2024-01-21
Nel 2019 a Wuhan gli scienziati Usa progettarono un nuovo coronavirus
Svelati i documenti sul progetto «Defuse»: il patogeno era identico al Sars-Cov-2.Alla fine è bastata una richiesta di accesso agli atti (Foia) per trovare la pistola fumante, ossia la prova che nel laboratorio di Wuhan finanziato dagli Stati Uniti e dal Niaid di Anthony Fauci gli scienziati americani, insieme con i ricercatori cinesi, ben prima dello scoppio della pandemia stavano lavorando su un progetto nominato «Defuse», che prevedeva la creazione artificiale di un nuovo coronavirus dalle caratteristiche identiche al Sars Cov-2, il virus che ha dato origine al Covid. I documenti Foia sono stati ottenuti dall’organizzazione non profit U.S. Right To Know che, sin da luglio 2020, ha chiesto i dati e le email delle istituzioni pubbliche (il Nih di Francis Collins, il Niaid di Anthony Fauci, l’Fda, il Dipartimento di Stato, l’Hhs-Dipartimento della Salute Usa, i Cdc e altre agenzie federali) per indagare sulle origini del Covid. L’ultima ondata di documenti rilasciati, 1.200 pagine inviate dallo United States Geological Survey, contiene le prove di ciò che La Verità e pochi altri media hanno anticipato dal 2021, ossia la probabile corresponsabilità dell’ex consulente scientifico di Joe Biden in quello che, nel migliore dei casi, potrebbe essere stato un incidente di laboratorio. Gli atti e le email del gruppo di scienziati che collaborava con il Niaid di Fauci hanno confermato che i ricercatori americani e cinesi lavoravano sulle istruzioni per creare, punto per punto, un coronavirus uguale al Sars-Cov-2. Il gruppo, diretto dallo zoologo Peter Daszak, pianificava un esperimento di tipo gain-of-function (guadagno di funzione, controverso metodo di ricerca scientifica che prevede la manipolazione di agenti patogeni pericolosi per l’uomo) per inserire artificialmente siti di scissione completa della furina nei coronavirus. Questa caratteristica - che non era mai stata vista nei betacoronavirus e che è stata trovata nel virus del Covid - consente al virus di legarsi e rilasciare in modo più efficace il suo materiale genetico in una cellula umana, rendendolo facilmente trasmissibile e dannoso. Gli scienziati si sono domandati in questi quattro anni in quale modo il sito della scissione della farina sia finito nel Sars Cov-2. I documenti rilasciati mostrano che gli scienziati finanziati da Fauci lavoravano proprio sull’inserimento artificiale di siti di scissione della furina. Tra i documenti rilasciati figurano anche gli ordinativi degli enzimi che servono come «forbici molecolari» per assemblare esattamente quel virus. Resta ancora da capire chi materialmente ha attuato il progetto: l’ipotesi più verosimile è che se ne sia occupata la capo progetto cinese Shi Zengli. Ma c’è un’altra pista che porta direttamente agli Usa e al microbiologo dell’Università del North Carolina Ralph Baric, considerato la «mente» del progetto Defuse.La mappa dei «Bethesda Boys» (dalla sede del Niaid di Anthony Fauci, che si trova a Bethesda, ndr) è comunque completa: in America Ralph Baric e Peter Daszak, oliati dal Nih/Niaid, che a giugno 2021 versa all’Università del North Carolina 122,8 milioni di dollari e a Daszak 23,4 milioni, rinnovati ad aprile 2020. In Cina, la dottoressa Shi Zengli e Lili Ren, (la ricercatrice che ha registrato la sequenza del virus nel database americano due settimane prima che il governo di Pechino la comunicasse ufficialmente), anch’esse sovvenzionate da Collins e Fauci che pagano anche le loro trasferte negli Usa. A Bethesda Fauci e Collins, che sin da febbraio 2020 spingono pubblicamente la teoria dell’origine naturale del virus. I due a loro volta elargiscono generosi grants a un gruppo di scienziati che, il 17 marzo 2020, pubblica su Nature un paper che stabilisce che il virus è nato dal salto di specie dal pangolino all’uomo: Kristian Andersen, Andrew Rambaut, Ian Lipkin, Edward Holmes e Robert Garry. I passaggi di denaro pubblico che legano questi scienziati a Fauci ruotano intorno a centinaia di milioni di dollari. Andersen, ad esempio, è professore dello Scripps Research, che ha percepito oltre 6 miliardi di dollari di finanziamenti pubblici dal Nih di Collins e Fauci. Possibile che nessuno a Washington sapesse degli esperimenti pericolosi che Fauci fingeva di non vedere? In realtà, Daszak aveva inviato la proposta al Darpa (l’agenzia federale del Dipartimento della Difesa Usa), che però l’aveva rifiutata perché «la metodologia è molto simile alla gain-of-function». Ma il governo Usa non è ancora intervenuto su Fauci, che nel frattempo si è dimesso. È pero evidente, ormai, che il noir sull’origine del virus è un po’ come Assassinio sull’Orient Express: tutti, alla fine, sono colpevoli.
Container in arrivo al Port Jersey Container Terminal di New York (Getty Images)
La maxi operazione nella favela di Rio de Janeiro. Nel riquadro, Gaetano Trivelli (Ansa)
Nicolas Maduro e Hugo Chavez nel 2012. Maduro è stato ministro degli Esteri dal 2006 al 2013 (Ansa)
Un disegno che ricostruisce i 16 mulini in serie del sito industriale di Barbegal, nel Sud della Francia (Getty Images)
Situato a circa 8 km a nord di Arelate (odierna Arles), il sito archeologico di Barbegal ha riportato alla luce una fabbrica per la macinazione del grano che, secondo gli studiosi, era in grado di servire una popolazione di circa 25.000 persone. Ma la vera meraviglia è la tecnica applicata allo stabilimento, dove le macine erano mosse da 16 mulini ad acqua in serie. Il sito di Barbegal, costruito si ritiene attorno al 2° secolo dC, si trova ai piedi di una collina rocciosa piuttosto ripida, con un gradiente del 30% circa. Le grandi ruote erano disposte all’esterno degli edifici di fabbrica centrali, 8 per lato. Erano alimentate da due acquedotti che convergevano in un canale la cui portata era regolata da chiuse che permettevano di controllare il flusso idraulico.
Gli studi sui resti degli edifici, i cui muri perimetrali sono oggi ben visibili, hanno stabilito che l’impianto ha funzionato per almeno un secolo. La datazione è stata resa possibile dall’analisi dei resti delle ruote e dei canali di legno che portavano l’acqua alle pale. Anche questi ultimi erano stati perfettamente studiati, con la possibilità di regolarne l’inclinazione per ottimizzare la forza idraulica sulle ruote. La fabbrica era lunga 61 metri e larga 20, con una scala di passaggio tra un mulino e l’altro che la attraversava nel mezzo. Secondo le ipotesi a cui gli archeologi sono giunti studiando i resti dei mulini, il complesso di Barbegal avrebbe funzionato ciclicamente, con un’interruzione tra la fine dell’estate e l’autunno. Il fatto che questo periodo coincidesse con le partenze delle navi mercantili, ha fatto ritenere possibile che la produzione dei 16 mulini fosse dedicata alle derrate alimentari per i naviganti, che in quel periodo rifornivano le navi con scorte di pane a lunga conservazione per affrontare i lunghi mesi della navigazione commerciale.
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