2021-03-04
Aiuti per 2,7 milioni di partite Iva. Tridico e Ruffini finiscono in tribuna
Il decreto Sostegno, che verrà approvato la prossima settimana, abolisce i codici Ateco e introduce ristori in base al fatturato perso. A erogare i sussidi, dopo il flop giallorosso, sarà Sogei con un sito ad hoc.Previsti 600 milioni: una boccata di ossigeno dopo lo schiaffo delle chiusure decise all'ultimo da Roberto Speranza. L'Anef festeggia: «Ora versamenti diretti e immediati».Lo speciale contiene due articoliDovrebbe finalmente prendere forma nel weekend il decreto Sostegno con 32 miliardi di deficit e relativi aiuti. Il ritardo accumulato è tanto. L'onda lunga dell'immobilismo del Conte bis ha lasciato senza ristori imprese e liberi professionisti dal 1° di gennaio. Adesso sperano di vedere un po' soldi per calmierare l'imposizione del lockdown nel brevissimo periodo.Dalle indiscrezioni sulla bozza del testo si evincono almeno quattro pilastri. Dalla proroga al 30 giugno dello stop ai licenziamenti alla Cig Covid per l'intero anno; dagli indennizzi da erogare a circa 2,7 milioni tra imprese e professionisti ai congedi per i genitori alle prese con le classi in quarantena. Ma anche l'ipotesi di stralcio delle cartelle fiscali degli anni dal 2000 al 2015 (fino a 5.000 euro comprensivi di sanzione e interessi) e il rinvio di due mesi per la ripresa degli invii di nuove cartelle e delle rate del pagamento della rottamazione ter e del saldo e stralcio. Il provvedimento, che di fatto sembra il Ristori quinquies per il quale è stato autorizzato più di un mese fa uno scostamento di bilancio di 32 miliardi di euro, è in realtà diverso. La scelta di abbandonare il criterio dei codici Ateco è un passo avanti non tanto per le erogazioni a fondo perduto (destinate nel senso proprio del termine solo alle strutture sciistiche) ma per l'inserimento del criterio settoriale. Le oltre 2,7 milioni di piccole imprese beneficeranno di un indennizzo vero e proprio in base alla perdita di fatturato in modo che l'erogazione possa coprire non solo i mancati ricavi ma pure parte dei costi sostenuti. Se il criterio è finalmente condivisibile, le incognite sono però dietro l'angolo. A fare i bonifici non sarà più né l'Agenzia delle entrate di Ernesto Maria Ruffini (ricevuto l'altro ieri per due ore a Palazzo Chigi) né l'Inps di Pasquale Tridico. Toccherà invece alla struttura della Sogei. Dovrebbe essere messa in piedi una nuova piattaforma il cui obiettivo è fare l'ultimo bonifico entro il 30 aprile. Una missione delicata e che fino a oggi spesso si schiantata contro il muro dell'It (information technology) dello Stato. Allo stesso tempo va notata la linea di cesura. Scegliere Sogei significa sfilare dalla partita soprattutto Tridico e tutta la scia politica che il nome porta con sé. Il riferimento è ai girllini e alle prossime polemiche che scaturiranno sul reddito di cittadinanza e la sua possibile abolizione. Motivi per cui, nel complesso, Draghi sembra essersi preso tempo. Il decreto dovrebbe essere sul tavolo di Palazzo Chigi «auspicabilmente entro la prossima settimana», ha detto il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, il quale ha precisato che sono in corso le «interlocuzioni necessarie» per definire gli ultimi interventi. Il decreto, ha confermato Giorgetti durante il question time alla Camera, è «ispirato a una radicale semplificazione e immediatezza delle attuali procedure» con il superamento dello «schema normativo» dei «codici Ateco e favorendo gli automatismi della erogazione in tutti i casi in cui ciò risulta possibile e prevedendo anche in modo opzionale la possibilità di compensazione in sede di dichiarazione F24». La stessa scelta di ribattezzare il provvedimento con un nuovo nome indica la volontà di marcare una discontinuità con i Ristori del governo giallorosso.Una posizione che dovrebbe riflettersi anche nelle scelte fiscali. Il rinvio delle cartelle al 30 aprile stavolta dovrebbe andare di pari passo non solo con il saldo e stralcio sotto i 5.000 euro, ma con un intervento radicale sulle 60 milioni di cartelle relative al 2021 e al 2022.Sul tema dei congedi parentali è tornata invece la ministra della famiglia, Elena Bonetti: «Il prossimo decreto ripristina i congedi parentali, il diritto allo smart working e il sostegno economico per esempio per le spese domestiche, come le babysitter», come anche risorse per potenziare la didattica a distanza nelle scuole. Preoccupazione desta sul fronte confindustriale la scelta di blocca ancora i licenziamenti fino a fine giugno. Il rischio è quello di affossare ancor di più le aziende in crisi e di trascinare verso il basso quelle che dovrebbero ristrutturarsi per tornare a correre. <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/aiuti-per-2-7-milioni-di-partite-iva-tridico-e-ruffini-finiscono-in-tribuna-2650878722.