Inchieste

Di Pietro choc: «Prevedo brogli»
Antonio Di Pietro (Ansa)
L’ex magistrato lancia l’allarme in vista del referendum: «Vogliono spostare due milioni di voti di italiani all’estero, a loro insaputa». Una nuova richiesta può far slittare il voto.

La riforma della giustizia, di cui in Italia si discute ormai da decenni, potrebbe finalmente diventare realtà. Approvata dal Parlamento, deve ora superare l’ultimo scoglio: il referendum confermativo che si terrà la prossima primavera. Cavallo di battaglia di tutto il centrodestra, questa riforma epocale è invece ferocemente osteggiata dalla sinistra che, sin dai tempi del berlusconismo, sostiene che la divisione delle carriere rappresenterebbe una picconata alla democrazia e all’autonomia dei giudici.

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Spioni, sos e accessi abusivi della Gdf. Ora Legnini si difende e «assolve» Zafarana
Giovanni Legnini e Giuseppe Zafarana (Imagoeconomica)
Equalize, l’ex dem indagato nega la rivelazione di segreto: «Nessuna intermediazione presso la Finanza per Lorenzo Sbraccia».
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Hanno delocalizzato la Serie A per due soldi
Nomi dei giocatori del Milan scritti in arabo (Getty)
Alla Supercoppa a Riad non ci sarà l’arbitro Marco Guida: era designato per la finale, ma rifiuta di gestire i match del Napoli. Intanto i nomi dei giocatori sulle maglie sono in arabo. E su Milan-Como in Australia con fischietto asiatico incombono ricorsi.

Ed arbitro s’assise in mezzo a loro. La visione manzoniana del ruolo non ha più senso nei tribunali, figuriamoci a pelo d’erba dove rotola il pallone, nel delirio collettivo del football. Ma è proprio dall’arbitro che parte il giudizio del mondo sportivo, è ancora lui il termometro più attendibile per valutare lo stato di salute di un sistema. Ecco, se vale l’assunto, quello italiano è profondamente malato, quasi in coma. Lo si comprende da due vicende di questi giorni. Due storie, due anomalie: il caso Marco Guida e il caso Milan-Como a Perth, partita di campionato che sarà diretta da un fischietto asiatico.

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Indagati in 12 per il disastro in Romagna
Alluvione in Emilia-Romagna (Ansa)
Nel fascicolo sull’alluvione nel Ravennate del 2024 compaiono figure apicali pubbliche e private. La Procura contesta presunte negligenze dal 2016 fino a oggi. Il presidente Michele De Pascale però tergiversa: «Rispetto per i magistrati, ma anche per gli inquisiti».

Per prima cosa si è preoccupato di chiedere «rispetto» per i presunti colpevoli del disastro, perché per pensare alle vittime, si sa, c’è sempre tempo. E anzi ha ricordato che il rischio idrogeologico «non si può azzerare». Non poteva scegliere modo migliore, Michele De Pascale, presidente della Regione Emilia Romagna, per condensare in poche parole l’atavica inerzia delle amministrazioni Pd nel mettere mano alle fragilità del territorio romagnolo, finito sott’acqua tre volte di seguito negli ultimi due anni.

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Indagato per rivelazione di segreto pure l’ex numero 2 del Csm Legnini
Giovanni Legnini (Ansa)
L’ex dem renziano iscritto nell’inchiesta sugli «spioni» di Equalize e Squadra Fiore.
Per il mondo della magistratura non c’è pace. L’ultimo colpo arriva da Roma, dove è stato iscritto sul registro degli indagati l’ex vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura Giovanni Legnini, nominato a Palazzo dei marescialli in quota dem, quando era parlamentare del partito guidato da Matteo Renzi. Da giorni a Roma circolano rumors sull’inchiesta che riguarda

la cosiddetta Squadra Fiore, il presunto team di spioni su cui indaga la Procura capitolina. Le voci riguardano soprattutto i nomi di alcuni nuovi indagati eccellenti: oltre a Legnini ci sarebbe anche un importante ex generale della Guardia di finanza.

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