2024-07-20
Agonia Biden, ora infila pure la gaffe razzista
Alexandria Ocasio-Cortez (Getty Images)
Il presidente chiama «un nero» il proprio ministro della Difesa e intanto annuncia: «Torno settimana prossima». Ma alcuni elettori dem pagano spot tv per convincerlo a lasciare. Alexandria Ocasio-Cortez silura la sostituta: «Nel partito non vogliono più nemmeno la Harris».Il presidente «è pienamente in corsa» e «impegnato più che mai per battere Donald Trump», giurano dal suo staff. Sarà, ma intanto Joe Biden è costretto dal Covid a starsene nella sua casa sulla spiaggia nel Delaware e tutti aspettano che il suo medico gli dica che cosa fare. Non solo con il virus. Mentre l’instancabile macchina delle gaffe di Sleepy Joe regala un’altra perla: intervistato due giorni fa da Bet (Black entertainment television, ndr), una tv popolarissima tra i giovani afroamericani, l’ottantunenne presidente non riesce a ricordarsi come si chiama il suo ministro della Difesa, il generale Lloyd Austin, e se la cava indicandolo come «quello nero». Meno male che si stava vantando del suo record di nomine di persone di colore nella sua amministrazione: «Tutto sta nel trattare le persone con dignità», ha aggiunto.Negli Stati Uniti in molti si aspettavano un passo indietro di Biden questo fine settimana, dopo che le pressioni dall’interno del partito democratico sono aumentate a dismisura. Il presidente ha pure preso il Covid e, visto che in passato, forse scherzando, aveva detto che solo il suo medico avrebbe potuto farlo desistere dalla nuova battaglia con Trump, adesso c’è anche chi spera nel virus per liberarsi di un candidato che terrorizza il proprio stesso partito.Così ieri è stata la giornata delle smentite, sia sull’abbandono in generale, sia sul fatto che la stessa famiglia Biden sia impegnata in una disperata opera di convincimento. Jen O’ Malley Dillon, che guida la sua campagna elettorale, ha giurato alla Msnbc che «il presidente è assolutamente in corsa. Glielo avete sentito dire un sacco di volte e l’abbiamo visto tutti quanti la scorsa notte il perché: Donald Trump non è in grado di offrire nulla di nuovo al popolo americano». Il riferimento è al fluviale discorso alla convention repubblicana, dove, prosegue O’Malley Dillon, l’avversario avrebbe dimostrato di essere «la stessa persona che era nel 2020». Lo stesso Biden, in giornata, è intervenuto per smentire le voci su un suo possibile ritiro: «Non vedo l’ora di tornare a fare campagna la prossima settimana». In realtà, in questi ultimi giorni il problema di Biden sembra essere più il proprio partito che il tycoon.Tra coloro che gli hanno chiesto un passo indietro per motivi di salute spiccano l’ex presidente Barack Obama, l’ex speaker della Camera, Nancy Pelosi, (che ha dietro una California terrorizzata dai sondaggi pro Trump), i capi del partito democratico nei due rami del Parlamento, Charles Schumer e Hakeem Jeffries. A far suonare la campanella d’allarme, già dopo il terribile confronto in tv tra i due candidati in cui Biden è apparso a tratti decisamente assente, sono stati alcuni sondaggi in base ai quali non solo il presidente in carica perderebbe la Casa Bianca, ma il partito andrebbe in minoranza sia alla Camera sia al Senato. Sarebbe una disfatta storica. Alcuni detrattori dem hanno addirittura pagato degli spot televisivi per far passare il messaggio «Pass the torch»: lo spot sarà trasmesso sulla Msnbc, durante la trasmissione Morning Joe che vede, tra gli assidui telespettatori, anche il presidente. Lo spot mostra gli elettori democratici della Pennsylvania, uno stato chiave con cui Biden ha profondi legami, che parlano direttamente alla telecamera e lo esortano a farsi da parte.Poi c’è la famiglia. Quella di Trump, dopo l’attentato fallito, si presenta unita come mai, con moglie, figlie e nuore schierate al suo fianco. Quella di Biden, secondo la Nbc e altri media Usa, in queste ore starebbe discutendo una «exit strategy» con Joe, in modo da uscirne a testa alta e vedere riconosciuti dal Partito democratico «cinquant’anni di servizio al Paese». La Casa Bianca è intervenuta nel giro di poche ore per smentire anche questo: «Quanto si riporta sulla famiglia Biden è sbagliato. Abbiate fede», ha detto il portavoce Andrew Bates via X.Nell’ipotesi che si convinca al passo indietro, sono in molti a essere convinti che Biden aprirebbe la strada alla candidatura di Kamala Harris che, essendo la sua vice, lo garantirebbe sotto molti profili. Il problema principale della Harris è che anche nel suo partito sanno che, fuori dai temi del razzismo, dell’immigrazione e della parità tra i sessi, è un po’ debole e temono che su economia, esteri e difesa Trump la possa asfaltare. Paradossalmente, però, Kamala Harris è scoperta a sinistra anche sui propri temi perché Alexandria Ocasio-Cortez dipinge da tempo la vicepresidente come una sorta di traditrice della causa ispanica e non solo.La sinistra radicale, quella «no border», considera Kamala una finta compagna. E ieri, con chirurgica cattiveria, la Ocasio ha lanciato un allarme anche dal fronte opposto: «Le élite che guidano il partito democratico e vogliono l’uscita del presidente Biden vogliono che anche la Harris esca dal ticket». «Sono in quelle stanze, ascolto quello che dicono…», ha aggiunto un po’ sibillina, «e un sacco di loro non sono solo impegnati a far fuori il presidente, ma a rimuovere il duo».E sul fronte dei finanziamenti per la campagna, in casa democratica resta alta anche la preoccupazione per la brusca diminuzione delle donazioni per Biden e per il partito, che finora ha speso 64,3 milioni in spot contro i 19,3 dei Repubblicani. Proprio ieri sono partiti i nuovi spot di Biden a difesa dell’aborto. A occhio, l’ottuagenario presidente ha ben altri problemi.
Nel riquadro Roberto Catalucci. Sullo sfondo il Centro Federale Tennis Brallo
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