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="allo-sci-indennizzi-a-fondo-perduto" data-post-id="2650878722" data-published-at="1614802642" data-use-pagination="False"> Allo sci indennizzi a fondo perduto Impianti sciistici verso i ristori, con un cambio di rotta per il governo Draghi. Dopo lo sgambetto fatto del ministro della Salute, Roberto Speranza, agli operatori sciistici a poche ore dalla ripartenza prevista per il 15 febbraio e fatta saltare il 14 sera sulla scia delle parole di Walter Ricciardi che invocava il lockdown totale, il nuovo esecutivo corre ai ripari con il dl Sostegno (l'ex dl Ristori quinquies). E segna un cambio di passo rispetto a un primo momento in cui sembrava che volesse proseguire sulle orme di Giuseppe Conte, continuando con le chiusure decise all'ultimo minuto e i ristori a singhiozzo. Con il mondo della montagna il passato governo non era stato clemente decretandone la chiusura e promettendo riaperture mai avvenute. Il governo Draghi, appena insediato, stava procedendo sulla stessa linea del predecessore, dato che Speranza a poche ore dalla riapertura degli impianti da sci aveva bloccato il tutto, firmando un provvedimento che vietava lo svolgimento delle attività sciistiche amatoriali fino al 5 marzo. Il ministro si era giustificato dicendo che l'atto prendeva in considerazione i più recenti dati epidemiologici arrivati dall'Istituto superiore di sanità. Fermare tutto a poche ore dalla riapertura ha però provocato ingenti danni economici agli operatori del sistema che si erano preparati a rimettere in moto le loro attività. I partiti all'interno della maggioranza si sono scaldati e hanno chiesto a gran voce di risarcire questi imprenditori il prima possibile. E infatti Draghi ha inserito nel suo primo atto, il dl Sostegno, un provvedimento ad hoc proprio per quanto riguarda gli impianti sciistici. Sembrerebbe che la somma che sia stata destinata a questi operatori si aggiri attorno ai 600 milioni di euro. Dato che la stessa Associazione degli imprenditori funiviari (Anef), a cui fanno capo circa il 90% delle aziende italiane sia sulle Alpi sia sugli Appennini, aveva trasmesso al ministero dell'Economia. E dunque, se la cifra dei 600 milioni fosse confermata, il governo avrebbe ascoltato la voce delle imprese del settore, garantendogli il giusto «rimborso» per le spese sostenute in relazione all'apertura di inizio anno. Stando ai dati dell'Anef gli iscritti sono 303 e con 600 milioni, avrebbero come ristoro circa 2 milioni di euro a testa. Bisogna sottolineare che nell'attuale dl Sostegno è scomparso anche il sistema dei codi Ateco, per dare maggiore spazio a tutto il sistema economico italiano. «Alla luce delle notizie giunte oggi pomeriggio, esprimiamo un giudizio positivo innanzitutto perché il governo ha recepito in modo forte e concreto il grido di aiuto della montagna. Superando il sistema dei codici Ateco tutti i professionisti e gli operatori del sistema turistico invernale potranno ricevere un indennizzo reale», ha detto Valeria Ghezzi, presidente Anef. L'Associazione si dichiara inoltre soddisfatta del fatto che sia stato stanziato un fondo ad hoc per gli impianti sciistici. «Un sostegno fondamentale per permettere alle aziende funiviarie di sopravvivere alla totale perdita dei ricavi di questa stagione, che comporta per moltissimi operatori un periodo lungo 20 mesi senza incassi, a fronte di uscite costanti e non rinviabili». È però ancora presto per cantar vittoria. Sicuramente il fatto che nel dl Sostegno siano presenti i ristori per gli impianti da sci è un segno molto importante, ma come sottolinea l'Anef dalle parole bisogna passare ai fatti. E dunque, «auspichiamo che gli indennizzi vengano erogati secondo modalità che ricalchino quanto già fatto dai Paesi d'Oltralpe come la Francia, e attraverso procedure che garantiscano alle aziende un versamento diretto e immediato, evitando ulteriori perdite di tempo dovute a passaggi intermedi».
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)