2024-11-22
L’Aia vuole far arrestare Bibi: «Crimini contro l’umanità». No Usa, esultano Pd e Conte
Benjamin Netanyahu (Ansa)
La Corte penale internazionale accusa Benjamin Netanyahu e Yoav Gallant. Guido Crosetto: «Non condivido ma se arrivano in Italia vanno fermati». Josep Borrell: «Mandati vincolanti per l’intera Ue».Ieri pomeriggio la Corte penale internazionale (Cpi) dell’Aia ha emesso i mandati di arresto nei confronti del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e dell’ex ministro della Difesa, Yoav Gallant. La Cpi ha spiegato che «vi è ragionevole convinzione che Netanyahu e Gallant abbiano commesso crimini di guerra». Nella dichiarazione si legge che i due «hanno la responsabilità penale per i crimini, tra cui la partecipazione condivisa ad atti commessi con altri: crimini di guerra come la fame come metodo di guerra e crimini contro l’umanità, tra cui omicidio, persecuzione e altri atti disumani». Inoltre, «Netanyahu e Gallant hanno ciascuno la responsabilità penale individuale in quanto superiori civili per il crimine di guerra di attacco intenzionale contro una popolazione civile».Per rendere tutto ancora più grottesco, L’Aia ha emesso un mandato di cattura anche per il terrorista di Hamas Mohammed Deif, ridotto in polvere da un drone israeliano a Khan Yunis il 13 luglio 2024. Ora che succederà? Come conseguenza diretta, i 124 Stati che aderiscono alla Cpi, tra i quali troviamo l’Italia, avrebbero la facoltà di eseguire i mandati di arresto sul loro territorio, qualora Netanyahu o Gallant si recassero in questi Paesi, rendendo di fatto quasi impossibile per loro viaggiare all’estero.A proposito del nostro Paese, il ministro degli Esteri Antonio Tajani, durante un punto stampa a Parigi, ha affermato: «L’Italia sostiene la Corte penale internazionale ricordando sempre che svolge un ruolo giuridico e non politico. Hamas è un’organizzazione terroristica e bisogna separare le due cose e valuteremo insieme ai nostri alleati come valutare questa decisione e come affrontare questa vicenda». Quello che però sfugge è come si possa farlo se la premessa è: «L’Italia sostiene la Corte penale internazionale». A Porta a porta il ministro della Difesa Guido Crosetto ha detto che, se il premier israeliano venisse in Italia, «dovremmo arrestarlo, siamo tenuti ad applicare la sentenza della Cpi Io posso ritenere che la sentenza sia sbagliata e per me lo è, perché mette sullo stesso piano il presidente israeliano e il capo degli attentatori di Hamas. Sono due cose completamente diverse. Tuttavia, aderendo noi alla Corte penale internazionale, dobbiamo applicare le sue disposizioni. Non si tratta di una scelta politica, dobbiamo applicare questa sentenza, come ogni Stato che aderisce. L’unico modo per non applicarla sarebbe uscire dal trattato».Sempre per restare all’Italia, su Facebook il leader del M5s, Giuseppe Conte, oltre a citare i numeri delle vittime forniti da Hamas «circa 44.000 vittime, la metà donne e bambini», ha chiesto «sanzioni ed embargo delle armi a Israele», mentre Peppe Provenzano, responsabile Esteri nella segreteria nazionale del Pd, scrive su X: «L’Italia rispetti la Cpi e si adegui alle sue decisioni». Per la Lega si tratta di una «richiesta assurda, una sentenza politica filo-islamica, che allontana una pace necessaria».Il ministro degli Esteri olandese, Caspar Veldkamp, ha affermato che i Paesi Bassi «eseguiranno il mandato d’arresto della Corte penale internazionale contro il premier israeliano Benjamin Netanyahu, Yoav Gallant e Mohammed Deif». L’Alto rappresentante dell’Unione europa per la Politica estera, Josep Borrell, ha affermato: «I mandati d’arresto emessi dalla Corte penale internazionale contro Netanyahu e Gallant sono vincolanti e per tanto tutti i membri della Ue devono garantirne l’applicazione». La pensano diversamente gli Stati Uniti con il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca che ha subito reagito alla notizia: «Rimaniamo profondamente preoccupati dall’impazienza del procuratore Karim Khan nel richiedere i mandati d’arresto e dai preoccupanti errori nel processo che ha portato a questa decisione e ribadiamo che la Cpi non ha alcuna giurisdizione legale in questa materia». Il nuovo consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, Mike Waltz, su X scrive: «La Cpi non ha credibilità e queste accuse sono state confutate dal governo degli Stati Uniti. Israele ha difeso legalmente il suo popolo e i suoi confini dai terroristi genocidi. Potete aspettarvi una forte risposta al pregiudizio antisemita della Cpi e dell’Onu a gennaio».Unanime lo sdegno in Israele e la solidarietà a Netanyahu che ha così commentato: «La decisione antisemita della Corte penale internazionale equivale al moderno processo Dreyfus e finirà così. Israele respinge con disgusto le azioni e le accuse assurde e false contro di lui da parte della Corte penale internazionale, che è un organismo politico parziale e discriminatorio». Durissimo il commento del presidente israeliano, Isaac Herzog, che su X scrive: «Questo è un giorno buio per la giustizia. Un giorno buio per l’umanità. Presa in malafede, l’oltraggiosa decisione della Corte penale internazionale ha trasformato la giustizia universale in uno zimbello universale. Si fa beffe del sacrificio di tutti coloro che lottano per la giustizia, dalla vittoria degli Alleati sui nazisti a oggi».Dato che siamo di fronte ad una farsa ,non poteva mancare il commento del segretario generale di Amnesty International, Agnes Callamard: «Gli Stati membri della Cpi e l’intera comunità internazionale non devono fermarsi davanti a nulla finché questi individui non saranno processati dai giudici indipendenti e imparziali della Cpi». Esulta anche la Turchia con il ministro degli Esteri, Hakan Fidan, che ha dichiarato: «Questa decisione è un passo fondamentale per portare dinanzi a un tribunale i responsabili di crimini di guerra, i colpevoli del genocidio dei palestinesi. Il mandato di arresto è una fonte di speranza per la giustizia».
Jose Mourinho (Getty Images)