2025-03-05
Al Papa non passa la polmonite. «Notte attaccato al respiratore»
Prognosi ancora riservata per Bergoglio: anche se non ha avuto altre crisi respiratorie, resta grave. Con lui solo l’infermiere. Ieri mattina il consueto aggiornamento sulle condizioni di salute di papa Francesco, ricoverato al Policlinico Gemelli dal 14 febbraio, è stato più sobrio del solito, senza troppi riferimenti a Bergoglio che fa «colazione», «beve il caffè» e «legge i quotidiani», come era accaduto, invece, nei giorni scorsi. «Ha dormito tutta la notte, ora prosegue il riposo», facevano sapere le «fonti vaticane», aggiungendo che il pontefice, affetto da una polmonite bilaterale, è «stabile ma in un quadro descritto dai medici come complesso, non è fuori pericolo». Il bollettino medico del tardo pomeriggio ha parlato di condizioni cliniche del Santo Padre che «si sono mantenute stabili», ieri nessun episodio «di insufficienza respiratoria, né broncospasmo». Il Papa è «apiretico, sempre vigile, collaborante alle terapie e orientato», ieri mattina era passato «alla ossigenoterapia ad alti flussi ed ha eseguito la fisioterapia respiratoria». Mentre la notte, «come programmato», è stata ripresa «la ventilazione meccanica non invasiva fino a domani mattina (stamattina, ndr)». Durante la giornata di ieri Bergoglio «ha alternato preghiera e riposo e questa mattina ha ricevuto l’Eucarestia». La prognosi rimane «riservata».Ma anche ieri mattina qualche voce particolarmente allarmata si era diffusa, qualcuno che descriveva la situazione precipitare ancora. Di certo si sa molto poco, il cordone di riservatezza intorno al decimo piano del Gemelli è molto forte e non trapela quasi nulla. Come abbiamo avuto già modo di scrivere nei giorni scorsi anche gli stessi segretari del Papa ormai entrano nella stanza assai di rado, con lui invece resta praticamente solo il suo infermiere di fiducia, Massimiliano Strappetti, uomo che Francesco stima molto e ha nominato appunto suo infermiere personale. Una lunga carriera professionale iniziata nel reparto di rianimazione del Gemelli e proseguita in Vaticano nell’equipe medica con cui ha prestato servizio anche nella cura di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. È Strappetti la persona più vicina al Papa in queste ore di sofferenza.Sappiamo che la giornata di lunedì era stata molto complicata per la salute del pontefice, con i due episodi di insufficienza respiratoria acuta che hanno reso necessario il ricorso a due broncoscopie per aspirare le abbondanti secrezioni. La situazione, secondo le parole di Giacomo Graselli a Repubblica, ordinario di Anestesia e rianimazione a Milano, potrebbe far ragionevolmente pensare che «l’infezione polmonare non è ancora sotto controllo». Mentre Stefano Nardini, ex presidente della società italiana di pneumologia, ha detto all’Ansa che «come succede sempre in queste situazioni, più si prolunga lo stato acuto è più l’organismo si debilita ulteriormente. Si cammina su un crinale». «Per fare due broncoscopie vuole dire che il Papa ha tanta secrezione e a questo punto del ricovero potrebbe non stare rispondendo bene alle terapie antibiotiche», ha detto all’Adnkronos Claudio Micheletto, direttore dell’Unità operativa complessa di Pneumologia dell’Azienda ospedaliera universitaria di Verona. Insomma, i medici sono concordi nel ritenere che quella del pontefice sia una situazione estremamente difficile in un soggetto fragile per età, ricordiamo che Francesco ha 88 anni, e per le patologie croniche che lo colpiscono proprio nell’apparato respiratorio.Diffuso ieri anche l’ultimo messaggio registrato dal Santo Padre prima del ricovero al Gemelli, è un video della Rete Mondiale di Preghiera del Papa in cui il pontefice manda il suo messaggio alle famiglie in crisi. «La migliore medicina per curare il dolore di una famiglia ferita», dice Bergoglio, «è il perdono. Perdonare significa dare un’altra possibilità. Dio lo fa con noi continuamente. […] Il perdono rinnova sempre la famiglia, permette di guardare avanti con speranza, anche quando non è possibile il “lieto fine” che vorremmo». Intanto, oggi, mercoledì delle ceneri e avvio del periodo liturgico di Quaresima, il Papa non sarà ovviamente presente alla celebrazione che sarà, invece, guidata dal Penitenziere maggiore cardinale Angelo De Donatis; inoltre è stato comunicato che Francesco non prenderà parte, se non in «comunione spirituale», ai consueti esercizi spirituali della Curia romana che inizieranno domenica 9 marzo con le meditazioni tenute dal Predicatore della Casa pontificia, padre Roberto Pasolini, sul tema, precedentemente stabilito, «la speranza della vita eterna». In un biglietto autografo a firma del Papa, con data 20 gennaio 2025, pubblicato a introduzione di un libro curato da padre Antonio Spadaro e uscito ieri (Viva la poesia!, ed. Ares), Francesco ha scritto che «la poesia ci aiuta tutti a essere umani, e oggi ne abbiamo tanto bisogno». Un appello lieve e nello stesso tempo profondo che si lega alla preghiera che in queste ore continua a innalzarsi per l’anziano papa malato e che si coagula ogni sera in piazza San Pietro per la recita del rosario, ieri sera guidato dal cardinale Artur Roche, prefetto al Culto divino.
Emanuele Orsini e Dario Scannapieco
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