2025-05-13
Ucciso leader della milizia: Tripoli nel caos
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Tripoli dopo l'attentato mortale al leader della milizia Abdel Ghani Al-Kikli, nel riquadro (Getty Images)
La morte di Abdel Ghani Al-Kikli, noto come Gheniwa, capo della milizia Apparato di Supporto alla Stabilità (Ssa) destabilizza una Libia senza pace dalla morte di Gheddafi.Lunedì 12 maggio il capo di una delle più potenti milizie della Libia sarebbe caduta in quella che è sembrata a tutti gli effetti un’imboscata e dove hanno perso la vita altre sei persone. Lo sua morte è avvenuta presso il campo militare di Tekbali, a sud della capitale libica. Non sono ancora chiari i particolari di questo scontro a fuoco che si è tenuto vicino ai quartieri storicamente controllati dai miliziani di Gheniwa, che aveva un enorme peso poltico nel paese arabo. Il campo di addestramento di Tekbali è il quartier generale della 444esima Brigata di combattimento dell’esercito libico, unità d’élite addestrata dalla Turchia e che risponde direttamente ad Ankara. Gheniwa sarebbe stato attirato con il pretesto di una riunione e qui avrebbe trovato oltre alla 444esima brigata anche due battaglioni provenienti da Misurata, la 111esima Brigata e la Forza di supporto del direttorato, tutti acerrimi nemici dei suoi miliziani. Il corpo di Al-Kikli è stato trasportato all’ospedale di Abu Salim, in un’area sotto il suo controllo, ma non c’è stato nulla da fare. Da quel momento Tripoli è apparsa fuori controllo ed il governo ha invitato la popolazione a non uscire di casa, mentre il ministro dell’Istruzione ha chiuso le scuole per tre giorni. Diversi testimoni raccontano di continue raffiche di mitra che si sentono nei quartieri di Abu Salim, al-Sarraj, Ghout Shal e Ain Zara, dove si sarebbero asserragliati gli uomini di Gheniwa. L’aeroporto della capitale è stato chiuso e tutti voli civili sono stati dirottati su Misurata perche tutta la zona aeroportuale era controllata dalle Ssa e adesso è terra di nessuno. Ad aver attaccato l’aeroporto per prenderne il controllo sarebbero stati gli uomini fedeli al viceministro della Difesa Zewbi, alleato dei turchi, che conosce le potenziali economiche dell’aeroporto Mitiga. Intanto alcuni degli alleati minori di Gheniwa come Osama Tleish e Lutfi al-Harari avrebbero già abbandonato la capitale, spostando uomini e mezzi alla periferia est. Il ministero della Difesa ha dichiarato che la situazione sta tornando alla normalità e che il quartiere di Abu Salim è tornato sotto controllo, anche se rimangono alcune sacche di resistenza. Il Gnu (Governo di Unità Nazionale) di Abdul Hamid Dbeibah, che governa faticosamente la Tripolitania, avrebbe fatto confluire a Tripoli rinforzi da Az-Zawiyah,Zintan e Misurata per ripristinare l’ordine e per prevenire un possibile scontro con i miliziani di Gheniwa. In questo duro regolamento di conti, come ci racconta il deputato Mahmoud Ghabi, si intravede la mano del Primo ministro che ne esce rafforzato e con la possibilità di concentrare su di sé molti più poteri. Al-Kikli era un forte alleato di Dbeibah, ma indubbiamente ingombrante e questa mossa, concordata con la Turchia, rafforza il suo esecutivo. L’ormai ex leader aveva anche il controllo della Banca di Tripoli ed era lui a gestire anche alcuni moli del porto della capitale, dimostrandosi molto capace nella gestione dei lucrosi affari libici. Abdel Ghani Al-Kikli ed i suoi miliziani erano accusati da molte organizzazioni internazionali di crimini contro l’umanità e di abusi sui migranti presenti in Libia, ma allo stesso tempo erano un alleato determinante per il governo in carica. La sua eliminazione può cambiare gli equilibri sul campo, rafforzando ancora una volta la Turchia che sembra aver dato il via libera a questo colpo di mano. Il Gnu è l’unico governo libico riconosciuto dalle Nazioni Unite, ma le elezioni vengono rimandate da anni e la sua capacità di controllo del territorio appare molto limitata. Il portavoce della missione delle Nazioni Unite (Unsmil) ha dichiarato di essere molto preoccupato per la situazione che potrebbe coinvolgere anche i civili nei combattimenti ed ha fatto appello alle potenze internazionali per cercare di fermare la violenza che potrebbe travolgere ancora una volta la Libia che dalla caduta di Gheddafi non ha più trovato pace.