2023-06-07
Zelensky vede Zuppi ma allontana la pace
Volodymyr Zelensky e Matteo Zuppi
Il presidente ucraino ha incontrato l’inviato di papa Francesco, ammonendolo: «Il cessate il fuoco favorirebbe solo il Cremlino». Secondo l’agenzia di stampa russa Ria Novosti, il porporato potrebbe essere presto a Mosca per incontrare Lavrov e, forse, Vladimir Putin.Si è conclusa la visita a Kiev del cardinale Matteo Zuppi. Il porporato ha incontrato ieri il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky: un colloquio che, secondo il nunzio apostolico a Kiev Visvaldas Kulbokas, è stato «sincero, cordiale e importante». «Venire, sentire, immergersi nel dolore come ieri a Bucha: questo è lo scopo di questa visita che non è una visita politica per dire “stiamo cercando delle soluzioni” ma una ricerca concreta su cui si dovrà riflettere», ha proseguito il nunzio.«Ho incontrato il cardinale Matteo Zuppi, inviato speciale di papaFrancesco», ha scritto, dal canto suo, il presidente ucraino su Telegram. «Abbiamo discusso della situazione in Ucraina e della cooperazione umanitaria nel quadro della formula di pace ucraina. Solo sforzi congiunti, isolamento diplomatico e pressioni sulla Russia possono influenzare l’aggressore e portare una giusta pace in terra ucraina», ha proseguito. «Chiedo alla Santa Sede di contribuire all’attuazione del piano di pace ucraino. L’Ucraina accoglie con favore la disponibilità di altri Stati per trovare vie per la pace ma, poiché la guerra è sul nostro territorio, l’algoritmo per raggiungere la pace può essere solo ucraino», ha aggiunto Zelensky, il quale si è anche detto convinto che «il cessate il fuoco e il congelamento del conflitto non porteranno alla pace», ma favorirebbero soltanto Mosca, consentendole di «condurre una nuova ondata di crimini e terrore».Oltre che con Zelensky, a Kiev Zuppi ha avuto dei meeting con la vicepremier ucraina Iryna Vereshchuk e col commissario parlamentare ucraino per i diritti umani, Dmytro Lubinets. «È inaccettabile che la violenza di questa guerra abbia colpito i bambini. Papa Francesco, parlando dell’Ucraina, ha usato un’espressione molto bella: “Le tue lacrime sono le mie lacrime, il tuo dolore è il mio dolore”. E oggi dico che i vostri figli sono i nostri figli, posso parlare di questo perché tanti bambini sono venuti in Italia», ha detto il cardinale durante l’incontro, secondo l’agenzia di stampa ucraina Ukrinform.«Naturalmente», ha aggiunto, «la Chiesa farà tutto il possibile per proteggere la vita dei bambini». «Quando sai che la Federazione russa non ti sosterrà e non ti aiuterà mai, dobbiamo fare di tutto per restituire i bambini ucraini. Finora siamo riusciti a restituire 371 bambini. Forse con la tua partecipazione, saremo in grado di cambiare radicalmente questa cifra», ha replicato Lubinets. Sempre secondo Ukrinform, i due hanno parlato anche dello scambio di prigionieri di guerra. Infine, stando all’agenzia di stampa russa Ria Novosti, Zuppi potrebbe presto visitare la Russia per incontrarne il ministro degli Esteri, Sergej Lavrov, e, forse, lo stesso Vladimir Putin.Pechino continua, intanto, a muoversi. Venerdì, l’inviato cinese per gli Affari eurasiatici, Li Hui, ha reso noto che una delegazione del Dragone potrebbe effettuare una nuova missione diplomatica dopo quella del mese scorso. Inoltre, secondo il South China Morning Post, lunedì il responsabile affari esteri del Partito comunista cinese, Wang Yi, ha sentito telefonicamente il consigliere diplomatico di Emmanuel Macron, Emmanuel Bonne: i due avrebbero «coordinato le posizioni» sulla crisi ucraina, onde «creare le condizioni per l’inizio di un accordo politico».Ora, è improbabile che la missione di Zuppi sia avvenuta senza una qualche forma di coordinamento con Pechino. Non solo la Santa Sede ha siglato e rinnovato due volte un controverso accordo con la Cina sulla nomina dei vescovi, ma Zuppi è anche legato alla Comunità di Sant’Egidio: una realtà dalle venature terzomondiste che ha sempre sponsorizzato la (problematica) distensione tra Vaticano e Repubblica popolare. La stessa Francia, d’altronde, ha ultimamente rafforzato i propri legami con Pechino (si pensi solo al recente viaggio di Macron in Cina e alle sue discutibili parole sul dossier taiwanese).Insomma, non è escludibile che la Cina stia muovendosi su vari canali: dalla Santa Sede a Parigi. Questo elemento potrebbe aver irritato l’ala più severa dell’Alleanza atlantica, a partire da Londra. Il che spiegherebbe la visita dell’altro ieri a Kiev del ministro degli Esteri britannico, James Cleverly: un «falco» assai distante dalle posizioni di una «colomba» come Zuppi.Il punto è, allora, questo. La Santa Sede ha tutto il diritto (e in un certo senso anche il dovere) di tentare una mediazione. È, però, importante che tale tentativo resti in capo alla Santa Sede stessa e non sia subordinato alle iniziative di potenze come la Cina. È dall’inizio dell’invasione russa che Pechino sta cercando di sfruttare la situazione per massimizzare il proprio tornaconto geopolitico, incuneandosi nelle relazioni transatlantiche, rendendo Mosca sempre più propria vassalla e mirando alla creazione di un ordine internazionale antioccidentale.La Santa Sede dovrà meditare a lungo su affidabilità e reali scopi di Pechino. Dall’altra parte, Washington inizierà a collocare il supporto bellico a Kiev all’interno di un quadro fatto di obiettivi anche politici e non solo militari?
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)