2021-03-03
«Truffa ai danni della Cesare Pozzo». Altri guai per il broker dell'immobile del Vaticano
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Gianluigi Torzi al centro di un'indagine milanese accanto a uomini legati alla 'ndranghetaL'intercettazione nell'auto di uno dei calabresi legati ai vertici della società di mutuo soccorso insieme con il killer Vito Cosco. Quest'ultimo uccise quattro persone a Rozzano nel 2003. Nel 2019 è tornato libero per buona condotta. Lo speciale contiene due articoliDalla Popolare di Bari al Vaticano fino all'ombra della 'ndrangheta. Gianluigi Torzi, classe 1979, il broker molisano protagonista insieme con Raffaele Mincione dello scandalo del palazzo di Sloane avenue a Londra, torna di nuovo alla ribalta per un'inchiesta della procura di Milano, questa volta sulla società di mutuo soccorso Cesare Pozzo. È da ormai 3 anni che il nome di Torzi continua a rimbalzare in diverse Procure italiane e in varie inchieste. Come sui giornali, dove compaiono le sue società lussemburghesi e il suo socio Giancarlo Andreella, con cui è stato citato anche in una storia di frode commerciale di fronte alla Corte di Londra. Lo scorso anno era uscito anche un suo libro su economia e pandemia, dal titolo Thinking outside the box. Pandemia e geopolitica: i nuovi assetti globali.Già accusato di estorsione dai promotori di giustizia della Santa Sede (nel giugno dello scorso anno si fece 9 giorni in cella tra le mura leonine), Torzi finisce questa volta indagato perché al centro di una maxi truffa nei confronti di una delle più antiche e più importanti realtà nel settore della mutualità sanitaria integrativa. Non è il solo coinvolto nell'operazione che ha portato 6 persone agli arresti domiciliari e una oggetto di interdittiva da attività imprenditoriali. Tra le persone accusate a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata alla truffa aggravata, false comunicazioni sociali e appropriazione indebita, ci sono anche Armando Messineo e Ferdinando Matera, arrivati nel 2017 e fatti fuori dalla società nell'estate del 2020: l'inchiesta nasce dagli esposti dei soci in Procura di Milano. Torzi - che non ha ricevuto misure restrittive - sarebbe stato ai vertici dell'associazione che avrebbe portato la Cesare Pozzo ad acquistare obbligazioni lussemburghesi ad alto rischio, drenando liquidità dalle casse proprio con la complicità di Messineo e Matera. Nelle carte del Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di finanza di Milano compaiono anche le sue storiche società, come la Beaumont service e la Muse: quest'ultima era già saltata fuori un paio di anni fa collegata al salvataggio della Popolare di Bari. Fu uno degli ultimi tentativi dell'ex amministratore delegato Vincenzo De Bustis nel 2017 per salvare l'istituto di credito pugliese. La Muse service era una società con 1.200 euro di capitale che si sarebbe dovuta impegnare a sottoscrivere obbligazioni per 30 milioni. L'operazione poi è stata accantonata, anche perché anche dentro Pop Bari avevano capito che Torzi non dava abbastanza rassicurazioni. Ma sui quei 30 milioni di euro c'è il sospetto che potessero arrivare anche dalla Santa Sede. Ora, stando all'ultima inchiesta della Procura di Milano, si scopre che nel 2017 Torzi era attivo anche con i vertici appena insediati della Cesare Pozzo. Proprio quell'anno, infatti, la società di mutuo soccorso aveva in corso un investimento in obbligazioni di Stato e fondi italiani fruttiferi. Matera e Messineo, con una serie di raggiri diretti a sovrastimare la convenienza dell'operazione, avevano ottenuto il mandato del consiglio di amministrazione a disinvestire l'importo di 15 milioni di euro di titoli nazionali liquidi e certi, per dirottarli su conti esteri. Una classica «cartolarizzazione» che «in questo caso», scrivono i magistrati milanesi, ha come «oggetto crediti sanitari vantati da istituti di cura nei confronti di Aziende sanitarie pubbliche del Sud Italia». Nel dettaglio, l'operazione consisteva «nella cessione a titolo oneroso di un portafoglio di tale tipologia di crediti da una o più aziende a una società veicolo (tra queste la Muse) la quale, a fronte delle attività cedute, ha emesso i titoli negoziabili sui mercati nazionali o internazionali, «titoli collezionati dalla Csi healtcare rappresentata dal broker Beaumont invest service da questa venduti alla Cesare Pozzo». Spunta quindi la 'ndrangheta, perché stando alle intercettazioni della Guardia di finanza, sarebbe stato molto stretto il rapporto tra Matera, Fausto Lopez e Vito Cosco, il noto killer di Rozzano che nel 2003 uccise a colpi di arma da fuoco due pregiudicati e - durante la sparatoria - due ignari passanti, fra cui una bambina.