2020-05-29
Adesso il Carroccio vuole la testa di Legnini
Matteo Salvini (Getty images)
L'autodifesa: «Tutelavo l'autonomia dei pm». La Lega: «Non può fare il commissario». M5s: «Ermini lasci».«Doveroso», «nelle competenze del Csm», «svolto esclusivamente a tutela dell'indipendenza della magistratura». È così che, con sprezzo del pericolo (e del ridicolo), Giovanni Legnini ha definito il suo intervento ricostruito dalla Verità. «Lo rifarei esattamente negli stessi termini, poiché mi sono sempre battuto per affermare le reciproche sfere di autonomia tra magistratura e politica». Chissà se l'ex vicepresidente del Csm si sia posto un altro problema: leggendo le intercettazioni di questi giorni, quale cittadino potrà ancora credere all'imparzialità dei magistrati e alla mancanza di faziosità? Ma per Legnini si tratta di «una polemica generata dallo stillicidio di pubblicazioni di messaggi decontestualizzati e perciò parziali e fuorvianti». Nella curiosa ricostruzione dell'ex vicepresidente del Csm, il suo affanno sarebbe stato quello di soccorrere un procuratore aggredito: «Il procuratore di Agrigento aveva avviato un'indagine sullo sbarco della Diciotti, ed era stato fatto oggetto di aggressioni sulla stampa e sui social da parte di esponenti politici e di governo. La magistratura associata si espresse subito con posizioni a tutela dell'indipendenza delle attività del procuratore. Le attività del Csm erano sospese a causa del periodo feriale, e quale vicepresidente era mio dovere istituzionale [...] consultarmi con i componenti del Consiglio. Pertanto chiesi ai rappresentanti di esprimere la loro posizione. I messaggi che sono stati resi pubblici rendono conto di questa richiesta, il cui significato è esattamente opposto a quanto riferisce La Verità».Anche qui tesi surreale: Legnini sembra considerare normale che il Csm si sia trasformato in una sorta di terza Camera pronta a contendere a Parlamento e governo rispettivamente l'indirizzo politico e la politica giudiziaria (anzi, in questo caso anche altri ambiti: dalla gestione dell'immigrazione alla sicurezza nazionale), con un interventismo politico a tutto campo. In serata la maggioranza batte un colpo e annuncia un accordo sul nuovo sistema elettorale per il Csm, che vedrà l'introduzione del doppio turno, prevedendo il ballottaggio. Nessuno sconto a Legnini da parte della Lega: «Sollecita surrettiziamente ai componenti dell'organo che presiede una presa di posizione del Csm sulla Diciotti, contrariamente al suo ruolo che avrebbe dovuto garantire indipendenza e terzietà». Così, in una nota, i parlamentari Giulia Bongiorno, Nicola Molteni, Jacopo Morrone e Andrea Ostellari. «Legnini è stato nel Pci, nei Ds e nel Pd. Due volte sottosegretario con governi pd, è stato candidato governatore in Abruzzo per il centrosinistra e, dopo la sconfitta, è stato nominato dal Conte II commissario delle aree colpite dal terremoto». E intanto i responsabili territoriali della Lega (Riccardo Marchetti, Marche, Virginio Caparvi, Umbria, Francesco Zicchieri, Lazio, e Luigi D'Eramo, Abruzzo) hanno chiesto le dimissioni di Legnini: «È un uomo di parte, che ha utilizzato il ruolo istituzionale per aizzare i pm contro l'allora ministro Salvini. È sconcertante quanto emerge dalle intercettazioni pubblicate dalla Verità. A questo punto, Legnini lasci immediatamente il ruolo di commissario straordinario per la ricostruzione». Ma le chat pubblicate dalla Verità non lasciano indifferenti nemmeno i 5 stelle che, attraverso il senatore Primo Di Nicola, hanno chiesto in Aula che Davide Ermini lasci il suo incarico di vicepresidente del Csm. Su tutto questo, gran silenzio di giornaloni e mainstream media. Per anni, hanno pubblicato ogni sorta di intercettazioni, spesso non rilevanti o di carattere privato. Ma stavolta, davanti a uno scandalo di enorme rilievo pubblico, fingono di non vedere.