La Commissione ha promosso un progetto (eTwinning) che introduce la didattica basata sull’ambientalismo: stop alla carne, usa la bici e fai la doccia non il bagno. Come se il vero pericolo per il pianeta fossero i ragazzi.
La Commissione ha promosso un progetto (eTwinning) che introduce la didattica basata sull’ambientalismo: stop alla carne, usa la bici e fai la doccia non il bagno. Come se il vero pericolo per il pianeta fossero i ragazzi.Mi scrive, preoccupato e forse furioso, un lettore della Verità, papà di un bimbo di 8 anni. Un giorno era andato a prendere il figlioletto a scuola e lo aveva visto cupo in volto, contrariamente al carattere solitamente allegro e gioioso del bimbo. Alle domande di chiarimento del babbo il pargolo scoppia in lacrime. Era terrorizzato per il danno che stava causando al pianeta. Glielo avevano detto a scuola. Esiste, promosso dalla Commissione europea e pagato coi soldi del contribuente europeo, un demenziale progetto che si chiama eTwinning. Dal loro sito: «eTwinning è il tramite per aprirsi ad una nuova didattica basata sulla progettualità, lo scambio e la collaborazione, in un contesto multiculturale». A occhio e croce fuffa, pura fuffa, direte voi. Se leggiamo oltre: «I progetti eTwinning rappresentano modalità di scambio in linea con le indicazioni del “Green Deal” Ue, nel rispetto di un approccio sostenibile e a basso impatto ambientale»: sempre più fuffa, insisterete.In realtà è peggio che fuffa. L’impressione è che si tratti di programma premeditato di lavaggio del cervello. Non solo dei discenti ma – è forte il sospetto – anche dei docenti. Per farla breve, ecco cosa ha indotto lo scoppio di pianto del figlio di un nostro lettore (si veda figura).Nell’ambito del progetto eTwinning – mi riferisce il papà – il piccolo e i suoi compagnetti erano stati quel giorno indottrinati sui cambiamenti climatici indotti dall’uomo che, come sapete, è la più grande bufala del secolo. Ma la scuola non si limitava a insegnare bufale: doveva strafare per assicurarsi che fosse perfetto il proprio delitto di docenti che hanno appeso il cervello al chiodo e insegnano qualunque narrazione ascoltano dalla tv. E, allo scopo, indulgono sulla figura che vedete sopra. Secondo la quale, il pianeta soffre di alcuni “effetti”: i ghiacciai si sciolgono, gli animali si estinguono (a dire il vero scrivono «spariscono»), oltre che, naturalmente, siccità e inondazioni (sic!) e uragani. E «di chi è la colpa?», chiedono ai bambini quei maestri. Ma è vostra, piccoli! Perché mangiate troppa carne: you eat too much meat. Penso alla gioia di quelle mamme che a fatica s’industriano per convincere i propri bimbi a mangiare la fettina «se vogliono crescere». Ora il loro figlio, oltre a quello di preferire il gelato, ha un sacco di motivi per rifiutarla: il pianeta va salvato e questo è il consiglio della scuola europea. La quale dà al bimbo le istruzioni: fatti la doccia e vai in bici. Sull’ammonimento della doccia immagino che intendano «invece che il bagno». Non ho capito perché la circostanza salvi nientepopodimeno che l’intero pianeta. Ho chiesto lumi a un mio caro amico, verde ma ottuso come un mattone, e mi ha risposto: per risparmiare acqua. Ho provato a fargli notare che, ogni anno, a fronte di oltre 200 chilometri cubi d’acqua che piove sulle teste degli italiani e dei 20 chilometri cubi che i medesimi usano per tutte le loro attività (agricoltura, industria e usi civili), solo 2 sono i chilometri cubi d’acqua che servono agli usi personali, cosicché se facciamo il bagno anziché la doccia, la cosa non cale all’Italia e men che meno al pianeta. L’aritmetica non è il forte del mio amico e, d’altra parte, se la masticasse solo un po’ non sarebbe un verde. Quanto all’uso della bici, non oso pensare ai battibecchi tra genitori e figli di otto anni, con questi ultimi che vorrebbero andare a scuola in bici per le strade di Milano, Roma o Napoli. Cosa dirà il pargolo? Forse «me lo chiede l’Europa»? L’ho buttata sul faceto, ma la cosa è seria. Quand’ero bimbo ognuno di noi aveva un suo sogno: chi diventare astronauta, chi ingegnere, chi poliziotto. Io volevo fare il mago. Oggi ai bimbi si insegna che sono essi un incubo e un peso per il pianeta. Greta Thunbergh, vittima di mercanti di bambini, è andata di matto. Il 21 giugno del 2018 aveva lanciato un tweet ove annunciava che un climatologo di primo piano assicurava l’estinzione dell’umanità entro 5 anni se non l’avessimo piantata con l’uso di petrolio, gas e carbone. Fra pochi giorni arriva quella scadenza e pensate come ha vissuto questi cinque anni la piccola e i suoi seguaci. Giovanotte e giovanotti si esibiscono in attacchi isterici convinti di essere essi l’Ultima generazione. Quando diventammo adolescenti alcuni di noi volevano fermare la guerra in Vietnam. Alle porte dell’Europa c’è una guerra in atto, ma gli adolescenti di oggi non sembrano interessati: loro vogliono fermare il Sole. Se c’è qualcuno che sta rubando il futuro ai nostri ragazzi, questa è l’Unione europea messa nelle mani di personaggi fuori di testa. Chiamate Save the Children, telefonate al Telefono azzurro. Fate qualcosa insomma.
