2021-06-15
Accordo fra Italia e Ue sulla plastica. Resta il nodo dei monouso sostenibili
Roberto Cingolani annuncia un primo punto di incontro sul bando, per limare i divieti e le nuove tasse. Ma rimane la questione dei materiali bio ricavati dalle fibre vegetali, un settore in cui siamo leader: «Lettura vecchia»L'Italia fa un passo avanti con Bruxelles sulla direttiva europea Single use plastic (Sup) che mette al bando diverse plastiche monouso (a scelta dei singoli Stati, con divieti o nuove tasse), ma le questioni in merito ai componenti plastici più avanzati restano ancora un nodo da risolvere definitivamente. Ieri il ministro della Transazione ecologica, Roberto Cingolani, ha detto ai microfoni di Radio24 che «l'accordo con Bruxells è già trovato. Il problema non c'è grazie a un'interlocuzione più tecnica che politica, che fa bene a tutti».Il ministro ha dunque spiegato di aver parlato con il vicepresidente della Commissione europea, Frans Timmermans, e che «l'accordo prevede che si continueranno a rivedere le linee guida in funzione delle nuove soluzioni tecnologiche, ed è stato riconosciuto il fatto che, se ho un bicchiere di carta che è il 90% carta e il 10% plastica, non me lo pesano come tutto plastica, ma riconoscono che c'è solo il 10%». Un passo avanti rispetto al testo iniziale che vedeva lo stop di tutti i prodotti monouso per i quali sul mercato esistono alternative convenienti senza plastica. Il testo europeo era stato infatti fortemente criticato da Cingolani, che in un question time al Senato avevo spiegato come avesse dato il via a delle interlocuzioni con la Commissione Ue affinché le plastiche biodegradabili e compostabili venissero considerate delle alternative sostenibili rispetto a quelle standard. Oltre a questo il ministro della Transazione ecologica aveva anche criticato il passaggio in cui venivano considerati di plastica anche tutti quei prodotti che sono di carta con un sottile rivestimento in plastica, usati per esempio nel settore alimentare. Nell'insieme dunque, il governo aveva contestato la direttiva europea Sup perché metteva al bando anche le plastiche biodegradabili e compostabili, settore nel quale l'industria italiana è molto avanti. Al coro delle critiche si era unito anche il Presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, che si era dichiarato molto preoccupato in merito alla direttiva: «Auspico che il commissario Paolo Gentiloni voglia intervenire perché il testo, nella forma attuale, è fortemente pregiudizievole per l'industria italiana, non solo, ma anche di quella tedesca e dell'intera industria europea», aveva dichiarato Bonomi in occasione di un convegno organizzato dall'associazione degli industriali. Confindustria aveva inoltre criticato le linee guida per l'applicazione della direttiva dato che avevano allargato le restrizioni anche ai piatti, bicchieri e imballaggi rivestiti da un sottile strato di plastica (10%). Una produzione centrale per l'Italia. E infatti Bonomi aveva aggiunto che se non si fosse fatta marcia indietro sulla direttiva si sarebbe «uccisa la manifattura». Parole che trovano riscontro nei numeri. Il comparto della plastica e della bioplastica in Italia in effetti è molto forte e in costante crescita. La pandemia, stando ai dati pubblicati da Assobioplastiche, non ha impattato sul settore. E infatti, nel 2020 il fatturato complessivo è cresciuto del 9,4% rispetto al 2019, i volumi prodotti hanno registrato un +9,6% e gli occupati un aumento del 4,7%. A trainare la crescita è stato il mondo del monouso (ad esempio piatti, capsule di caffè, stoviglie), che ha fatto un balzo del 116%, ed è il comparto finito proprio sotto la lente d'ingrandimento dell'Ue. Ma non solo, perché secondo i dati di Corepla, Consorzio nazionale per la raccolta, il riciclo e il recupero degli imballaggi di plastica, l'anno scorso questo mondo è cresciuto del 4% rispetto al 2019. La raccolta destinata ai centri di selezione è infatti stata di 1.433.203 tonnellate (+4%). Un dato che ha conferito un nuovo record per l'Italia, in termini di quantità trattata. Dunque, quello della plastica è un settore in continua crescita che però non dimentica l'ambiente e la sostenibilità.Ieri Cingolani sembra dunque essere riuscito a fare un passo avanti verso la giusta direzione: «Quando io ho parlato con il vicepresidente Timmermans, ci siamo confrontati con la massima serenità e abbiamo convenuto senza alcun contrasto (a trovare un accordo che ammorbidisca la direttiva europea e non penalizzi l'Italia, ndr)». «Siamo tutti d'accordo che la plastica vada ridotta. Non esiste discussione su questo punto», ha continuato Cingolani, «Quando sono arrivato pochi mesi fa, ho letto le linee guide e ho trovato abbastanza questionabile un punto: alla fine l'unica plastica che viene ammessa è quella riciclabile. Questo vuol dire che noi continuiamo a produrre plastiche che, sia pure in maniera ritardata dal riciclo, un giorno diventeranno rifiuto. In maniera cieca invece sono state definite non utilizzabili tutte le altre plastiche, anche le più moderne, quelle a base di fibre vegetali. Il che riflette una lettura un po' vecchia delle tecnologie recenti».
Giorgia Meloni al Forum della Guardia Costiera (Ansa)
«Il lavoro della Guardia Costiera consiste anche nel combattere le molteplici forme di illegalità in campo marittimo, a partire da quelle che si ramificano su base internazionale e si stanno caratterizzando come fenomeni globali. Uno di questi è il traffico di migranti, attività criminale tra le più redditizie al mondo che rapporti Onu certificano aver eguagliato per volume di affari il traffico di droga dopo aver superato il traffico di armi. Una intollerabile forma moderna di schiavitù che nel 2024 ha condotto alla morte oltre 9000 persone sulle rotte migratorie e il governo intende combattere. Di fronte a questo fenomeno possiamo rassegnarci o agire, e noi abbiamo scelto di agire e serve il coraggio di trovare insieme soluzioni innovative». Ha dichiarato la Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni durante l'intervento al Forum della Guardia Costiera 2025 al centro congresso la Nuvola a Roma.
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