
Molte delle star in gara sono rappresentate da Ferdinando Salzano, discografico del conduttore dello show. «Striscia» lancia l'accusa: «Presenziò alle audizioni». Stasera si comincia, ma la Rai è già in imbarazzo. Il Festival di Sanremo parte all'insegna dei sospetti sul presunto conflitto d'interesse del suo direttore artistico e conduttore Claudio Baglioni. A creare imbarazzo è il ruolo di Ferdinando Salzano, agente di Baglioni e di molti dei cantanti che sfileranno sul palco della kermesse canora a partire da stasera.Ieri Striscia la notizia ha riportato alcune frasi di Claudio Ferrante, manager discografico del cantante Pierdavide Carone, che ha raccontato come siano avvenute le audizioni per Sanremo 2019: «Sono state fatte in un hotel davanti al Forum di Assago durante il tour di Baglioni. Nell'albergo era stato fatto allestire anche uno stereo perché si potesse sentire bene tutto. Non era un posto di fortuna, ma un posto organizzato per ricevere noi discografici, e questo ci poneva nella condizione di poter parlare direttamente con Baglioni. Ci sono i testimoni. Io penso che Salzano fosse lì in qualità di manager di Baglioni. Lui non esprimeva dei pareri, ma se poi quando una persona andava via, lui influenzasse le cose, questo non lo posso sapere. C'era anche Veronica Corno, c'erano tutti». Il punto è questo: Salzano non è consulente né fornitore della Rai. L'unico labile collegamento è che per la sua Friends e partners Group Srl lavora la Corno (responsabile della comunicazione e del coordinamento artisti), figlia di Chiara Galvagni, la capostruttura Rai che firma i contratti, pure quelli di Sanremo. L'inviato della trasmissione di Canale 5, Pinuccio, ha intervistato anche il giornalista Michele Monina, il quale ha aggiunto: «Le fonti dicono che Ferdinando Salzano fosse sempre presente durante la selezione dei cantanti. Io ho parlato con diversi di loro. Baglioni da settembre a novembre è stato in tour e ha fatto oltre 30 date in giro per l'Italia e le sale dove avvenivano le audizioni per Sanremo erano diventate i camerini dei palasport o le stanze di alberghi di fronte, tutto alla presenza costante di Ferdinando Salzano e Veronica Corno. (…) Alcuni tra i cantanti non selezionati mi hanno anche detto che i passaggi venivano fatti esclusivamente dalla Fep, non direttamente da Baglioni».Dunque Salzano è la presunta eminenza grigia di questo Festival con la sua Fep, anche se sarebbe meglio dire la sua Habita Srl. Infatti la Fep è stata da poco messa in liquidazione, dopo che lo stesso Salzano il 21 gennaio scorso ha rilevato le quote di proprietà della Warner Music Group Italy. Nello studio del notaio Luciano Quaggia, Salzano, in qualità di amministratore unico della Habita Srl, ha rilevato il 60% delle quote della Fep (valore nominale 600.000 euro) di proprietà della Warner, rappresentata per l'occasione dal presidente Marco Alboni. Insomma Salzano, alla vigilia del secondo Festival targato Baglioni, si è messo in proprio e, forse, punta ad allargare i suoi affari, magari diventando produttore anche di cd e altri supporti oltre che organizzatore di concerti. Se la sinergia con Sanremo sia fruttuosa per lui e la sua scuderia lo scopriremo a giugno quando la società presenterà il bilancio del 2018. Di certo la pagina Internet degli artisti della Fep sembra un po' il cartellone di Sanremo. Ci sono Baglioni, Nino D'Angelo, Achille Lauro, Nek, Francesco Renga, Paola Turci, Il Volo. A questo bisogna aggiungere la sinergia tra la Fep e la Cts, la multinazionale che ha acquisito la Vivo concerti e la Magellano concerti che rappresentano ulteriori concorrenti come Federica Carta, Irama, Ex Otago, Shade e Ultimo. Ci sono pure i super ospiti della manifestazione rivierasca: Biagio Antonacci, Alessandra Amoroso, Elisa, Ligabue, Fiorella Mannoia, Laura Pausini e Antonello Venditti.La maggior parte di loro era presente anche alle nozze di Salzano con la manager della Fep Barbara Zaggia, festeggiate a Formentera lo scorso ottobre. I video con i karaoke della serata sembrano un'anticipazione dei duetti del Sanremo che sta per iniziare. Teresa De Santis, direttrice di Rai 1, ieri ha cercato di smorzare le polemiche sul possibile conflitto di interessi di Baglioni in modo un po' fumoso: «La nostra produzione musicale e culturale vive anche di contiguità». Secondo la manager si deve «fare tesoro» di questo. Come? «Attraverso rapporti amicali si possono ottenere artisti che altrimenti non si sarebbero avuti (…) Nel caso di Baglioni quando si fa un contratto ad un artista vivente e operante è normale che abbia rapporti anche con l'industria della produzione musicale e dunque sta alla sua coscienza, che credo sia molto forte, portare avanti i risultati».Il vicedirettore di Rai 1, Claudio Fasulo, è stato meno criptico: «La clausola di trasparenza c'è ed è stata rispettata, il contratto di Claudio Baglioni è in linea con quello firmato dai direttori artistici precedenti. Le nostre scelte sono inattaccabili dal punto di vista della qualità. Questa situazione è figlia di un mercato molto concentrato, ma nella assoluta trasparenza» ha detto. Quindi ha aggiunto: «La commissione selezionatrice, di cui anche io faccio parte, ha lavorato nell'assoluta assenza di pressioni»L'inviato di Striscia ha provato a smentire questa versione: «C'è un'altra clausola, un obbrobrio giuridico, secondo cui il fatto che Baglioni abbia dichiarato di avere un rapporto con un'etichetta discografica (la Sony, ndr) e con la Friends e Partners di Salzano annulla la clausola di conflitto. Quindi non rappresenta conflitto solo perché l'ha dichiarato?».Pinuccio ha proseguito il suo attacco: «Come hanno detto le “fonti Rai", il contratto ha passato cinque step, tante persone, ma è stato firmato da un'unica persona: Mario Orfeo, l'ex direttore generale della Rai, che era al matrimonio di Salzano. E allora sono super “coincidenze"». Pinuccio ha concluso il servizio sottolineando: «La direttrice di Rai 1 Teresa De Santis ha detto che Baglioni è una brava persona, che la sua moralità garantisce tutto… A questo punto è tutto a posto, solo che se è tutto a posto perché hanno inserito una seconda clausola in cui devono dire che i rapporti con la Fep e le etichette musicali non c'entrano niente?». Per evitare nuove polemiche c'è da scommettere che in Rai si augurino che a vincere la gara non sia un artista della premiata ditta Salzano&friends.
