Inchieste

Milano svetta ai Giochi dell’illegalità. Sigilli ad altri due palazzi in centro
Beppe Sala (Ansa)
Sequestrato il cantiere della Torre «Unico-Brera», in via Anfiteatro 7, che prevede appartamenti di lusso. I pm: «Nuova costruzione spacciata per restauro». Ma il Comune aveva ammesso la Scia: 27 indagati.

A Milano, nel cuore di Brera, un’area venduta per 20,9 milioni di euro è diventata un affare capace di sfiorare i 50 milioni di ricavi. Il progetto «Unico-Brera» dei costruttori Carlo Rusconi e Stefano Rusconi si reggeva su permessi comunali concessi come ristrutturazione e non come nuova costruzione. Una classificazione che ha aperto la strada a risparmi sugli oneri, tempi più rapidi e un aumento del margine operativo.

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«Multinazionale» della truffa spolpa il Duomo di Firenze: rubati due milioni alla Onlus
Santa Maria del Fiore (iStock)
Scoperto un sodalizio criminale basato in Lombardia dedito a frodi fiscali e riciclaggio. Intercettato il maxi bonifico dell’ente. Nella cricca italiani, cinesi, albanesi e nigeriani.

Ovunque ci fossero soldi da ripulire c’era la multinazionale di via Asiago a Milano. Lì, nelle vicinanze del domicilio di Chunhui Hu, una dei quattro cittadini cinesi coinvolti, venivano distribuiti i proventi del maxi sistema di riciclaggio che i 13 indagati (sette italiani, un nigeriano, un albanese e i quattro cinesi) erano riusciti a mettere in piedi e che, hanno scoperto gli inquirenti di Brescia, aveva già movimentato 30 milioni di euro in soli sei mesi, facendoli sparire e ricomparire altrove dopo averli puliti con false fatture.

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L’ex socio di Tiziano Renzi rinviato a giudizio
Tiziano Renzi (Ansa). Nel riquadro, Luigi Dagostino
Luigi Dagostino, «re degli outlet», è accusato di bancarotta fraudolenta per il dissesto della Mall re invest.

Va a processo il «re degli outlet». È stato rinviato a giudizio l’imprenditore pugliese Luigi Dagostino, che è stato anche socio in affari di Tiziano Renzi, il papà dell’ex presidente del Consiglio Matteo. Dagostino è indagato per bancarotta fraudolenta ed è accusato di aver causato il dissesto della società Mall re invest. Secondo l’accusa, l’ex socio di Renzi senior ha sperperato oltre tre milioni di euro quando ricoprì il ruolo di amministratore unico della società dal 2014 e, poi, quando nel 2017 fu nominato liquidatore.

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Le mosse di Pignatone e dei suoi «utili idioti». Così hanno affossato i dossier mafia-appalti
Giuseppe Pignatone (Imagoeconomica)
Interrogatori di non iscritti, omissis rivelati, inchieste a matrioska: il fascicolo di Caltanissetta inguaia il super pm.

Inchieste costruite come scatole cinesi, indagini che procedono a compartimenti stagni, atti mandati al macero, magistrati che mal si sopportano e carte che spuntano oggi, ma che nessuno aveva mai visto. C’è anche questo nel fascicolo della Procura di Caltanissetta che sta ricercando i moventi occulti della morte di Paolo Borsellino. E più si scava e più aumentano le ombre sulla condotta di Giuseppe Pignatone, un magistrato che ha sfiorato la beatificazione da vivo e che adesso è caduto in disgrazia. Attualmente è indagato con infamanti accuse di vicinanza alle cosche e dalle agiografie che lo aspergevano d’incenso si è passati agli atti giudiziari che, in fase preliminare, hanno sempre il sentore dello zolfo.

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«Pignatone comprò le case dai boss e fece sovraesporre Falcone e Borsellino»
Giuseppe Pignatone (Ansa)
Il procuratore di Caltanissetta in commissione Antimafia: «Il dossier appalti del Ros concausa delle stragi del 1992».

Ha parlato circa due ore e tre quarti. E ha scritto un pezzo di storia di questo Paese. Il procuratore di Caltanissetta Salvo De Luca, in commissione Antimafia, ha ricostruito l’indagine monstre che sta portando avanti con i suoi pm sulle cause della strage di via D’Amelio del 19 luglio 1992, in cui persero la vita l’allora procuratore aggiunto di Palermo Paolo Borsellino e la sua scorta.

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