2023-12-28
Addio al falco tedesco che spennò i greci
Morto a 81 anni Wolfgang Schäuble, ministro delle Finanze con Angela Merkel. Fanatico di austerità (imposta in patria a scapito degli investimenti pubblici) e Patto di stabilità, rifilò ad Atene una «cura» costata -39% di Pil, impennata del debito e fine del welfare.Wolfgang Schäuble, ex ministro tedesco delle Finanze ed ex presidente del Bundestag, è morto ieri all’età di 81 anni. Esponente di spicco del Partito cristiano democratico tedesco, la Cdu, è stato uno dei protagonisti della vita politica tedesca degli ultimi 40 anni. Eletto per la prima volta al Bundestag nel 1972, fu vittima nel 1990 di un attentato che lo costrinse su una sedia a rotelle per il resto della sua vita.Nei governi di Angela Merkel, Schäuble è stato prima ministro dell’Interno (dal 2005 al 2009), poi ministro delle Finanze fino al 2017.In un post su X, la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha detto: «La morte di Wolfgang Schauble è una grave perdita per la Germania e l’Europa. Attraverso le sue azioni e il suo esempio, ha plasmato la democrazia tedesca come nessun altro. Ha sempre pensato in grande e lontano».Nei primi commenti alla notizia, la definizione che va per la maggiore è «veterano della politica tedesca». Sarà perché ai veterani si perdona tutto, anzi, gli si tributa riconoscenza. Nel caso specifico, nonostante il carattere notoriamente brusco e nonostante un piccolo scandalo legato a un finanziamento illecito alla Cdu nel 1999. Soprattutto, nonostante l’eredità del veterano Schäuble sia tutt’altro che felice. Durante il mandato come ministro delle Finanze fu inserito nella Costituzione tedesca il divieto di indebitamento, il cosiddetto Schuldenbremse. La mancanza di investimenti pubblici in Germania in quel periodo critico e la compressione della domanda interna hanno favorito le esportazioni, in accordo con la visione mercantilista tedesca tesa al conseguimento di ampi surplus delle partite correnti. Ora le carenze infrastrutturali in Germania rappresentano un grave problema.L’altro pilastro della politica finanziaria di Schäuble è il Patto di stabilità e crescita europeo, quello di cui si è discusso in questi giorni. Il vecchio Patto costringeva gli Stati con un rapporto debito/Pil sopra il 60% a rientrare di tale disavanzo in ragione di un ventesimo all’anno. La fama di falco di Schäuble, anche grazie a un abile gioco di sponda attuato da Angela Merkel, si consolidò negli anni della crisi del debito sovrano della Grecia, tra il 2009 e il 2015. La sua posizione inamovibile durante gli sfibranti negoziati per trovare una soluzione alla crisi greca è stata ben descritta da un testimone diretto, Yanis Varoufakis, che nel libro Adulti nella stanza (La Nave di Teseo, 2017) ha riportato molte delle conversazioni non ufficiali in cui era coinvolto Schäuble. Ne riportiamo un paio.«Mentre parlava, Schäuble rivolse a Sapin (Michel, omologo francese, ndr) uno sguardo penetrante. «Non si può permettere che le elezioni cambino la politica economica». E più oltre: «[…] ho cercato la sua risposta come statista anziano, non come tutore. “Se fossi al mio posto, firmeresti il protocollo d’intesa?”». Mi aspettavo che mi desse la risposta prevedibile - che, date le circostanze, non c’erano alternative - insieme a tutte le solite, insensate argomentazioni. […] Poi si voltò e mi sbalordì con la sua risposta: “Come patriota, no. È un male per la tua gente”».Schäuble, da ministro, ovvero da maggior azionista del progetto della moneta unica, è stato l’artefice principale dell’austerità imposta alla Grecia, che ha causato un disastro sociale ed economico. La Grecia è uscita lo scorso anno dalla sorveglianza della troika, dopo dodici anni di cure devastanti somministrate al solo scopo di salvare le banche francesi e tedesche. Il Pil greco nel 2008 viaggiava attorno ai 355 miliardi di dollari, nel 2021 si è ridotto a 216 miliardi (-39%). Il debito pubblico è aumentato dal 110% del 2012 al 206% del 2023. Il Paese riesce a ripagare gli interessi sul debito grazie ai cospicui avanzi di bilancio, ottenuti grazie alla distruzione quasi totale dello Stato sociale. I servizi pubblici, dalla sanità all’istruzione, sono stati rasi al suolo. Quindici riforme pensionistiche hanno tagliato di circa il 30% gli assegni dei greci. È stato privatizzato tutto il possibile. La disoccupazione è al 12,5%, dimezzata rispetto al 2016 a colpi di precarizzazione del lavoro ed emigrazione. Circa 600.000 giovani hanno lasciato il Paese tra il 2012 e il 2022, per la mancanza di prospettive. La mortalità infantile è passata dal 2,73% del 2008 al 3,95% nel 2015.L’estremismo di Schäuble nella questione greca e il conseguente allarme sulla solidità delle finanze pubbliche italiane, del tutto ingiustificato, portarono a conseguenze politiche gravi in Italia. Furono i giorni del «Fate presto» e della caduta del governo Berlusconi, sostituito dal governo «tecnico» più squisitamente «politico» che si fosse mai visto sino ad allora. Quello guidato dal sobrio Mario Monti, per il quale i giornali crearono l’archetipo così efficace dell’uomo in loden, salvatore della patria contro il maligno spread.Per certo, di Wolfgang Schäuble si può dire che non era un ipocrita. La sua visione politica genuinamente antidemocratica è la stessa che permea nel profondo le istituzioni dell’Unione europea, ma almeno lui non si nascondeva dietro improbabili paraventi moralistici, come fanno oggi certi pavidi satrapi che allignano tra Bruxelles e Francoforte.
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Charlie Kirk (Getty Images)