2023-07-15
Il 14 luglio di Macron: zero feste, tanti fischi
La Francia non ha subìto le devastazioni di inizio mese, anche perché sono stati mobilitati 130.000 poliziotti. Il presidente è stato accolto sugli Champs-Élysées da proteste e inviti a dimettersi. Mentre Gérald Darmanin si rallegrava per i roghi d’auto «inferiori al 2022».Le fiamme hanno consumato delle auto anche nella notte della vigilia del 14 luglio. È in questo modo che i soliti teppisti dei quartieri caldi francesi hanno «celebrato» la vigilia della presa della Bastiglia. Secondo i dati ufficiali del ministero dell’Interno, resi noti ieri mattina dal suo titolare Gérald Darmanin, nella notte tra giovedì e venerdì, in tutta la Francia, sono andati in fumo 218 veicoli. Inoltre sono stati registrati almeno 2.313 «spari» con i mortai da fuochi d’artificio. In tutto il Paese sono state arrestate 97 persone, 19 delle quali sono sospettate di aver sparato fuochi d’artificio nonostante il divieto disposto il 9 luglio scorso con un decreto governativo. Per evitare fraintendimenti bisogna precisare che questo bollettino di guerra non ha (quasi) niente a che fare con le violenze scatenate dai vandali delle banlieue che hanno devastato la Francia con la scusa di volere giustizia per Nahel M. I dati sopra citati sono un «classico» delle notti del 13 e 14 luglio nonché di quella 31 dicembre. Tre notti che, per i giovani devastatori delle periferie transalpine,sono delle parentesi temporali senza regole durante le quali, secondo loro, si può fare di tutto: aggredire, saccheggiare, incendiare, devastare. In un Paese normale, se un ministro dell’Interno annunciasse queste cifre nelle prime ore della giornata di festa nazionale, forse sarebbe invitato a fare le valigie. In Francia invece, i politici hanno talmente paura delle reazioni delle popolazioni che vivono nelle «no man’s land» governate da islamisti e signori della droga, che preferiscono tenere un profilo basso. Anzi, in certi anni, i titolari del viminale francese evitano persino di fornire i dati sulle auto incendiate. Una sottomissione che mira a mantenere il quieto vivere o il pas de vagues, come si dice in francese. Ma si tratta solo di un’illusione visto che, comunque, quando si tratta di fare pressione sulle istituzioni, i padroni delle banlieue, scateano i loro scagnozzi e spaccano tutto. Ieri, l’informativa sul numero di veicoli bruciati dai vandali aveva qualcosa di surreale. Darmanin è riuscito addirittura a (auto)complimentarsi per il miglioramento registrato tra la vigilia del 14 luglio 2022 e quella del 2023. Come se ci fosse davvero un motivo di fierezza, il ministro dell’interno francese ha gongolato perché il numero di veicoli incendiati è sceso del 33% rispetto ad un anno fa, quando le auto date alle fiamme erano state 326. Poi il ministro si è inorgoglito per il «miglioramento» della situazione nella città Parigi, dove la prefettura ha arrestato «solo» 65 persone e registrato appena 83 incendi. In termini assoluti si tratta effettivamente di un miglioramento importante (-78% per gli arresti e -53% per gli incendi) ma si parla pur sempre di reati e non si capisce come, nella Francia di Emmanuel Macron, si riesca a rallegrarsi quando i delinquenti fanno meno i delinquenti. Tra l’altro non bisogna dimenticare che nelle prime sei notti di guerriglia urbana - scatenata dalle orde di giovani di banlieue per mostrare solidarietà ai cari di Nahel M., il giovane plurischedato dalla polizia per varie infrazioni morto durante un controllo stradale al quale voleva sottrarsi - sono stati incendiati oltre 5.600 veicoli e poco più di 1000 edifici. Eppure, nonostante queste cifre spaventose, le massime autorità francesi non sono riuscite ad assicurare una notte di festa a tolleranza zero. Va anche detto che per garantire la sicurezza dei francesi, nelle sole due notti del 13 e del 14 luglio, il governo d’Oltralpe ha mobilitato ben 130.000 agenti delle forze dell’ordine e 40.000 vigili del fuoco, sottraendoli ad altre funzioni.Sarà forse per il sentimento di insicurezza se, ieri durante la parata militare sugli Champs-Elysées, Macron è stato fischiato da alcuni spettatori. Il capo dello Stato francese era a fianco del premier indiano, Narenda Modi (l’India era l’ospite d’onore della parata 2023, ndr) quando dalla folla si sono alzate grida«Macron dimettiti !»Ma se le autorità nazionali sembrano assicurare, almeno a parole, dure reazioni alle sommosse delle banlieue, a livello locale certi sindaci reagiscono con i fatti. Ieri si è appreso che a Le Blanc-Mesnil, cittadina a nord est di Parigi, il comune ha deciso di cancellare varie attività estive per finanziare la ricostruzione dopo la guerriglia urbana. Secondo le stime del municipio, i danni ammontano a circa 800.000 euro. Oltre alla cancellazione degli eventi estivi, le famiglie dei giovani delinquenti che hanno devastato la cittadina saranno anche escluse da «tutte le attività organizzate per i giovani durante le vacanze estive», come ha confermato il senatore Thierry Meignen, del partito di destra Les Républicains.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.