2018-12-31
Addio all inclusive: il turista fai-da-te organizza viaggi avventura con il cellulare
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Secondo gli esperti del settore, il 2019 sarà l'anno in cui il modo di viaggiare degli italiani cambierà radicalmente. Addio ai viaggi tutto incluso, ai villaggi turistici e alle capitali. Il viaggiatore medio sceglierà di scappare in continenti lontani, in aree inesplorate, rurali, fuori dagli itinerari organizzati. Per organizzare al meglio il proprio viaggio si utilizzerà lo smartphone che diventerà una moderna bussola grazie alle applicazioni, gratuite, disponibili per la pianificazione delle vacanze. Jerome Salemi, direttore generale Air France-Klm East Mediterranean, racconta le abitudini di chi viaggia oggi. «La business? La sceglie solo il 30% dei viaggiatori, la maggior parte uomini. Tra le mete più vendute New York, Los Angeles e L'Avana». Lo speciale contiene due articoli e una selezione di applicazioni gratuite utili per programmare i viaggiConnessione internet permettendo, quando si viaggia è impossibile fare a meno di Google maps. L'applicazione di mappe per eccellenza creata dal colosso di Mountain View è una delle compagne preferite dai viaggiatori di tutto il mondo che vi si affidano in ogni momento della giornata. Questa applicazione è una sorta di ancora di salvezza che ci tiene legati alla nostra routine e che ci aiuta, in un modo o non perderci tra le intricate strade del mondo.Secondo alcuni esperti del settore, il 2019 sarà l'anno in cui il modo di viaggiare degli italiani cambierà radicalmente. L'addio definitivo sarà ai viaggi organizzati, ai villaggi all inclusive e alle mete abitudinarie o più gettonate. Le grandi capitali lasceranno il posto ai paesi più piccoli, gli stati lontani rimarranno in cima alla lista delle preferenze, con una variazione essenziale: l'abbandono degli itinerari conosciuti a favore della ricerca di aree inesplorate, rurali, e perché no, lontane dal mondo come lo conosciamo. Per non smarrirsi, ecco che il proprio cellulare diventa una bussola in grado non solo di guidare nell'organizzazione dei viaggi ma anche di accompagnarci passo a passo permettendoci di muoverci con destrezza grazie all'aiuto di locals (letteralmente, “gente del posto", ndr.) e dei loro consigli pratici. Cool cousin è un'applicazione che permette di trovare consigli su locali, ristoranti ed eventi in varie città del mondo grazie all'aiuto di «cugini» virtuali che vi guideranno passo a passo tra i loro posti del cuore. Qualcosa di simile avviene con Trips, l'app social di Lonely Planet, al cui interno potrete scoprire delle mini guide di viaggio redatte da viaggiatori di tutto il mondo. La lingua principale dell'app è l'inglese, ma non temete: le guide sono al 99% composte da consigli pratici pubblicati attraverso fotografie e brevi didascalie. Per chi all'avventura preferisce un pizzico di organizzazione, esistono molteplici app che aiutano a creare itinerari personalizzati in giro per il mondo. Sidekix permette per esempio di creare un percorso ma senza poter selezionare la via più rapida o quella meno trafficata. In questo caso il viaggio è infatti completamente personalizzato e costruito in base agli interessi degli utenti. Vi piacciono i musei? Sidekix vi aiuterà ad arrivare al punto da voi prescelto passando dalle gallerie d'arte più belle. Siete dei golosi e la cultura non fa proprio per voi? Nessun problema: pub, ristoranti, bar e bistrot sono tra i suggerimenti più inseriti all'interno dell'app. Se siete amanti del lusso e in vacanza spendete fior fior di quattrini, Luxe city guides è quello che fa per voi. All'interno dell'app è possibile acquistare mini guide al cui interno sono racchiusi consigli hotel cinque stelle, ristoranti stellati e negozi di lusso. Selezionando con la stellina il luogo che vi piacerebbe visitare, l'app crea per voi itinerari giornalieri e calcola il tempo che impieghereste per portare a termine tutti i vostri desiderata. Se per voi viaggiare è invece solo un sogno, scaricate Google arts & culture. L'applicazione si è da poco aggiornata con la funzione open heritage che permette di visitare grazie alla realtà aumentata alcuni siti archeologici che non sarebbero facilmente accessibili come alcuni templi del Myanmar colpiti dal terremoto, passando per la Siria e le aree interessate da conflitti. Il tutto, rimanendo tranquillamente sul divano di casa, e senza rischiare la vita o la salute.
