2024-02-19
Aissa Wayne: «Mio padre John Wayne voterebbe Donald Trump»
Aissa Wayne e Donald Trump (Ansa)
Parla la figlia del grande attore: «Era il tipo di uomo che dà fastidio alla sinistra radicale perché non fa la vittima. Su immigrati, inflazione e politica estera Biden è un disastro».Gli americani, si sa, hanno un certo gusto per il «comeback»: con questo termine, nel gergo elettorale d’Oltreatlantico, si intende la riscossa del candidato che, dopo essere stato sconfitto, si rialza e alla fine ce la fa contro tutto e tutti. Basti pensare a Richard Nixon nel 1968 o a Ronald Reagan nel 1980. L’idea di mettercela tutta per lavare l’onta di una sconfitta è d’altronde stata mutuata dalla storia texana. Durante la battaglia di San Jacinto contro le truppe messicane, Sam Houston incitò i suoi soldati al grido di «ricordatevi di Alamo»: un chiaro riferimento alla battaglia di Alamo, dove erano rimasti uccisi, per mano dei soldati di Santa Anna, William Travis e Davy Crockett. Non a caso, proprio alla battaglia di Alamo John Wayne dedicò il suo primo film da regista nel 1960. Ecco, è questo spirito di «comeback» che anima numerosi sostenitori di Donald Trump in vista delle prossime presidenziali. D’altronde, le «due Americhe» di cui oggi molti parlano sono divise anche sul piano culturale. Da una parte, ci sono i potentati dell’entertainment che, da Disney a Netflix, non fanno mistero dei loro legami con il Partito democratico, promuovendo valori e narrazioni tendenzialmente liberal. Dall’altra, c’è l’America del cinema western e della working class, che si rifiuta di farsi imbrigliare in preconcetti schemi ideologici. L’America, per capirci, dei film di Wayne e di John Ford, finiti talvolta nel mirino della cancel culture, con l’assurda accusa di razzismo (basterebbe conoscere pellicole come Sentieri selvaggi, I dannati e gli eroi o Il massacro di Fort Apache per rendersi conto dell’infondatezza di simili insinuazioni). Non è quindi un caso che proprio questa sia l’America che, in gran parte, sostiene Trump alle prossime elezioni. Ebbene, per capire il punto di vista politico di quest’America culturalmente western, La Verità ha deciso di intervistare la figlia di John Wayne, Aissa.Aissa Wayne, quale è il suo giudizio sulla presidenza di Joe Biden?«In primo luogo, il presidente Biden non sta proteggendo la sovranità degli Stati Uniti con la totale incapacità di proteggere la frontiera. Fin dal primo giorno, tutte le politiche sensate ed efficaci del presidente Trump sono state cancellate dall’alto verso il basso. Abbiamo pagato e stanziato i fondi per il muro di confine e non sarà eretto per ordine di Biden. Ciò ha causato la più grande migrazione di massa nella nostra patria nella storia degli Stati Uniti. Non sappiamo chi siano queste persone. Di conseguenza, abbiamo enormi quantità di fentanyl che uccidono gli americani, soprattutto i nostri cittadini più giovani. Abbiamo milioni di persone non qualificate e povere completamente dipendenti dai nostri fondi di welfare, che prosciugano il nostro sistema e derubano i contribuenti americani. Abbiamo aumentato la delinquenza a tutti i livelli: omicidi, caos e criminalità dilagante. Pochi giorni fa, quattro o cinque delinquenti qui illegalmente hanno attaccato un agente di polizia, sono stati rilasciati senza essere stati considerati responsabili per il loro crimine e hanno lanciato un messaggio agli Stati Uniti grazie ai giornalisti che hanno filmato il loro rilascio. Molte delle persone entrate illegalmente non hanno rispetto per gli Stati Uniti e i loro cittadini, come dimostra quest’ultimo attacco. Joe Biden non sembra preoccupato, e l’enorme volume di 8-15 milioni di persone illegalmente all’interno dei nostri confini è la “goccia che fa traboccare il vaso”».Continui pure.«Inoltre, le politiche economiche di Joe Biden sono incoerenti, come evidenziato dal massiccio aumento del costo delle spese quotidiane degli americani. È sorprendente quanto costa un sacchetto della spesa oggi rispetto a qualsiasi altro momento della nostra storia. I tassi di interesse sono saliti alle stelle e i prezzi sono aumentati in quasi tutte le categorie. Joe Biden la chiama Bidenomics e dice agli americani quanto sia bella».E la politica estera del presidente?«La politica estera di Joe Biden non è solo negativa, è spaventosa. Il ritiro dall’Afghanistan parla da solo. Il suo tentativo di appeasement con l’Iran, il Paese i cui leader cantano “morte all’America” e ci hanno soprannominato, insieme a Israele, “Grande Satana e Piccolo Satana”, è degno di nota e difficile da credere. L’amministrazione Biden mostra debolezza e non si è guadagnata alcun rispetto da parte dei Paesi stranieri. La Russia ha attaccato l’Ucraina dopo il disastro dell’Afghanistan. La Corea del Nord e la Cina sono diventate più aggressive. Senza dimenticare il terribile attacco a Israele. Sono tutti risultati del fatto che gli Stati Uniti sono percepiti come deboli».Alle primarie repubblicane del 2016 lei appoggiò Trump. Gli darà un endorsement anche quest’anno?