2020-04-20
Zingaretti si è perduto
mascherine per 35 milioni
Le Ffp2 e Ffp3 della Ecotech non sono mai arrivate. La società, specializzata in led, nel 2019 ha fatturato 1 milione, ma adesso ha avuto commesse per 35. La sede della capofila è a casa dell'amministratore unico.La telenovela delle mascherine fantasma è destinata a continuare. Neanche oggi e forse neppure domani arriveranno a Roma i 7,5 milioni di protezioni (valore: 34,4 milioni di euro) che mancano all'appello e che la Ecotech srl avrebbe dovuto avere già consegnato il 23 marzo (1 milione Ffp2 e 2 milioni di Ffp3), il 30 marzo (1,5 milione di Ffp2 e 1 milione di ffp3) e il 6 aprile (1 milione Ffp2 e 1 milione di Ffp3 e 2 milioni di chirurgiche). Sino ad adesso, e precisamente l'11 aprile, sono arrivate in Italia solo le mascherine chirurgiche con marchio cinese (mentre tutte le altre sono targate 3M), costate 1,4 milioni di euro. Per questi ritardi, con due atti del 29 marzo e del 2 aprile la Protezione civile, nella persona di Carmelo Tulumello, aveva revocato alla Ecotech due affidamenti da 25,2 milioni di euro, confermando solo quello da 10,6 milioni di euro contenente le mascherine chirurgiche. Ma il 10 aprile, a sorpresa, la Regione ha rinnovato gli affidamenti alla Ecotech e alla Worldwide luxury corner srl (che proprio oggi consegnerà ufficialmente buona parte del suo materiale). I due contratti sono stati confermati perché la Ecotech ha rilasciato «idonea garanzia fidejussoria» pari al valore dell'acconto, dopo aver dimostrato «l'effettiva realizzibilità della fornitura». Questa volta la dead line è stata fissata al 17 aprile e anche questa è stata superata senza consegne. Il portavoce del governatore Nicola Zingaretti, Emanuele Lanfranchi, ieri era quasi fatalista: «Noi avevamo due scelte: o richiedere immediatamente, e loro si sono resi disponibili, la restituzione dell'anticipo e rescindere totalmente il contratto e quindi perdere l'acquisto delle mascherine oppure dargli un po' di tempo in più, con la garanzia della polizza. Abbiamo fatto questa seconda scelta perché ci servono le mascherine». Inizialmente la Regione aveva detto che Ecotech aveva come fornitore la svizzera Exor, un «distributore della 3M». Ieri Lanfranchi ha aggiustato il tiro e ci ha detto che la Ecotech si appoggia a «un broker cinese che gli procura prodotti 3M». Perché la Regione Lazio non si è rivolta direttamente alla 3M? «Questo non lo so. Forse per i quantitativi, forse la 3M lavora esclusivamente con la Protezione civile. So comunque che la Ecotech ha avuto rapporti anche con le altre Regioni, come il Veneto e l'Emilia Romagna. Qui comunque siamo di fronte a dei ritardi e non a una truffa. Se i prodotti non arriveranno prenderemo provvedimenti come abbiamo fatto in passato. Nei contratti ci sono penali da 10.000 euro per ogni giorno di ritardo e grazie alla polizza siamo tranquilli». Peccato che non lo siano le persone che devono rinunciare a quel tipo di protezioni di alta qualità. Come è arrivata la Ecotech alla Regione Lazio? «In piena emergenza molte aziende le abbiamo cercate noi, altre si sono presentate da sé, fornendo tutta la documentazione necessaria, nel rispetto della legge». Intanto 7,5 milioni di mascherine del tipo migliore non sono ancora arrivate, dopo un mese d'attesa e in piena emergenza. «Ci risulta che siano ferme a Shanghai. Noi stiamo aspettando che partano da là. La Ecotech ci ha fornito la documentazione. Dovevano partire due giorni fa, ma in dogana sono state bloccate perché bisogna pagare un aumento dei dazi del 6% introdotto dalla Cina. Poi ci sono i tempi della burocrazia. Ma noi abbiamo avuto 53 conferimenti. Questo è un caso su 53». Da 7,5 milioni di mascherine e quasi 35 milioni di euro. La Ecotech, come abbiamo già raccontato, è una società che nel 