2022-08-26
Al via le nomine di fine stagione. I dem s’infilano nella Milano-Cortina
Francesco Giavazzi e Mario Draghi al tempi del governatorato in Bankitalia (Ansa)
Governo in stallo sulla scelta dell’ad della Fondazione. I consiglieri del premier, Giavazzi e Funiciello, spingono per Uva (vicino al Pd). Sondato anche Scaroni. Organizzazione al verde: manca mezzo miliardo.Michele Emiliano tace sulla candidatura con il Terzo polo del dg dell’agenzia per il lavoro (suo fedelissimo) che si è pure fatto pubblicità coi nuovi assunti Arpal.Lo speciale contiene due articoli.Nella corsa alle ultime nomine prima delle elezioni del 25 settembre, il governo di Mario Draghi si blocca su quelle per la Fondazione che dovrà gestire le Olimpiadi di Milano Cortina nel 2026. Con la fuoriuscita di Vincenzo Novari, infatti, a Palazzo Chigi sembrava finalmente di aver risolto gli ultimi problemi legati all’evento che inizia a presentare qualche difficoltà sul capitolo delle sponsorizzazioni. Si è perso troppo tempo negli anni passati. Certo, c’è stata una pandemia di mezzo, ma sono comunque passati più di 3 anni. Oltre ai fondi pubblici che sono stati stanziati nel decreto Aiuti bis, 400 milioni di euro, ne servono almeno altri 500. Ma al momento Novari ne ha raccolti appena la metà. Per questo motivo da qualche mese la presidenza del Consiglio dei ministri si è messa in moto per trovare un manager adatto al compito di rimettere in moto la macchina organizzativa. Ieri doveva essere la giornata giusta per formalizzare la nomina del nuovo amministratore delegato, ma è slittato tutto a lunedì prossimo quando Draghi rientrerà a Roma. Serve infatti un intervento del cdm, come vuole il decreto - appunto - del 5 agosto, quello che prevede che il ministero dell’Economia entrerà nella governance dell’organizzazione insieme al Coni, al comitato italiano paralimpico, alla Regione Lombardia, alla Regione Veneto, alle Province autonome di Trento e di Bolzano, al Comune di Milano e al Comune di Cortina d’Ampezzo. La nomina dell’amministratore delegato deve tenere conto di tutti i pareri. Ma in queste ultime settimane a muovere le fila sono stati soprattutto i consiglieri del premier, Antonio Funiciello e Francesco Giavazzi. Sono loro che hanno portato il nome di Michele Uva come possibile ad della Fondazione. Uva è un dirigente sportivo, direttore di «Football & Social Responsibility», costola dell’Uefa che si occupa di volontariato e responsabilità sociale nel mondo del calcio. È stato in passato presidente della Lega pallavolo Serie A femminile e anche vice presidente della Uefa. Ma è stato anche direttore generale del Parma e ha portato avanti la candidatura dell’Italia ai Campionati europei del 2016. È stato anche consigliere per l’impiantistica sportiva e i grandi eventi di Dario Nardella nel Comune di Firenze. È considerato un tecnico vicino al Partito democratico di Enrico Letta, ma la sua nomina sarebbe comunque in linea con quelle scelte negli ultimi mesi da Palazzo Chigi, ovvero tecnici capaci e lontani dai riflettori. Sembrava tutto risolto, ma nelle ultime ore intorno alla guida della Fondazione si è creato un mezzo impasse. Nell’entourage del presidente del Consiglio, infatti, qualcuno vedrebbe bene per quell’incarico Paolo Scaroni, attuale presidente del Milan, vicepresidente della banca d’affari Rothschild, nonché ex presidente di Eni, ma soprattutto profondo conoscitore di Cortina d’Ampezzo e del capoluogo lombardo. Il punto è che la sua nomina come amministratore delegato della Fondazione Milano Cortina presenterebbe diversi conflitti di interesse con quelle già occupate. A Palazzo Chigi c’è chi ha già chiesto un parere tecnico, anche perché Scaroni non avrebbe l’intenzione di lasciare gli attuali incarichi. C’è persino chi azzarda una soluzione che vedrebbe Scaroni come amministratore delegato e Uva come direttore generale. Il week end porterà consiglio? Di sicuro la situazione ha creato non pochi malumori soprattutto tra le amministrazioni locali. In Regione Lombardia, per esempio, avevano sponsorizzato anche la nomina di Enrico Pazzali, presidente della Fondazione Fiera Milano. Ora invece il nome su cui Comuni, Regioni e Province convergono sarebbe proprio quello di Uva. D’altra parte la nomina di Scaroni sarebbe bloccata dal decreto legislativo n. 39/2013, ovvero le «Disposizioni in materia di inconferibilità e incompatibilità di incarichi presso le pubbliche amministrazioni e presso gli enti privati in controllo pubblico». Il punto è che si sta perdendo troppo tempo. A Palazzo Marino, sede del Comune di Milano, sanno molto bene che bisogna cercare di accelerare, anche perché è ancora vivo il ricordo di Expo 2015, dove proprio il sindaco Giuseppe Sala aveva il ruolo di commissario unico. E ci sono enormi differenze tra Expo e Olimpiadi, basti pensare agli impianti che devono ancora essere realizzati come al coordinamento su tutto il territorio del lombardo veneto. È un lavoro di squadra che deve partire il prima possibile, con un nuovo amministratore delegato.