Il simulatore a telaio basculante di Amedeo Herlitzka (nel riquadro)
Gli anni Dieci del secolo XX segnarono un balzo in avanti all’alba della storia del volo. A pochi anni dal primo successo dei fratelli Wright, le macchine volanti erano diventate una sbalorditiva realtà. Erano gli anni dei circuiti aerei, dei raid, ma anche del primissimo utilizzo dell’aviazione in ambito bellico. L’Italia occupò sin da subito un posto di eccellenza nel campo, come dimostrò la guerra Italo-Turca del 1911-12 quando un pilota italiano compì il primo bombardamento aereo della storia in Libia.
Il rapido sviluppo dell’aviazione portò con sé la necessità di una crescente organizzazione, in particolare nella formazione dei piloti sul territorio italiano. Fino ai primi anni Dieci, le scuole di pilotaggio si trovavano soprattutto in Francia, patria dei principali costruttori aeronautici.
A partire dal primo decennio del nuovo secolo, l’industria dell’aviazione prese piede anche in Italia con svariate aziende che spesso costruivano su licenza estera. Torino fu il centro di riferimento anche per quanto riguardò la scuola piloti, che si formavano presso l’aeroporto di Mirafiori.
Soltanto tre anni erano passati dalla guerra Italo-Turca quando l’Italia entrò nel primo conflitto mondiale, la prima guerra tecnologica in cui l’aviazione militare ebbe un ruolo primario. La necessità di una formazione migliore per i piloti divenne pressante, anche per il dato statistico che dimostrava come la maggior parte delle perdite tra gli aviatori fossero determinate più che dal fuoco nemico da incidenti, avarie e scarsa preparazione fisica. Per ridurre i pericoli di quest’ultimo aspetto, intervenne la scienza nel ramo della fisiologia. La svolta la fornì il professore triestino Amedeo Herlitzka, docente all’Università di Torino ed allievo del grande fisiologo Angelo Mosso.
Sua fu l’idea di sviluppare un’apparecchiatura che potesse preparare fisicamente i piloti a terra, simulando le condizioni estreme del volo. Nel 1917 il governo lo incarica di fondare il Centro Psicofisiologico per la selezione attitudinale dei piloti con sede nella città sabauda. Qui nascerà il primo simulatore di volo della storia, successivamente sviluppato in una versione più avanzata. Oltre al simulatore, il fisiologo triestino ideò la campana pneumatica, un apparecchio dotato di una pompa a depressione in grado di riprodurre le condizioni atmosferiche di un volo fino a 6.000 metri di quota.
Per quanto riguardava le capacità di reazione e orientamento del pilota in condizioni estreme, Herlitzka realizzò il simulatore Blériot (dal nome della marca di apparecchi costruita a Torino su licenza francese). L’apparecchio riproduceva la carlinga del monoplano Blériot XI, dove il candidato seduto ai comandi veniva stimolato soprattutto nel centro dell’equilibrio localizzato nell’orecchio interno. Per simulare le condizioni di volo a visibilità zero l’aspirante pilota veniva bendato e sottoposto a beccheggi e imbardate come nel volo reale. All’apparecchio poteva essere applicato un pannello luminoso dove un operatore accendeva lampadine che il candidato doveva indicare nel minor tempo possibile. Il secondo simulatore, detto a telaio basculante, era ancora più realistico in quanto poteva simulare movimenti di rotazione, i più difficili da controllare, ruotando attorno al proprio asse grazie ad uno speciale binario. In seguito alla stimolazione, il pilota doveva colpire un bersaglio puntando una matita su un foglio sottostante, prova che accertava la capacità di resistenza e controllo del futuro aviatore.
I simulatori di Amedeo Herlitzka sono oggi conservati presso il Museo delle Forze Armate 1914-45 di Montecchio Maggiore (Vicenza).
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