2019 ha prodotto un fatturato di poco più di un milione di euro. Ha la sede legale presso uno studio di consulenza in via Po a Roma, mentre la sede operativa si trova in un capannone al confine con Ciampino. Ma se uno vuole trovare l'amministratore unico, la psicologa casertana Anna Perna, e il «consulente senior», il marito bellunese Sergio Mondin, deve spostarsi nella zona dei Castelli romani, dove c'è la sede della ditta che controlla la Ecotech, la Propter hominem, società a responsabilità limitata semplificata con 500 euro di capitale sociale di proprietà della Perna e di Federica Pellegrino, altra psicologa. L'indirizzo della sede legale è piazza di Capocroce 1 a Frascati. Dietro a un cancello verde c'era il vecchio oratorio dei salesiani e la proprietà è della parrocchia di Santa Maria. Nello stesso plesso ci sono alcuni appartamenti della Curia. Ospitano alcune famiglie e un consultorio. Su una cassetta della posta d'alluminio c'è una doppia etichetta adesiva: su una si legge, scritta a pennarello, «O Tech», dove evidentemente la parola Ecotech è stata modificata dalle intemperie. Sull'altra ci sono il nome della Perna, di Mondin e della Propter hominem. Il mastello marrone della differenziata con scritto Perna lascia intendere che qui abita la famiglia. I titolari di un affidamento da 35,8 milioni di euro sono tutti casa e bottega. Niente sedi fantasmagoriche, ma un quartier generale a dimensione d'uomo. E infatti l'azienda propone «tecnologie per l'uomo» e in particolari led a risparmio energetico. Sul sito si legge: «I fondatori e coloro che collaboreranno con Ecotech srl, hanno, e dovranno avere a cuore il bene dell'essere umano a tutti i livelli».Sui propri profili Facebook e sul sito aziendale la Perna e Mondin mostrano una profonda religiosità, che evidentemente si trasfonde nella filosofia aziendale. Apprezzabile, peccato che trasformarsi all'improvviso (la ragione sociale è stata modificata il 27 marzo) in una azienda che commercia in dispositivi sanitari sia stato un passo più lungo della gamba. Dalla Regione dicono che le mascherine siano ferme a Shanghai. Proviamo a chiedere conferma a Mondin. Il suo numero di cellulare si trova nelle pubblicità aziendali sulla rete. Altro esempio dell'atteggiamento friendly di un imprenditore da 35 milioni di euro. «Quello che dice la Regione va bene perché abbiamo l'accordo che fanno loro i comunicati» ci conferma l'uomo con spiccato accento veneto. E a Belluno, nel 2017, il cinese Pan Hongyi, classe 1970, è diventato socio al 39% della Ecotech versando 9917 euro. Successivamente acquisterà un ulteriore 10% da Eleuterio Proia, esponente dei 5 stelle in Friuli e suo procuratore davanti al notaio. L'imprenditore cinese è domiciliato a Ningbo nella provincia del Zhejiang, a circa 200 chilometri da Shanghai ed è probabilmente lui l'uomo che dovrebbe garantire la fornitura di mascherine prodotte dalla multinazionale 3M. Mondin ci dice che la sede della Ecotech, nonostante la cassetta, non è a Frascati: «Guardi bene sulla visura». Obiettiamo che la sede dell'azienda capofila, se così si può dire, si trova proprio a casa sua: «Posso vivere da qualche parte o devo andare sulla Luna?» è la risposta stizzita. «Sto lavorando, abbia pazienza». A casa? «Sto lavorando dove voglio io! Vuole farmi le pulci? Sto lavorando su Marte». Forse le mascherine si trovano là? «Ma un minimo di privacy si può avere? Qui si è parlato a sproposito di truffa, ma noi non abbiamo truffato nessuno». Però avete preso un appalto da 35,8 milioni e avete la sede legale della «holding» dentro un'abitazione civile sopra la Caritas. «Che io abiti qui e che la sede della Propter sia qui è assolutamente legale e lei non può fare simili illazioni. Non mi disturbi mentre lavoro di domenica con domande stupide. Si vergogni».