Jeffrey Epstein (Getty Images)
Nel riquadro, Giancarlo Tulliani in una foto d'archivio
A Fontanellato il gruppo Casalasco inaugura l’Innovation Center, polo dedicato a ricerca e sostenibilità nella filiera del pomodoro. Presenti il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, l’amministratore delegato di FSI Maurizio Tamagnini e il presidente della Tech Europe Foundation Ferruccio Resta. L’hub sarà alimentato da un futuro parco agri-voltaico sviluppato con l’Università Cattolica.
Casalasco, gruppo leader nella filiera integrata del pomodoro, ha inaugurato oggi a Fontanellato il nuovo Innovation Center, un polo dedicato alla ricerca e allo sviluppo nel settore agroalimentare. L’obiettivo dichiarato è rafforzare la competitività del Made in Italy e promuovere un modello di crescita basato su innovazione, sostenibilità e radicamento nel territorio.
All'evento hanno partecipato il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, l’amministratore delegato di FSI Maurizio Tamagnini, il presidente della Tech Europe Foundation Ferruccio Resta e il management del gruppo. Una presenza istituzionale che sottolinea il valore strategico del progetto.
Urso ha definito il nuovo centro «un passaggio fondamentale» e un esempio di collaborazione tra imprese, ricerca e istituzioni. Per Marco Sartori, presidente di Casalasco Spa e del Consorzio Casalasco del Pomodoro, l’hub «non è un punto d’arrivo ma un nuovo inizio», pensato per ospitare idee, sperimentazioni e collaborazioni capaci di rafforzare la filiera.
L’amministratore delegato Costantino Vaia parla di «motore strategico» per il gruppo: uno spazio dove tradizione e ricerca interagiscono per sviluppare nuovi prodotti, migliorare i processi e ridurre l’impatto ambientale. Tamagnini, alla guida di FSI – investitore del gruppo – ricorda che il progetto si inserisce in un percorso di raddoppio dimensionale e punta su prodotti italiani «di qualità valorizzabili all’estero» e su una filiera sostenibile del pomodoro e del basilico.
Progettato dallo studio Gazza Massera Architetti, il nuovo edificio richiama le cascine padane e combina materiali tradizionali e tecnologie moderne. I mille metri quadrati interni ospitano un laboratorio con cucina sperimentale, sala degustazione, auditorium e spazi di lavoro concepiti per favorire collaborazione e benessere. L’architetto Daniela Gazza lo definisce «un’architettura generativa» in linea con i criteri di riuso e Near Zero Energy Building.
Tra gli elementi distintivi anche l’Archivio Sensoriale, uno spazio immersivo dedicato alla storia e ai valori dell’azienda, curato da Studio Vesperini Della Noce Designers e da Moma Comunicazione. L’arte entra nel progetto con il grande murale di Marianna Tomaselli, che racconta visivamente l’identità del gruppo ed è accompagnato da un’esperienza multimediale.
All’esterno, il centro è inserito in un parco ispirato all’hortus conclusus, con orti di piante autoctone, una serra e aree pensate per la socialità e il benessere, a simboleggiare la strategia di sostenibilità del gruppo.
Casalasco guarda già ai prossimi sviluppi: accanto all’edificio sorgerà un parco agri-voltaico realizzato con l’Università Cattolica di Piacenza, che unirà coltivazioni e produzione di energia rinnovabile. L’impianto alimenterà lo stesso Innovation Center, chiudendo un ciclo virtuoso tra agricoltura e innovazione tecnologica.
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Da sinistra in alto: Piero Amara, Catiuscia Marini, Sergio Sottani e Luca Palamara (Ansa)