
Per occuparsi della raccolta differenziata durante la giornata si viene «retribuiti» con un pasto, una maglietta e la possibilità di vedere lo show. Critiche anche da sinistra. Dimenticando l'articolo 36 della Costituzione italiana, dove si stabilisce che «ogni individuo ha diritto a una retribuzione proporzionata alla quantità e alla qualità del suo lavoro», Lorenzo Cherubini in arte Jovanotti vedrà lavorare gratis i giovani speranzosi che si affacciano al mondo della cultura. Già nel 2015 l'artista aveva dichiarato che lavorare gratis non fa male «se serve a fare un'esperienza». Adesso, a quanto pare, ha deciso di mettere in pratica il pensiero - con l'aiuto di Coop - e lo ha fatto durante il Jova Beach Tour, l'evento musicale itinerante che sta attraversando le più belle spiagge italiane, lasciandosi dietro una lunga scia di polemiche. Ogni serata, secondo i calcoli, porta nelle casse degli organizzatori un fatturato di circa 3 milioni di euro (ci sono circa 50.000 spettatori, che pagano 60 euro ciascuno), eppure per raccogliere le cartacce i ragazzi devono lavorare gratis. Anche 16 ore di lavoro sotto il sole cocente, come paga un panino e una maglietta. Questa è la proposta che chi cura i beach party dell'idolo di tanti giovanissimi ha lanciato a quelli che lui stesso definisce «volontari» e che conferma «sono accorsi numerosi». I cartelloni con la faccia di Cherubini in versione Zio Sam, impegnato a reclutare giovani leve pronte a consegnarsi all'industria della cultura, sono apparsi a Cerveteri Marina e il messaggio è inequivocabile: si cercano volontari per la raccolta differenziata durante il tour dell'estate, disponibilità dalle 8 di mattina a fine concerto, in cambio di un panino, una bibita e un gadget. Stavolta il sorriso da eterno ragazzino non ha salvato Jovanotti dalle critiche, in arrivo anche e soprattutto da sinistra. Ospite al Polo delle scienze sociali dell'università di Firenze, quattro anni fa, il cantante rispondendo alla domanda di una studentessa su come si possa fare per «lavorare nella cultura» in Italia, con atteggiamento vagamente renziano fu chiaro: «Ultimamente ho partecipato a diversi festival negli Stati Uniti e vedevo tantissimi ragazzi che lavoravano. Ho chiesto: “Scusate, ma questi chi li paga?" e mi hanno risposto: “Sono volontari, lavorano gratis ma si portano a casa un'esperienza, stanno dentro la musica". Quel lavoro non è gratis, hanno costruito qualcosa dentro di sé». La questione era stata ripresa e criticata dai media di sinistra e anche il Web aveva attaccato, in quella occasione, l'infelice uscita di una delle icone della cultura radical chic italiana. Ci risiamo, dunque, anche perché la star sembra essere passata dalle parole ai fatti. Per cercare di spegnere le polemiche ambientaliste che l'impatto (non esattamente light) del mega tour sta avendo sui bagnasciuga d'Italia, l'entourage di Jovanotti ha pensato bene di mettere mano alla questione delle pulizie, garantendo la raccolta di ogni più piccolo rifiuto nelle aree che, di volta in volta, ospitano gli eventi. Per farlo, a quanto pare, s'è deciso di sfruttare la buona volontà di giovani e giovanissimi che magari, non potendosi permettere il biglietto dell'evento, sono disposti a lavorare gratis. I volontari dovranno «presidiare i contenitori della raccolta differenziata dislocati sull'area dell'evento e informare le persone su come fare bene la raccolta differenziata». In cambio otterranno «accesso all'evento; buono per panino e bibita; maglietta Beach Angels e cappellino oltre a un'assicurazione a copertura di danni personali e a terzi». Le prime bordate sono state di fuoco amico: Marta Fana, economista, autrice di saggi come Non è lavoro, è sfruttamento (Laterza) e articoli del Manifesto, ha criticato aspramente l'offerta di «impiego». Ma a quanto pare Jovanotti non ha fatto tutto da solo. A confezionare i cartelloni sarebbe stato il sindaco Alessio Pascucci (Italia in comune), il quale avrebbe lanciato (in accordo con la produzione dell'evento) la selezione dei candidati, con la grafica della locandina «incriminata». Dell'operazione farebbero parte anche Coop (tra gli sponsor dell'evento) e altre cooperative che si occuperanno direttamente della selezione e della gestione dei giovani volontari. Secondo il team del Jova Beach Tour, si tratta di «un'opportunità che molti hanno deciso di cogliere visto che sono arrivate numerose richieste». Per i «beach angels», così vengono chiamati gli aspiranti sorveglianti delle pattumiere «l'orario di lavoro inizia alle ore 13 del giorno dell'evento e si conclude alle 23:30» con (bontà loro) una «pausa pranzo e una pausa cena» e promette uno «switch» tra volontari più distanti dal palco e volontari più vicini per guardare il concerto, retribuendo così l'impegno giornaliero.Per rispondere alle polemiche gli organizzatori hanno pubblicato un post dove spiegano che i volontari sono selezionati dalla cooperativa Erica che segue i lavori di pulizia per Coop e per Corona e al Wwf. A quanto pare, infatti, si tratta solo della prima di una serie di selezioni. Anche Coop sarebbe alla ricerca di volontari che diano una mano a tenere pulite le spiagge durante il concerto, mentre il Wwf segue il tour con stand di sensibilizzazione per gli spettatori su questioni ambientali.
Marco Furfaro (Imagoeconomica)
L’onorevole, incalzato dalla «Verità» dopo un post in cui si vantava di opporsi ai provvedimenti di sgombero: «Cerco di far dialogare i proprietari con chi ha perso il lavoro o ha spese impreviste. Aiuto molti anziani».
L’onorevole blocca sfratti risponde al nome di Marco Furfaro, giovane parlamentare del Pd, volto nuovo del partito e frequentatore abituale dei talk show televisivi. Una sua risposta su X a un utente che lo incalzava sulla legge elettorale ci ha incuriosito: «Penso», scrive Furfaro, «che questo Paese abbia tanti di quei problemi che metterci a discutere per un anno intero di legge elettorale sia da privilegiati. Io passo il mio tempo a bloccare sfratti, aiutare le persone che non riescono ad accedere alle cure, precari che non hanno più il lavoro».
Antonio Laudati (Ansa). Nel riquadro, Pasquale Striano
Giuliano Foschini in chat si lagna col capo delle Fiamme gialle per i buchi presi. E ipotizza che ci sia lo zampino dell’odiato pm Antonio Laudati.
«Il metodo Repubblica», quello del quotidiano fondato da Eugenio Scalfari, lo ha già brillantemente sunteggiato nel 2018 un ex redattore dello stesso giornale, il direttore del Fatto Quotidiano Marco Travaglio: «Per loro le notizie non sono tutte uguali né si misurano dalla loro importanza. Ma dal loro colore, cioè dalla convenienza o sconvenienza per la Causa», che consiste nel sostenere «il partito o la corrente o il leader che in quel momento essi, o meglio i loro editori, hanno investito della sacra missione di governarci».
Rachel Reeves
In Uk le imposte aumentano di 26 miliardi. Rachel Reeves: «Ogni macchina usura le strade».
Seconda parte dell'intervista a Barbara Agosti, chef di Eggs, la regina delle uova che prepara in ogni modo con immensa creatività.






