2021-05-20
Al governo restano con le bocche cucite mentre la Sea Eye s’avvicina a Palermo
Gli attivisti tedeschi chiedono l'attracco nel capoluogo siciliano. Sbarcato un migrante ammalato. La Lega furiosa con il sindacoLa stampa: «Respingimenti sommari». L'ipotesi del ricatto economico tentato da RabatLo speciale contiene due articoliNei video mostrano i passeggeri ammassati. Poi, in un angolo della Sea Eye 4, la nuova nave della omonima Ong battente bandiera tedesca, alla sua prima operazione in tandem con la Moas dei coniugi Catrambone, la portavoce Sophie Weidenhiller, tuta da meccanico arancione e walky talky nel tascone, riprende a pressare Ue e Italia: «415 persone a bordo sono in attesa di una risposta da parte degli Stati dell'Ue. Queste persone hanno attraversato l'inferno per trovare riparo da noi. Perché ci vuole così tanto ad accoglierli al sicuro? Abbiamo bisogno di un porto sicuro ora». Tassativa. E il porto per Sea Eye è in Italia. Senza se e senza ma. La Sea Eye, 4 con a bordo i passeggeri tirati a bordo in sei distinte operazioni nel Mediterraneo Centrale, deve essersi anche autoassegnata il porto, visto che nel pomeriggio di ieri, dopo aver comunicato che il mare era mosso e che il tempo stava peggiorando, si è piazzata nella zona di Terrasini, in provincia di Palermo, in acque internazionali, ma a pochi nodi dalla meta. L'obiettivo è entrare nello specchio d'acqua italiano e poi arrivare in porto a Palermo. Dove il sindaco Leoluca Orlando si è detto pronto ad accogliere nave, equipaggio e passeggeri dell'operazione che insieme al cartello United 4 Rescue, che fa capo alle chiese tedesche ma anche da associazioni italiane, la Città di Palermo ha sostenuto. In serata la Guardia costiera italiana ha raggiunto la Sea Eye 4 per soccorrere un giovane che per motivi medici (dalla nave fanno sapere che si tratta di «una sofferenza cardiaca grave) è stato evacuato. «Ha bisogno di un trattamento medico intenso che è impossibile garantire a bordo», hanno comunicato dalla Ong, annunciando che «a bordo ci sono altri casi medici da curare a terra». Lo storytelling degli sbarchi con i taxi del mare è sempre uguale a sé stesso: la nave punta verso un porto, si ferma a largo, comincia a segnalare che a bordo la situazione è insostenibile, che ci sono persone con problemi fisici o donne in attesa. E dopo le prime evacuazioni si comunica che ci sono passeggeri che minacciano di buttarsi in mare. Nel frattempo sui social vengono postati video e foto per far leva sui buonisti e se si ha un po' di fortuna comincia la passerella di parlamentari dell'ultrasinitra. E il gioco è fatto.Dopo le parole spese lunedì dal sottosegretario all'Interno Nicola Molteni, che aveva sottolineato come «nessuna responsabilità» era imputabile «all'Italia nel coordinamento degli eventi avvenuti in zona Sar di altri Paesi», aggiungendo che «l'accoglienza dei migranti e lo sbarco da una nave tedesca, di una Ong tedesca», sarebbe dovuto avvenire in Germania, il governo ha chiuso le comunicazioni. «È necessario che il governo italiano faccia sentire la propria voce», ha alzato il tiro dalla maggioranza Enrico Aimi, senatore di Forza Italia e capogruppo in commissione Affari esteri, «altrimenti rischiamo di perdere credibilità in Europa sul fronte della gestione delle politiche migratorie. Una gestione che, da tempo, si sta rivelando completamente inefficace e che sta facendo esplodere sulle nostre coste il cronico problema dell'immigrazione incontrollata». Secondo il senatore, «la nave va urgentemente bloccata in acque internazionali e fuori dal confine italiano finché non sarà decisa una equa redistribuzione a livello europeo. Non possiamo più permetterci, in piena emergenza sanitaria, di far arrivare altri migranti: il Paese non ha né forza né risorse per continuare ad accoglierli». Alla riunione degli ambasciatori Ue (Coreper), in parte dedicata alla preparazione del summit dei leader Ue del 24 e 25 maggio, il rappresentante dell'Italia ha chiesto che al vertice sia affrontata la questione migratoria. Ma anche dall'Europa tutto tace, mentre il presidente del Parlamento europeo David Sassoli incontra le Ong Mediterranea, Sea watch, ResQ, Sea Eye, Msf, Emergency, Open Arms, Alarm Phone e Sos Mediterranee. E via Twitter Sassoli ha subito fatto capire da che parte sta: «Ho ascoltato la voce delle Ong impegnate ogni giorno nel Mediterraneo. La vita umana prima di tutto. L'Europa prepari una grande iniziativa di salvataggio in mare e una politica di accoglienza comune degna della sua storia». Ma dalla Sicilia alzano la voce. «È vergognoso che l'ennesima nave Ong con immigrati debba sbarcare a Palermo», tuonano i componenti del gruppo consiliare della Lega di Palermo Igor Gelarda, Alessandro Anello e Sabrina Figuccia. «Vergognoso l'ennesimo sforzo che viene richiesto alla Sicilia, senza nessun sostegno o quasi da parte dell'Europa. Non basta Lampedusa, vogliono riempire tutta la Sicilia». Poi la stoccata al sindaco di Palermo: «Ancora più vergognoso è il sostegno politico che il sindaco Orlando sta fornendo alla Sea Eye 4 offrendole il porto di Palermo e la città». Gli esponenti della Lega si dissociano: «Quello sicuramente non è un atto che Orlando può permettersi di fare a nome dei cittadini palermitani. Non in nostro nome, lo può fare a nome suo e di quei pochi suoi sodali che gli sono rimasti».