2019-07-26
Wojtyla «tradito». Gli studenti scrivono al capo dell’istituto
Lettera al preside dell'accademia pro famiglia dopo la cacciata dei prof fedeli al Papa polacco: «Perché dovremmo restare?».Nella triste vicenda dell'Istituto Giovanni Paolo II, voluto dal papa polacco nel 1981 per approfondire gli studi su matrimonio e famiglia, scendono in campo gli studenti. Hanno scritto al preside, monsignor Pierangelo Sequeri, per chiedere chiarezza rispetto a una situazione che, dopo la pubblicazione dei nuovi statuti, di fatto ha azzerato tutto ciò che era prima. La riorganizzazione dell'Istituto ad opera del Gran Cancelliere monsignor Vincenzo Paglia ha eliminato anche due professori ordinari e i loro insegnamenti, don Livio Melina e il suo corso di teologia morale fondamentale e padre José Noriega e la sua teologia morale speciale.Una metamorfosi che sembra proprio andare a colpire al cuore quella che era l'impostazione che Giovanni Paolo II aveva affidato all'allora monsignor Carlo Caffarra, primo preside dell'Istituto. Le radici di questa impostazione si trovano nell'enciclica Veritatis splendor, quella per cui Wojtyla, il papa «della famiglia» come lo ha definito papa Francesco, mirava a rifondare proprio le basi della dottrina morale e quindi della teologia insegnata nei pontifici istituti in cui si preparano sacerdoti, religiosi e laici. Far fuori quell'insegnamento così come autorevolmente condotto per ben 32 anni da Livio Melina, già vicepreside e preside dell'Istituto, suona come una sconfessione di una identità e di una linea. «Come verrà specificamente salvaguardata questa identità che è il centro degli insegnamenti di Giovanni Paolo II?», chiedono gli studenti nella lettera a Sequeri. Anche perché il nuovo ordinamento degli studi pare non abbia alcuna cattedra sulla teologia del corpo e sugli insegnamenti di Wojtyla, un fatto che se confermato solleva ulteriori dubbi in merito.«Perché continuare a studiare all'Istituto Giovanni Paolo II», domandano gli studenti, «se non sembra proporre nulla di nuovo rispetto a ciò che possiamo trovare tra gli altri curricula delle università secolari, e tante volte, anche in modi più attraenti ed efficaci?». L'incertezza è tanta, al punto che alcuni studenti si stanno chiedendo se sia possibile ottenere un rimborso delle tasse pagate, qualora il nuovo corso non soddisfi più le loro aspettative. Probabilmente saranno introdotti nuovi corsi anche nell'ottica di un maggior coinvolgimento delle cosiddette scienze umane, ma ancora non si sa quali professori verranno incaricati e in che modalità. Gli studenti difendono i due professori scartati, dicendo che non capiscono la motivazione di quella che sembra un'epurazione. E adesso cosa accadrà agli studenti che hanno il professor Melina o il professor Noriega come relatori alla tesi? E a chi si è già iscritto ai seminari tenuti dai due insegnanti? Inoltre, «sebbene le cattedre del prof. Melina e del prof. Noriega siano state eliminate, c'è il corso “Teologia morale dell'amore e della famiglia". Perché i due docenti non possono insegnare la Teologia in questo corso?».Vista l'aria che tira, gli studenti chiedono anche che sia garantita «la continuità del lavoro di tutto il personale non docente e amministrativo del nostro Istituto». La cacciata dei due infatti non ha tenuto troppo conto dei diritti che gli stessi avevano in quanto professori ordinari del precedente Istituto. Certo al gran cancelliere Paglia tutto è possibile, ma il modo forse non è stato ineccepibile e qualcuno ora potrebbe temere per il proprio posto di lavoro. Gli studenti chiedono che sia garantita «la continuità di insegnamento per tre anni, previsti come periodo di transizione dagli statuti, dei professori Melina e Noriega, sia nei corsi già approvati per l'anno accademico 2019/20, sia nel loro lavoro di relatori. In caso contrario, l'articolo 89 che disciplina la transizione sarebbe violato». Poi c'è la questione dei master, diplomi e cicli speciali che rientrano nell'offerta formativa e del cui futuro ancora non si sa nulla. Verranno mantenuti? Con gli stessi insegnamenti e insegnanti? Oppure anch'essi subiranno un maquillage? Si chiede al preside una risposta «esauriente e tempestiva» a tutta questa pioggia di dubbi. C'è da sperare che arrivi davvero, visto che la vicenda dell'importante istituto voluto da Giovanni Paolo II per l'amore umano sta diventando una soap opera estiva molto poco romantica.
Giorgia Meloni al Forum della Guardia Costiera (Ansa)
«Il lavoro della Guardia Costiera consiste anche nel combattere le molteplici forme di illegalità in campo marittimo, a partire da quelle che si ramificano su base internazionale e si stanno caratterizzando come fenomeni globali. Uno di questi è il traffico di migranti, attività criminale tra le più redditizie al mondo che rapporti Onu certificano aver eguagliato per volume di affari il traffico di droga dopo aver superato il traffico di armi. Una intollerabile forma moderna di schiavitù che nel 2024 ha condotto alla morte oltre 9000 persone sulle rotte migratorie e il governo intende combattere. Di fronte a questo fenomeno possiamo rassegnarci o agire, e noi abbiamo scelto di agire e serve il coraggio di trovare insieme soluzioni innovative». Ha dichiarato la Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni durante l'intervento al Forum della Guardia Costiera 2025 al centro congresso la Nuvola a Roma.
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