Antonio Scoppetta (Ansa)
- Nell’inchiesta spunta Alberto Marchesi, dal passato turbolento e gran frequentatore di sale da gioco con toghe e carabinieri
- Ora i loro legali meditano di denunciare la Procura per possibile falso ideologico.
Lo speciale contiene due articoli
92 giorni di cella insieme con Cleo Stefanescu, nipote di uno dei personaggi tornati di moda intorno all’omicidio di Garlasco: Flavius Savu, il rumeno che avrebbe ricattato il vicerettore del santuario della Bozzola accusato di molestie.
Marchesi ha vissuto in bilico tra l’abisso e la resurrezione, tra campi agricoli e casinò, dove, tra un processo e l’altro, si recava con magistrati e carabinieri. Sostiene di essere in cura per ludopatia dal 1987, ma resta un gran frequentatore di case da gioco, a partire da quella di Campione d’Italia, dove l’ex procuratore aggiunto di Pavia Mario Venditti è stato presidente fino a settembre.
Dopo i problemi con la droga si è reinventato agricoltore, ha creato un’azienda ed è diventato presidente del Consorzio forestale di Pavia, un mondo su cui vegliano i carabinieri della Forestale, quelli da cui provenivano alcuni dei militari finiti sotto inchiesta per svariati reati, come il maresciallo Antonio Scoppetta (Marchesi lo conosce da almeno vent’anni).
Mucche (iStock)
In Danimarca è obbligatorio per legge un additivo al mangime che riduce la CO2. Allevatori furiosi perché si munge di meno, la qualità cala e i capi stanno morendo.
«L’errore? Il delirio di onnipotenza per avere tutto e subito: lo dico mentre a Belém aprono la Cop30, ma gli effetti sul clima partendo dalle stalle non si bloccano per decreto». Chi parla è il professor Giuseppe Pulina, uno dei massimi scienziati sulle produzioni animali, presidente di Carni sostenibili. Il caso scoppia in Danimarca; gli allevatori sono sul piede di guerra - per dirla con la famosissima lettera di Totò e Peppino - «specie quest’anno che c’è stata la grande moria delle vacche». Come voi ben sapete, hanno aggiunto al loro governo (primo al mondo a inventarsi una tassa sui «peti» di bovini e maiali), che gli impone per legge di alimentare le vacche con un additivo, il Bovaer del colosso chimico svizzero-olandese Dsm-Firmenich (13 miliardi di fatturato 30.000 dipendenti), capace di ridurre le flatulenze animali del 40%.
Matteo Bassetti (Imagoeconomica)
L’infettivologo Matteo Bassetti «premiato» dal governo che lui aveva contestato dopo la cancellazione delle multe ai non vaccinati. Presiederà un gruppo che gestirà i bandi sui finanziamenti alla ricerca, supportando il ministro Anna Maria Bernini. Sarà aperto al confronto?
L’avversione per chi non si vaccinava contro il Covid ha dato i suoi frutti. L’infettivologo Matteo Bassetti è stato nominato presidente del nuovo gruppo di lavoro istituito presso il ministero dell’Università e della Ricerca, con la funzione di offrire un supporto nella «individuazione ed elaborazione di procedure di gestione e valutazione dei bandi pubblici di ricerca competitivi».
Sigfrido Ranucci (Imagoeconomica)
- La trasmissione lancia nuove accuse: «Agostino Ghiglia avvisò Giorgia Meloni della bocciatura del dl Riaperture». Ma l’attuale premier non ebbe alcun vantaggio. Giovanni Donzelli: «Il cronista spiava l’allora leader dell’opposizione?». La replica: «Sms diffusi dal capo dell’autorità».
- Federica Corsini: «Contro di me il programma ha compiuto un atto di violenza che non riconosce. Per difendersi usa la Rai».






