2024-04-23
Vivendi si astiene e consegna a Labriola il nuovo consiglio Tim. Rete più vicina a Kkr
Oggi l’assemblea, ma la decisione del primo azionista spiana la strada alla lista del cda. Depotenziata la causa contro NetCo.La decisione arriva a sorpresa, visto che c’è una causa in corso e che i rapporti tra il primo azionista francese di Tim e l’amministratore delegato del gruppo delle tlc erano dati ai minimi termini, ma neanche tanto. Perché da giorni si susseguivano voci sulla possibilità che Vivendi si astenesse dal voto sul rinnovo del consiglio di Telecom Italia all’assemblea di 23 aprile, spianando la strada al rinnovo del presunto nemico Pietro Labriola alla guida dell’ex monopolista. E alla fine così è stato. Le motivazioni? Ha provato a darle, in una nota, il colosso transalpino dei media, spiegando che «in qualità di investitore finanziario, Vivendi si preoccupa che il consiglio e il management di Tim garantiscano una crescita duratura del corso delle azioni attraverso decisioni gestionali nell’interesse della società, rispettose delle prerogative degli azionisti e dei principi di buona governance». Quindi? «Di conseguenza, Vivendi non sostiene la lista presentata dal consiglio di amministrazione uscente, data la continuità con un consiglio durante il cui mandato il titolo ha perso metà del suo valore e che è responsabile di aver approvato la vendita della rete fissa di Tim nel novembre 2023 ad un prezzo che, a giudizio Vivendi, non riflette il pieno valore dell’asset, senza coinvolgere l’assemblea degli azionisti e il comitato parti correlate e senza fornire, ad oggi, informazioni complete e affidabili al mercato sull'operazione e sui suoi effetti sulla sostenibilità di Tim». Insomma «Vivendi non desidera essere associata alle decisioni relative alle nomine del cda, in quanto ritiene che spetti al management in carica e ai suoi sostenitori risolvere la delicata situazione in cui si trova Tim». Per questo ha deciso di astenersi dal voto. Impressioni. La prima, evidente, è che ormai Vivendi consideri la sua partecipazione in Tim come una quota meramente finanziaria e non vuol quindi avere più nulla a che fare con la gestione del gruppo. La seconda, ma qui entriamo nel novero delle indiscrezioni, è che probabilmente ci siano stati contatti diretti o indiretti tra Vivendi e il top management di Tim attraverso i quali la famiglia Bolloré potrebbe aver ricevuto delle «rassicurazioni» rispetto alla ServiceCo, la società dove Vivendi (a meno che non riesca a vendere le sue quote) resterà il primo azionista dopo la cessione della NetCo a Kkr per un valore complessivo di 22 miliardi di euro. La terza invece è una buona notizia rispetto all’operazione di cessione della rete. Nel caso di nuovo ad, infatti, sarebbe stata a rischio e la causa contro la cessione di Vivendi avrebbe avuto sicuramente più forza. Così invece, oggettivamente, perde mordente. Perché anche se non rappresenta un voto a favore del cda uscente, di certo l’astensione spiana la strada alla riconferma di Labriola che è stato il grande sostenitore della cessione della rete al fondo Usa. Insomma, è vero che nella sua nota Vivendi evidenzia che «porterà avanti con decisione il ricorso contro la delibera del cda del novembre 2023 (la cessione della rete appunto ndr) presso il tribunale di Milano e ogni altro strumento giuridico a sua disposizione per tutelare i propri diritti», ma nella sostanza la causa ne esce depotenziata. Resta aperta la questione dei consiglieri di minoranza. Chi prevarrà tra la lista Merlyn e quella presentata da BlueBell. Al momento il più deluso è probabilmente l’ex manager Tim Stefano Siragusa (ad designato della lista Merlyn), che ha pensato fino all’ultimo momento di poter avere l’appoggio dei francesi. Modulando anche il suo piano, che inizialmente confermava l’operazione della rete (aspetto che poi è stato smussato) e puntava sulla cessione anche del Brasile e di Consumer. Ora Siragusa dovrà contendersi i voti che restano con il fondo che fa capo a Giuseppe Bivona e Marco Taricco che peraltro con un esposto alla Consob ha chiesto l’annullamento della lista del cda. Oggi, grazie al voto dell’assemblea, che anche quest’anno si terrà a porte chiuse, scopriremo diverse cose. Dando per assodato che l’ad resterà Pietro Labriola e che il nuovo presidente sarà l’avvocato Alberta Figari, capiremo, innanzitutto, se passerà la proposta di riduzione dei membri del board a 9 dai 15 attuali. Quindi se il fondo Merlyn che ha presentato una lista di 10 candidati - capolista è Umberto Paolucci (ex Microsoft), a seguire Stefano Siragusa (ex dg di Tim) ed Ersilia Vaudo - otterrà più voti di BlueBell che nella sua lista di 6 ha Paola Giannotti De Ponti (indicata per la carica di presidente), Paolo Amato e Laurence Lafont (indicata come Ceo) nelle prime tre posizioni. C’è attesa, ma la vera notizia, quella sulla posizione di Vivendi è già arrivata. Ieri Tim ha guadagnato lo 0,99% a quota 0,224 euro.
Marta Cartabia (Imagoeconomica)