2025-03-08
Zelensky apre agli Usa: «Pace al più presto»
Volodymyr Zelensky (Ansa)
In vista del nuovo incontro in Arabia, il leader ucraino abbassa i toni. Trump avverte la Russia: «Sanzioni e dazi in arrivo se non c’è un accordo». Poi critica l’Ue: «Non sa cosa fare». Putin invita a una tregua «con condizioni». Erdogan invece scalpita per il riarmo.Ieri Donald Trump su Truth e X ha di nuovo scompaginato le carte della geopolitica mondiale, mandando un chiaro messaggio anche alla Russia di Vladimir Putin: «Sulla base del fatto che la Russia sta martellando l’Ucraina, sto seriamente prendendo in considerazione sanzioni bancarie su larga scala e dazi alla Russia fino a quando non verrà raggiunto un cessate il fuoco e un accordo di risoluzione finale sulla pace. Russia e Ucraina, sedetevi al tavolo subito, prima che sia troppo tardi. Grazie!». In precedenza il ministero della Difesa russo aveva annunciato che nella notte le proprie forze aeree, navali e terrestri avevano effettuato attacchi con missili e droni contro infrastrutture energetiche in Ucraina, ritenute strategiche per il funzionamento del complesso militare e industriale del Paese. Successivamente Trump ha ribadito che « l’Europa non sa come mettere fine alla guerra, io penso di sapere come fare», ha risposto in maniera elusiva a una domanda sulle prospettive di pace tra Ucraina e Russia, dopo aver detto che «Kiev vuole fare un accordo perché non credo abbia alternative». E ha aggiunto: «Penso che anche Mosca voglia fare un accordo perché non ha scelta in un certo senso, che conosco solo io». A proposito del conflitto russo-ucraino ieri è intervenuto il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan: «Sosteniamo la cessazione delle aggressioni come misura volta a rafforzare la fiducia tra le parti, nonché l’istituzione di un urgente cessate il fuoco. Sottolineiamo l’importanza di un solido terreno diplomatico in cui le parti si siederanno al tavolo per ottenere una pace giusta». E ha aggiunto: «Vogliamo essere inclusi nel riarmo». Mentre in Europa si discute proprio del piano che secondo Ursula von der Leyen «rafforzerà i principali settori di competenza, dalla difesa aerea e missilistica alla guerra cibernetica, in linea con le priorità della Nato, e ci si prepara alla riunione del prossimo 12 marzo a Parigi dei ministri della Difesa di Francia, Germania, Italia, Polonia e Regno Unito «per coordinare la loro azione a sostegno di Kiev» - e qui non si capisce perché manchino gli altri Paesi dell’Ue - le partite importanti si giocano altrove. Dove? Ad esempio a Gedda (Arabia Saudita), dove la prossima settimana si discuterà del conflitto russo-ucraino e di quello tra Israele e Hamas, con tutte le implicazioni sul Medio Oriente che tutto questo comporta. Partiamo da un fatto certo: il piano alternativo a quello provocatorio di Donald Trump su Gaza presentato dai Paesi arabi negli scorsi giorni non piace a Israele e agli Stati Uniti, in quanto fumoso e lacunoso, soprattutto sul fatto che Hamas resterebbe a Gaza anche senza potere. Per Washington e Gerusalemme è semplicemente irricevibile ma la notizia è che non piace nemmeno ai sauditi e agli emiratini che hanno concorso alla sua scrittura. Possibile? Certo. E chi si stupisce non conosce il mondo arabo e le sue dinamiche. Chi ha le idee chiare è il principe ed erede al trono saudita Mohammed bin Salman che è disposto a occuparsi della ricostruzione e gestione futura della Striscia di Gaza dopo aver «bonificato» il territorio dalla presenza di Hamas e sodali che andrebbero (con indenizzo) in parte in Giordania e in parte in Egitto: due Paesi che non a caso dipendono totalmente da Riad e Washington. Salman si assicurerebbe così un porto sul Mediterraneo che se sviluppato a dovere - e non utilizzato per fini terroristici - servirebbe anche al suo gigantesco piano infrastrutturale «Vision 2030». Israele ovviamente ne trarrebbe enormi benefici in termini di sicurezza e non solo. Con Gaza in mani saudite a perdere la mano di poker sarebbero anche stavolta i mullah iraniani che Trump con le sue manovre di avvicinamento alla Russia sta cercando di isolare completamente. Operazione che vuole smontare il pericolosissimo «asse del male», Iran-Russia-Cina, e l’Ucraina può essere una sorta di merce di scambio con Mosca. Ieri Zelensky ha scritto su X «di avere in programma lunedì prossimo una visita pianificata in Arabia Saudita per colloqui con il principe ereditario Salman». Per poi aggiungere che il suo staff «resterà nella monarchia del Golfo per lavorare con i nostri partner americani», un chiaro segnale che le rispettive diplomazie hanno lavorato per ridurre le distanze tra Zelensky e Trump. E i russi? Il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, ha dichiarato all’agenzia Interfax: «Per ora non abbiamo nulla di nuovo da segnalare. Abbiamo alcuni contatti con gli americani, li continueremo. Non appena ci saranno nuove informazioni, le pubblicheremo immediatamente, ma finora non c’è nulla da segnalare». Non è proprio così perché la minaccia di Trump «di imporre sanzioni bancarie su larga scala e dazi sulla Russia fino a quando non verrà aggiunto un cessate il fuoco e un accordo di risoluzione finale sulla pace» è diretto a Vladimir Putin. E mentre scriviamo si apprende da Bloomberg che «Putin è disposto a discutere una tregua temporanea in Ucraina, a condizione che si facciano progressi verso un accordo di pace definitivo». Poi sempre Bloomberg aggiunge che «la Russia insisterà per stabilire i parametri di un’eventuale missione di peacekeeping, compreso l’accordo su quali Paesi vi prenderanno parte». Volodymyr Zelensky in serata ha scritto sui social: «Un lavoro molto intenso con il team del presidente Trump è andato avanti per tutto il giorno a diversi livelli, con molte chiamate. Il tema è chiaro: la pace il prima possibile» e forse stavolta siamo sulla strada giusta.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.