«Sì, ho appoggiato Trump e lo sosterrò assolutamente anche quest’anno. I suoi risultati sono sorprendenti. Uno dei motivi per cui inizialmente sostenevo l’idea di Trump era che non aveva nessuno a cui rispondere a Washington. Non aveva interessi particolari oltre al popolo americano. Trump non aveva bisogno di Washington o di nessuno all’interno di Washington. Aveva già fatto fortuna. Il suo amore per l’America e per il popolo americano era ben noto ed era stato costante per tutta la sua vita. Sono assolutamente certa che Trump voglia davvero che l’America sia una nazione grande e prospera. Le politiche di Trump hanno portato migliori condizioni economiche in ogni categoria. Trump era sinceramente preoccupato della povertà e di coloro che soffrono economicamente. Era sulla buona strada per compiere enormi progressi verso quegli obiettivi».Crede che ce la farà a vincere la nomination presidenziale repubblicana?«Credo che vincerà. La maggior parte degli americani capisce che Trump ha un record incredibile nell’aver mantenuto l’America e, per estensione, il mondo al sicuro. L’economia di Trump era forte. Trump stava proteggendo il nostro confine e stava facendo un lavoro incredibile. La maggior parte degli americani è in grado di ignorare i tweet stupidi e i soprannomi che affibbiano, perché vede una persona essere efficacemente leader in patria e sulla scena mondiale. Il Medio Oriente si stava evolvendo in un luogo in cui la pace era all’orizzonte. Gli accordi di pace furono storici e notevoli».Qual è invece la sua opinione sulla sfidante di Trump alle primarie, Nikki Haley?«Non sono una fan di Nikki Haley. Penso che con il presidente Trump abbiamo avuto uno dei migliori presidenti della storia degli Stati Uniti. Penso che potremo averlo di nuovo. Nikki Haley non rientra nella stessa categoria. Questo è tutto quello che ho da dire».Che cosa potrebbe fare Trump se tornasse presidente?«Penso che gli Stati Uniti abbiano bisogno di Trump ora più che mai. Penso che Trump ripristinerebbe le sue politiche efficaci che hanno portato tanta pace e prosperità all’America e al suo popolo. Quando Trump parla di lealtà, si riferisce a coloro che sono fedeli alla sua missione, alle politiche e ai programmi che vuole mettere in atto per gli americani. Questa volta sono fiduciosa che si circonderà di persone fedeli alla sua visione e alle sue politiche».Per chi pensa che voterebbe suo padre il prossimo novembre?«Mio padre voterebbe per Trump, per la sua efficacia e per il bene generale dell’America. Sia Trump che John Wayne amano l’America, i suoi fondatori e la sua risorsa più preziosa: la sua gente. Sia Trump che John Wayne durante la loro vita hanno cercato di promuovere e proteggere gli Stati Uniti. Ammiravano e amavano l’idea dell’e pluribus unum, il Bill of Rights e la Costituzione. A modo loro, Donald Trump e John Wayne esprimono la loro opinione onestamente, non sono falsi. Ciò che vedi è ciò che ottieni e questo è rincuorante. Non c’è da meravigliarsi che Trump sia così antipatico a Washington Dc!».Suo padre è anche finito nel mirino della cancel culture. Nel 2020, i democratici chiesero che l’aeroporto di Orange County cessasse di avere il suo nome a causa di un’intervista che aveva rilasciato cinquant’anni prima, quando la sensibilità politico-culturale era molto diversa da quella odierna. Che cosa pensa di questi attacchi?«Per quanto riguarda il John Wayne Airport, è stato molto deludente e doloroso per la nostra famiglia. Quando mio padre si è trasferito a Orange County, è stato molto coinvolto nella vita di questo posto. Faceva la spesa in molti negozi locali ed era sempre attento alle piccole attività commerciali che frequentava il più spesso possibile. Amava passeggiare per le strade ed entrare in ogni negozio parlando con i commessi, i dipendenti e i clienti. La gente del posto si innamorò di lui. Mio padre si fermava, prendeva una coca e chiacchierava con sconosciuti che semplicemente adoravano i suoi film. La gente del posto, sia repubblicana che democratica, sapeva che mio padre era un uomo di parola. Non c’era niente di pretenzioso in lui. John Wayne era un uomo di carattere che stava al fianco della sua famiglia, dei suoi amici e dei suoi concittadini. Questo tipo di uomo dà fastidio alla sinistra radicale. Vede, John Wayne non è una vittima e non ha a che fare con il vittimismo, che è la moneta corrente della sinistra. Alla fine, John Wayne e lo spirito americano sono sopravvissuti a queste offese. È stato ancora più dolce visitare di recente il John Wayne Airport e ammirare l’iconica statua di The Duke all'interno della hall. Il suo spirito continua a vivere».
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.