Massimo Doris (Imagoeconomica)
Secondo la sinistra, Tajani sarebbe contrario alla tassa sulle banche perché Fininvest detiene il 30% del capitale della società. Ma Doris attacca: «Le critiche? Ridicole». Intanto l’utile netto cresce dell’8% nei primi nove mesi, si va verso un 2025 da record.
Nessun cortocircuito tra Forza Italia e Banca Mediolanum a proposito della tassa sugli extraprofitti. Massimo Doris, amministratore delegato del gruppo, coglie l’occasione dei conti al 30 settembre per fare chiarezza. «Le critiche sono ridicole», dice, parlando più ai mercati che alla politica. Seguendo l’esempio del padre Ennio si tiene lontano dal teatrino romano. Spiega: «L’anno scorso abbiamo pagato circa 740 milioni di dividendi complessivi, e Fininvest ha portato a casa quasi 240 milioni. Forza Italia terrebbe in piedi la polemica solo per evitare che la famiglia Berlusconi incassi qualche milione in meno? Ho qualche dubbio».
Giovanni Pitruzzella (Ansa)
Il giudice della Consulta Giovanni Pitruzzella: «Non c’è un popolo europeo: la politica democratica resta ancorata alla dimensione nazionale. L’Unione deve prendere sul serio i problemi urgenti, anche quando urtano il pensiero dominante».
Due anni fa il professor Giovanni Pitruzzella, già presidente dell’Autorià garante della concorrenza e del mercato e membro della Corte di giustizia dell’Unione europea, è stato designato giudice della Corte costituzionale dal presidente della Repubblica. Ha accettato questo lungo colloquio con La Verità a margine di una lezione tenuta al convegno annuale dell’Associazione italiana dei costituzionalisti, dal titolo «Il problema della democrazia europea».
Ansa
Maurizio Marrone, assessore alla casa della Regione Piemonte in quota Fdi, ricorda che esiste una legge a tutela degli italiani nei bandi. Ma Avs la vuole disapplicare.
In Italia non è possibile dare più case agli italiani. Non appena qualcuno prova a farlo, subito si scatena una opposizione feroce, politici, avvocati, attivisti e media si mobilitano gridando alla discriminazione. Decisamente emblematico quello che sta avvenendo in Piemonte in queste ore. Una donna algerina sposata con un italiano si è vista negare una casa popolare perché non ha un lavoro regolare. Supportata dall’Asgi, associazione di avvocati di area sorosiana sempre in prima fila nelle battaglie pro immigrazione, la donna si è rivolta al tribunale di Torino che la ha dato ragione disapplicando la legge e ridandole la casa. Ora la palla passa alla Corte costituzionale, che dovrà decidere sulla legittimità delle norme abitative piemontesi.
Henry Winkler (Getty Images)
In onda dal 9 novembre su History Channel, la serie condotta da Henry Winkler riscopre con ironia le stranezze e gli errori del passato: giochi pericolosi, pubblicità assurde e invenzioni folli che mostrano quanto poco, in fondo, l’uomo sia cambiato.
Il tono è lontano da quello accademico che, di norma, definisce il documentario. Non perché manchi una parte di divulgazione o il tentativo di informare chi stia seduto a guardare, ma perché Una storia pericolosa (in onda dalle 21.30 di domenica 9 novembre su History Channel, ai canali 118 e 409 di Sky) riesce a trovare una sua leggerezza: un'ironia sottile, che permetta di guardare al passato senza eccessivo spirito critico, solo con lo sguardo e il disincanto di chi, oggi, abbia consapevolezze che all'epoca non potevano esistere.






