile», eppure il piccolo inglese continua a fare un rumore immenso e a smuovere le coscienze che si sono unite contro la mentalità eugenetica dello scarto.È successo quindi che mercoledì in diverse parti d'Italia e del mondo in molti abbiano voluto celebrare il secondo anniversario della nascita di Alfie. A fargli un «regalo speciale» sono stati Matteo Salvini e il senatore della Lega, nonché già membro fondatore del Family day, Simone Pillon, che hanno depositato un esposto diretto alla Procura di Roma per chiedere che «sia fatta piena luce sulla morte del cittadino italiano Alfie Evans» e per «compiere quanto di competenza per accertare se sussistano o meno responsabilità penalmente rilevanti in ordine ai fatti» descritti nel documento consegnato ai magistrati romani, che ripercorre tutte gli aspetti più controversi della vicenda. «Ci stringiamo alla famiglia che chiede giustizia», concludono i due, «con l'auspicio che in Europa e nel mondo tutti i pazienti e specialmente i bambini possano sempre beneficiare di tutte le cure necessarie, fino all'ultimo respiro». Vale la pena registrare che primo firmatario dell'esposto è proprio il segretario della Lega Salvini, che in una giornata convulsa per la formazione del governo italiano ha trovato il tempo per occuparsi per piccolo Alfie, dando dimostrazione che quella che papa Giovanni Paolo II definiva «l'eccezione italiana» resta un punto di riferimento per tutti coloro che in Europa si battono per la difesa della vita. Bisogna inoltre segnalare la determinazione dei genitori di Alfie. Il senatore Pillon riferisce alla Verità che il papà Thomas, dopo la morte del figlio, gli ha ribadito la ferma volontà di andare avanti per ottenere giustizia. Insomma non c'è stata nessuna resa incondizionata o atto di conciliazione con l'Alder Hey, come qualcuno aveva erroneamente interpretato l'interruzione della comunicazioni alla stampa da parte della famiglia del bambino decisa poche ore prima del decesso. Alfie prosegue quindi a sfidare l'indifferenza dei potenti e di una società utilitarista. Leggere i passaggi del esposto che elencano tutte le negligenze dell'ospedale di Liverpool è qualcosa di straziante: «Alfie, una volta rimossa la ventilazione, ha subìto un trattamento tremendo. Essendo che i suoi polmoni erano abituati a dilatarsi meccanicamente, i medici avrebbero dovuto “svezzarlo" per non provocarne la morte immediata. Cosa che comunque non si è verificata anche se dopo lo stop delle macchine il piccolo aveva contratto un'infezione polmonare. Eppure, nonostante tutto questo, il piccolo ha respirato comunque senza alcun aiuto per ore, dato che medici gli avevano negato anche la mascherina necessaria ad aiutare la sua respirazione comunque autonoma. Perciò, la sera di lunedì 23 aprile, dopo la rimozione della ventilazione alle 22.15 italiane, Thomas ha lanciato un appello chiedendo che qualcuno portasse dell'ossigeno in ospedale, ma la barriera di polizia all'entrata ha impedito qualsiasi intervento esterno. Ancora una volta, i medici hanno provato a privare il bambino anche della mascherina, con la scusa che non proveniva dall'Alder Hey». La brutalità di questo sistema è rimasta impressa nei tanti che mercoledì, per il secondo compleanno di Alfie, si sono radunati nel parco dell'Alder Hey sotto la pioggia battente, portando fiori, peluche, palloncini e messaggi nella zona dove i dirigenti dell'ospedale hanno spostato il «memoriale» del piccolo Alfie. Sempre mercoledì, in serata, in oltre 30 località italiane e davanti l'ambasciata britannica di Dublino centinaia di persone hanno partecipato alle recite dei rosari in piazza in memoria di Alfie. Domani, alle 15, sarà la volta della manifestazione in piazza della Bocca della Verità a Roma, organizzata da Steadfast Onlus, l'associazione pro life che ha fornito la consulenza giuridica nel tentativo di far venire in Italia Alfie. Il presidente Emmanuele Di Leo spiega che con il sit in si vuole «chiedere al nostro Paese e all'Europa un impegno chiaro affinché casi come quelli di Charlie Gard, Isaiah Haastrup e Alfie Evans non succedano mai più».
Charlie Kirk (Getty Images). Nel riquadro Tyler Robinson